Napoli, Ornella uccisa dal compagno, fiori e lacrime sotto casa: «Mai più violenza sulle donne»

Napoli, Ornella uccisa dal compagno, fiori e lacrime sotto casa: «Mai più violenza sulle donne»
di Giuliana Covella
Domenica 14 Marzo 2021, 13:46 - Ultimo agg. 21:11
3 Minuti di Lettura

«Dobbiamo sensibilizzare tutti, dalla scuola alla famiglia e alle istituzioni per porre fine a questa violenza». Don Vincenzo Marzocchi della parrocchia del Santissimo Crocifisso e Santa Rita commenta così la morte di Ornella Pinto, la donna di 39 anni uccisa a coltellate dall’ex compagno nella notte tra venerdì e sabato in via Filippo Cavolino. Questa mattina proprio sotto casa della vittima il parroco, insieme alla III Municipalità e a una delegazione dell’associazione Forti Guerriere, hanno deposto dei fiori davanti al palazzo dove Ornella abitava insieme al figlioletto di 3 anni.

Una protesta silenziosa con poche persone nel rispetto delle restrizioni anti Covid, per dire basta alla violenza sulle donne, ad una settimana dal flashmob che si era svolto al Rione Sanità in memoria di Fortuna Bellisario, altra vittima di femminicidio, ammazzata dal marito nel 2019 a colpi di stampella. Davanti al portone di ingresso un via vai di passanti, curiosi e condomini, che non riescono ancora a credere all’ennesima morte assurda di una giovane donna, che insegnava al liceo artistico di via Santi Apostoli, come ricordano alcune colleghe giunte sul posto in lacrime.

Video

«La Chiesa oggi è presente - dice don Enzo - perché Ornella era la madre di un bimbo, D., che abbiamo battezzato 2 anni fa.

Ci sentiamo partecipi al dolore della famiglia. Nostro compito è sensibilizzare le coscienze su questi temi, per cui siamo in contatto con diverse associazioni con cui organizziamo incontri sulla genitorialità. Ma bisogna denunciare e avere il coraggio di dire basta. Questo è il messaggio che vogliamo lanciare».

 

In settimana (si attende solo di conoscere il giorno), si organizzerà un flashmob sullo scalone di ingresso dell’Albergo dei Poveri, come annuncia il presidente della III Municipalità Poggiani: «Il territorio ha provato a mobilitarsi in queste settimane a pochi giorni dalla commemorazione per Fortuna Belisario e oggi ci troviamo a fare i conti ancora una volta con lo stesso fenomeno. Chiediamo a tutti di alzare l’asticella dell’attenzione, proviamo a far sentire le donne meno sole. Dobbiamo far capire loro che la denuncia e il parlare con parroci, istituzioni e centri antiviolenza è il primo passo per uscire da questo tunnel».

Gli fa eco Miryam Cuomo, referente delle Forti Guerriere: «Siamo distrutte. Una settimana dopo il secondo anniversario della morte di Fortuna abbiamo un’altra martire. Queste erano tutte morti che si potevano evitare, perché nessuna si salva da sola. Ecco perché bisogna denunciare». A chiedere un tavolo permanente cittadino è Sara Petricciuolo, consigliera del parlamentino di Stella San Carlo all’Arena: «Cercheremo di coinvolgere un referente in ogni Municipalità, per portare avanti su più binari azioni che siano sia di educazione all’uguaglianza di genere sia sul tema della certezza della pena».

© RIPRODUZIONE RISERVATA