Alla ricerca di una cura per i mali del pronto soccorso del Cardarelli: una delegazione di medici, infermieri e operatori della prima linea dell’ospedale napoletano, è stata convocata e ricevuta ieri a Roma dal ministro della Salute Roberto Speranza. Non è stata un’iniziativa sindacale ma un momento di ascolto partito dal basso e attivato dal ministero in seguito alle notizie di cronaca pubblicate dal Mattino nelle settimane scorse, quando la completa paralisi della prima linea del più grande e attrezzato ospedale del Mezzogiorno era sfociata nella eclatante protesta dei camici bianchi espressa con una lettera di pre-dimissioni firmata in massa da tutti i 25 dottori strutturati della prima linea dell’ospedale. Un modo per accendere i riflettori su una situazione che aveva raggiunto limiti non più gestibili. Un grido di allarme giunto fino ai tavoli romani e poi confluito nella convocazione di ieri.
A Speranza dunque sono state illustrate luci e ombre, le difficoltà dell’ospedale ma anche i miglioramenti in atto. Un tavolo tecnico-politico al quale, oltre al ministro, si sono seduti il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, la senatrice grillina Maria Domenica Castellone (entrambi medici) e il capo della segreteria tecnica del dicastero Massimo Paolucci. Per il Cardarelli invece la delegazione di camici bianchi è stata allestita da un paio di infermieri e 3 o 4 medici pescati tra i più giovani e i più esperti. Il direttore generale Giuseppe Longo è stato debitamente informato prima della partenza del gruppo. Sotto i riflettori, come detto, i nodi dell’iper-afflusso e del caos che, periodicamente, mettono in ginocchio il Cardarelli. Un fenomeno, ha sottolineato anche il ministro Speranza, comune a molti ospedali nelle grandi città lungo lo Stivale su cui sono intervenuti e sono in atto correttivi strutturali da parte del governo. Il riferimento è ai fondi di investimento del Pnrr per la realizzazione di strutture intermedie territoriali (ospedali e Case di Comunità) in grado di fare filtro verso l’ospedale e il reclutamento di nuovo personale potenziando le borse di specializzazione. Ma ci vorrà tempo. «Ringraziamo - spiegano gli operatori in una nota - il ministro Speranza e il sottosegretario Sileri per averci ricevuti. Abbiamo avuto modo di illustrare il grave disagio lavorativo e le difficoltà a garantire l’assistenza ai pazienti e sottoposto alcune proposte che nell’immediato potrebbero dare respiro alla realtà locale del Cardarelli. Sentire le istituzioni vicine e sapere che si sta lavorando a soluzioni strutturali per supportare il lavoro di noi operatori dell’emergenza urgenza ci rassicura e ci dà la forza per continuare ad assistere con dedizione i tanti cittadini che accedono ogni giorno al nostro pronto soccorso».
Va detto che oggi, e nelle ultime settimane, il Cardarelli naviga in acque molto più tranquille: il pronto soccorso è quasi svuotato grazie a 25 posti letto di Pneumologia.