Temperature torride in corsia, sospese le attività chirurgiche ordinarie. Con un ordine di servizio firmato da Maria Corvino, direttrice sanitaria della Asl Napoli 1, da ieri è scattato il semaforo rosso al blocco operatorio e anche ai trasferimenti di pazienti tramite la rete del 118 verso il Pronto soccorso dell’Ospedale del mare. Questi ultimi devono essere limitati solo ai casi, urgentissimi, in immediato pericolo di vita quando il nosocomio di Napoli est dovesse essere il presidio più vicino. La causa dello stop? È nella nota mancanza del servizio di aria condizionata.
Ricordate la voragine del parcheggio dipendenti dello scorso gennaio? Gli impianti furono inghiottiti dalla frana.
«Abbiamo recuperato i giorni persi a causa di problemi amministrativi e tecnici particolarmente complessi legati anche all’uso delle trivelle - sottolinea Ciro Verdoliva, direttore generale della Asl Napoli 1 - i lavori attualmente proseguono senza sosta e siamo a buon punto. Speriamo di concludere tutta l’opera con la messa in funzione e i collaudi entro il 27 giugno anche se stiamo tentando di dare il “aria fresca” ai reparti e alle corsie entro il 23 giugno». Insomma, un’altra settimana di attesa e poi si potrà riprendere a pieno regime con le attività cliniche e in particolare con quelle chirurgiche programmate. Proprio ora che l’emergenza Covid sta calando e le degenze dedicate al Coronavirus si stanno svuotando, le attività ordinarie hanno ripreso a macinare ore e ore di sala operatoria recuperando pazienti in lista di attesa da mesi a causa delle ondate epidemiche che l’ospedale ha dovuto sostenere.
«Era impossibile proseguire con le temperature torride che raggiungono le sale operatorie, anche la rianimazione soffre - avverte un operatore del presidio di Napoli est - e ci sono anche altri reparti di complessa gestione, come la Psichiatria, la rianimazione e anche il pronto soccorso che risentono fortemente del disagio che procura la mancanza di aria fresca. I reparti che hanno porte e finestre apribili riescono a sopravvivere. Luoghi chiusi per ragioni di sicurezza o operative (le sale operatore non hanno mai finestre per evitare contaminazioni) invece sono attualmente non agibili».
L’Ospedale del mare per la particolare conformazione che ha e anche per le misure di sicurezza vigenti nei reparti di degenza, ha finestre a tenuta stagna. Semplicemente non è prevista la possibilità di aprirle se non in alcune aree e negli uffici. Ciò aggrava il senso di oppressione generato dal caldo. I vetri delle finestre sbarrate svolgono una sorta di “effetto serra” che rende invivibili alcuni servizi. Da qui la decisione di tirare il freno all’attività chirurgica. Da un punto di vista tecnico nessun’altra soluzione, che non sia il ripristino totale dell’impianto, si è rivelata percorribile per restituire aria fresca alle corsie. Solo in alcuni reparti, e per limitati spazi, si è riusciti a mitigare la situazione ricorrendo a condizionatori ad allestimento mobile e ventilatori ma proprio per l’impossibilità di accesso all’aria esterna sbarra il passo anche a questa soluzione.
Intanto si staglia all’orizzonte un altro scoglio in vista dei turni estivi: quello della carenza di personale per le aree di emergenza e urgenza e anche nei reparti di Medicina generale, nelle rianimazioni, in Ortopedia e nella diagnostica per immagini. Per cui viene chiesto a tutti i direttori sanitari di presidio ospedaliero della Asl la disponibilità a sostenere turni di straordinario attingendo anche alle discipline equipollenti. Al tornare alle attività ospedaliere ordinarie riemergono dunque le antiche difficoltà di reperire il personale in aree critiche come nel periodo pre Covid.