Omicidio a Napoli, Pasquale Manna caduto in un'imboscata: a Ponticelli è guerra tra vecchi e nuovi clan

Vicino al gruppo Rea-Veneruso, l'uomo ucciso in auto era stato gambizzato 35 anni fa

Carabinieri sul luogo dell'agguato
Carabinieri sul luogo dell'agguato
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 2 Marzo 2023, 23:59 - Ultimo agg. 4 Marzo, 09:05
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Di nuovo quelle scene, in una zona dove - a prescindere dall’orario e dalla stagione - fa buio sempre più presto: saracinesce abbassate, commercianti costretti a serrare i propri negozi prima del tempo. Tanti cittadini onesti - che sono la maggior parte da queste parti - che tornano a casa, si allontanano dalle strade. Ponticelli, alòtro agguato, altro morto ammazzato. E tanta paura per chi vive da queste parti. Restiamo alla cronaca: ieri pomeriggio, intorno alle 16.30, è stato ammazzato Pasquale Manna, 59enne originario di Casalnuovo.

Un agguato avvenuto in via Ravioncello, quando Manna si trovava a bordo di un’auto, una Twingo bianca, ferma in strada. Inutile e disperato il tentativo di fuga da parte del target dell’ultimo agguato comorristico: ha provato a scappare, all’interno di una piazzola di un distributore di benzina, poi è crollato, riverso sul volante. I killer sono entrati in azione impugnando delle mitragliette di precisione. Notevole il volume di fuoco, scena pulp probabilmente consumata davanti agli occhi di decine di persone. Chi è l’ultima vittima dell’agguato? Si tratta di un presunto esponente di gruppi legati ai Rea-Veneruso, famiglie che storicamente controllano la zona di Volla, a ridosso di Ponticelli.

Due a questo punto le ipotesi: potrebbe essere stato vittima di una epurazione interna; oppure potrebbe aver subìto un agguato consumato da parte di soggetti provenienti da Ponticelli. Abitava a Casalnuovo, da dove si era mosso, per arrivare a Ponticelli, dove ha incrociato la morte. Era atteso, tanto che - appena è stato visto arrivare -, non ha avuto scampo. 

Una vicenda che, al di là degli esiti investigativi, conferma l’esistenza di un dato su tutti: la periferia orientale di Napoli è da tempo tornata ad essere una sorta di polveriera. Un mese fa l’agguato che era costato la vita di Federico Vanacore, in una dinamica per molti versi simile: anche in questo caso, i killer hanno atteso il loro obiettivo nel traffico. Lo hanno visto e riconosciuto, non gli hanno lasciato una possibilità di fuga. Lo hanno centrato mentre era alla guida della sua auto, quasi indifferenti alle auto rimaste bloccate dall’ennesimo episodio di sangue e paura nella periferia orientale. Ma restiamo all’agguato di ieri. Pasquale Manna non era nuovo di certe dinamiche. Tanto che diversi anni fa rimase ferito nel corso di un agguato, ma riuscì a scamparla. Correva l’anno 1988, in quell’occasione vennero ammazzate due persone, mentre l’allora 24enne Manna rimediò delle ferite all’altezza delle gambe.

 

Ma qual è lo scenario criminale che si registra nella zona di Ponticelli? Siamo di fronte a una sorta di galassia, ovviamente al netto del lavoro svolto dai pm della Dda di Napoli, sotto il coordinamento della stessa procuratrice Rosa Volpe. Due i clan in guerra: i De Micco contro i De Luca Bossa, che si fronteggiano per il possesso di piazze di spaccio, unico motore dell’economia del posto. Una contrapposizione armata che va avanti da tempo e che viene scandita anche da una serie di passaggi solo apparentemente secondari: a volte, in uno scenario così teso, basta la scarerazione di un paio di soggetti per scompaginare equilibri dati per acquisiti. È accaduto anche l’estate scorsa, quando stese e agguati sono tornati a insanguinare il quartiere dopo il ritorno in strada di due due soggetti legati ai due cartelli rivali. 

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Ma torniamo all’agguato consumato ieri. Si parte da un dato puramente anagrafico: era legato alla vecchia guardia criminale, sempre meno ben vista da parte di soggetti che reclamano spazio. Non è un caso, che le bande che si fronteggiano per il controllo del quartiere hanno una ventina di anni in media. Sono legati a una generazione che non accetta limiti, pronta a tutto pur di strappare il controllo degli stupefacenti. E la dinamica dell’agguato di ieri fa emergere dei particolari su cui sono a lavoro i pm napoletani. Stando a una prima ricostruzione, emerge che Manna è stato ucciso mentre era sul ciglio della strada. Probabilmente attendeva l’arrivo di qualcuno. Aria di chiarimenti, di costruzione di nuovi equilibri, almeno secondo le premesse. Il fatto che i killer abbiamo usato armi tanto potenti come i mitra dimostra che hanno avuto il tempo di organizzare logisticamente l’agguato, mettendo in campo una vera e propria imboscata. 

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