Napoli, l'ospedale Cardarelli al collasso: «Boom di ricoveri, stop agli interventi»

Napoli, l'ospedale Cardarelli al collasso: «Boom di ricoveri, stop agli interventi»
di Melina Chiapparino
Mercoledì 10 Novembre 2021, 23:53 - Ultimo agg. 11 Novembre, 19:05
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Cardarelli al collasso per l’emergenza, oramai cronica, del sovraffollamento in barella. Ancora una volta, la mancanza di posti letto nella struttura ospedaliera più grande del sud Italia ha causato il blocco dei ricoveri programmati, come ha stabilito ieri la direzione medica del presidio. Nel pronto soccorso ci sono ancora più di cento barelle e anche i reparti “scoppiano” dei così detti “letti tecnici”. Le difficoltà del Cardarelli nel rispondere alla domanda assistenziale che sta registrando un notevole incremento anche di casi Covid, si palesano nei numerosi provvedimenti straordinari intrapresi dalla direzione ospedaliera. L’ultimo provvedimento è lo stop di ieri che riguarda le attività chirurgiche programmate e programmabili e che fa eccezione solo per le operazioni ritenute “indifferibili”. 

L’ospedale è pieno di ammalati e la strategia messa in atto per decongestionare il pronto soccorso e i reparti, è stata quella di bloccare temporaneamente tutte le operazioni chirurgiche che non rientrano nel carattere dell’urgenza e dell’emergenza. Lo stop, dunque, è stato causato dal persistere della “saturazione della capacità ricettiva massimale delle strutture afferenti all’area dell’Emergenza Urgenza e quindi delle Unità di Terapia Intensiva”, come si legge nella nota firmata ieri dai vertici ospedalieri. In pratica, “si reitera il temporaneo blocco di ogni forma di attività chirurgica programmata ovvero programmabile che comporti l’utilizzo di posti letto, esclusa l’attività chirurgica con il carattere dell’emergenza indifferibile” si apprende ancora nella nota che fa riferimento a un provvedimento molto simile, emanato lo scorso 13 ottobre 2021. Nel precedente blocco delle operazioni chirurgiche però, lo stop non riguardava anche le Unità di Terapia Intensiva che invece sono comprese nel provvedimento attuato ora con una modalità più estesa come a sottolineare la maggiore gravità della saturazione del presidio. 

A distanza di quasi un mese dal primo blocco dei ricoveri programmati, il Cardarelli si trova punto e a capo.

Non solo c’è ancora una folla di barelle al pronto soccorso ma è stato disposto un secondo stop per bloccare ulteriormente le attività chirurgiche non differibili. Nel frattempo, sempre per tamponare il sovraffollamento, lo scorso 18 ottobre, il bad manager del presidio ha autorizzato la “temporanea allocazione dei pazienti sulle barelle nei reparti, nella misura del 10% dei posti letto” ma, contemporaneamente, è partito il progetto con i fondi ministeriali, per recuperare i pazienti in lista di attesa con sedute operatorie e prestazioni ambulatoriali con modalità simili all’intramoenia. Ad aggravare, le criticità da fronteggiare in questi giorni, è l’impennata dei casi Covid giunti al presidio collinare che, attualmente, assiste 26 pazienti affetti dal virus all’interno della palazzina M, totalmente dedicata all’assistenza Covid e satura su tutti e tre i piani dell’edificio. 

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«Lo stop è temporaneo e salvaguarda tutte le patologie oncologiche e le specialità che hanno a che fare con i tumori, oltre a ciò che viene indicato dai medici come indifferibile» spiega Giuseppe Longo, direttore generale del Cardarelli che precisa come il sovraffollamento sia collegato all’assistenza ordinaria e non ai casi Covid, almeno per ora. Sui grandi numeri che mettono in ginocchio il presidio, il manager punta il dito sulla medicina del territorio. «Registriamo ancora una carenza della medicina territoriale - spiega Longo - un gran numero di pazienti cronici che, si recano da noi, perché acutizzano patologie che necessitano di assistenza costante sul territorio». Per i sindacalisti Aanao, «il Cardarelli non incide sulla cabina di regia della Regione Campania – afferma Franco Verde, coordinatore provinciale - la rete ospedaliera che doveva offrire posti letto per trasferire i pazienti dal Cardarelli, non sta funzionando e lo dimostra il sovraffollamento ancora in atto nel presidio» aggiunge il sindacalista che ha chiesto un’azione di monitoraggio sui trasferimenti. 

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