Napoli, fuga dall'Ospedale del Mare. Si dimette un altro primario: «Vado a lavorare in clinica»

Napoli, fuga dall'Ospedale del Mare. Si dimette un altro primario: «Vado a lavorare in clinica»
di Ettore Mautone
Giovedì 29 Luglio 2021, 08:33 - Ultimo agg. 30 Luglio, 08:28
3 Minuti di Lettura

L'ospedale del mare perde pezzi e sono quelli più pregiati: dopo le dimissioni, ad aprile scorso, di Pio Zannetti, primario della Rianimazione, ora lascia anche Pietro Maida, dirigente apicale dell'area di Chirurgia generale. Anche lui, come Zannetti è un professionista di grande valore. Reclutato per concorso dopo il pensionamento di Gennaro Rispoli proveniente dall'Ascalesi, aveva lasciato Villa Betania ed ha contribuito ad avviare e consolidare una delle discipline chiave in un grande ospedale come quello di Ponticelli, imperniato su un grande pronto soccorso, strutture nuove, grandi spazi e tecnologie ma anche vuoti da colmare soprattutto sul piano organizzativo.

Dal 1 settembre Maida prenderà servizio, nello stesso ruolo e con un progetto rivolto alla Chirurgia oncologica, presso il gruppo Malzoni di Avellino.

Anche in questo caso, come avvenuto per Zannetti, approdato alla Pineta Grande di Castelvolturno, una scelta che premia strutture di eccellenza del settore privato e accreditato. Realtà ben organizzate, innovative, che da anni puntano sulla qualità strutturale, strumentale e di personale per raggiungere obiettivi di salute pubblica non meno qualificati di quelli espressi dal settore a gestione diretta ma con una marcia in più rappresentata spesso dai livelli organizzativi che vedono lavorare fianco a fianco i medici e la dirigenza per il perseguimento di obiettivi comuni.

Una cinghia di trasmissione in cui ogni richiesta, necessità, innovazione, riorganizzazione, personale viene soddisfatta quasi in tempo reale. «Non ho critiche da fare all'ospedale che lascio spiega laconico l'ospedale del Mare anzi è una grande realtà ma vengo da una struttura privata, sono cresciuto in un contesto in cui l'organizzazione segue modelli diversi, dove non c'è burocrazia. Mi sono guardato intorno, mi hanno offerto di coordinare un progetto ambizioso per un chirurgo come me che passa gran parte della propria vita in una sala operatoria». Si tratta di rifondare una scuola di chirurgia oncologica che ad Avellino ha disegnato un pezzo della storia della chirurgia in Italia.

Arrivano dunque nuove defezioni dalle trincee del presidio di Napoli est: i due casi, di Zannetti e Maida a distanza di pochi mesi, fanno seguito a uno stillicidio che ha riguardato soprattutto la squadra del pronto soccorso. Dopo alcune defezioni di dirigenti, che hanno scelto di lasciare e prendere servizio altrove da vincitori di concorso, c'è da considerare anche la perdita ormai del primario Vittorio Helzel, anche lui tra i fondatori, ma da mesi non più al centro del progetto dell'ospedale e che da ottobre dovrebbe definitivamente andare via, in questo caso per raggiunti limiti di età.

Lo stillicidio potrebbe continuare: per altri primari ed eccellenze si profilano opportunità. Al Monaldi va in pensione l'attuale dirigente apicale dell'area dell'Otorinolaringoiatria, un posto per il quale potrebbe concorrere Giuseppe Tortoriello, attuale direttore della divisione di Otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale dell'Ospedale del mare, tra i riferimenti di eccellenza nazionali per il trattamento dei tumori della laringe. Per medici che vanno l'ospedale del mare può ancora contare su tanti specialisti e primari di eccellenza che invece dovrebbero restare: come Giuseppe Catapano, maestro della Neurochirugia, Stefano Spiezia per la Chirurgia della tiroide, Gennaro Vigliotti chirurgo vascolare che giunse a sostituire Francesco Pignatelli dopo le grane giudiziarie per la festa organizzata nella fase di avvio dell'ospedale Giampiero Nitrato Izzo per lpematologia e tanti altri.
 

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA