Napoli, ospedale San Giovanni Bosco: mancano i medici e ​il pronto soccorso resta chiuso

Napoli, ospedale San Giovanni Bosco: mancano i medici e il pronto soccorso resta chiuso
di Ettore Mautone
Mercoledì 23 Giugno 2021, 23:41 - Ultimo agg. 24 Giugno, 18:28
4 Minuti di Lettura

San Giovanni Bosco: manca il personale medico e pertanto slitta la riapertura del pronto soccorso (Dipartimento di emergenza e urgenza di I livello) programmata per oggi. Sabato mattina entrano invece in funzione le attività di ricovero delle principali discipline mediche e chirurgiche. Le procedure di accesso all’ospedale della Doganella sono tuttavia limitate a quelle su prenotazione e scontano comunque alcune carenze in discipline chiave come la Radiologia. Quest’ultima con soli 4 radiologi non può coprire tutti i turni e dovrà essere sostenuta dal presidio sanitario intermedio di Barra e dall’Ospedale del mare in questo caso con collegamenti in telemedicina. In sostanza le lastre radiografiche prodotte in loco saranno lette e refertate dal radiologo di turno all’Ospedale del mare. Gli ultimi lavori, prima della riapertura, hanno riguardato proprio l’unità operativa di Radiologia. 

Dopo otto mesi di stop all’assistenza ordinaria, in cui il presidio della Doganella ha vestito i panni di un Covid center specialistico al servizio della città la struttura, cruciale per l’assistenza al vasto bacino di utenza della zona nord della città, compie il primo passo per un difficile ritorno alla normalità.

Percorso segnato, appunto, dalle difficoltà a reperire i camici bianchi che servono per riaccendere a pieno regime i motori delle unità cliniche. Dalla minuziosa ricognizione che la direzione sanitaria ha effettuato nell’ultimo mese - relativa ai posti letto da attivare, ai medici che risultano attualmente in servizio nelle varie unità operative e al restante personale in organico necessario a coprire turni e guardie nell’arco delle 24 ore - emerge da un lato che infermieri e operatori sociosanitari sono in numero sufficiente e dall’altro che mancano 13 medici, 4 biologi e 2 tecnici di laboratorio. Nel dettaglio dunque servirebbero almeno 3 unità specialistiche in Medicina generale: carenza che sarà coperta dal soccorso di 2 specialisti in medicina di urgenza che sono stati presenti in ospedale durante la parentesi Covid e che a regime dovranno essere assegnati al pronto soccorso. Per la Radiologia si ovvierà, come detto, con il teleconsulto a distanza e la reperibilità notturna e festiva di un radiologo per le emergenze. Due i dottori che mancano (su 6 necessari) anche nelle corsie della Neuroradiologia e pertanto anche in questo reparto, impegnato soprattutto per il trattamento degli ictus, si ripiegherà sull’istituto della reperibilità in particolare di notte e nei festivi. Con le stesse modalità si ovvierà alla carenza di un medico in Ortopedia. 

Video

Centellinate le forze su cui può contare anche la Rianimazione: a fronte della necessità di reperire almeno 3 anestesisti saranno attivati solo 4 posti letto di Terapia intensiva post operatoria. L’unità di Chirurgia può contare su un organico adeguato e pertanto potrà funzionare a pieno regime con una sala impegnata dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 14 in aggiunta alla day surgery e attività di urgenza. Un presupposto che consentirà in questa fase di ridurre le liste di attesa allungatesi a dismisura in questi ultimi mesi. C’è poi il Nido: la presenza di soli 4 medici rende difficoltosa la copertura dei turni nell’arco delle 24 ore. Infine il nodo del Laboratorio di analisi: qui l’organico è al 50 per cento e mancano 4 biologi e due tecnici. Infermieri e altri operatori sono sufficienti invece in tutti i reparti e quelli impiegati in pronto soccorso, allo stato non funzionante, è distribuito nei veri reparti facilitando anche la fruizione delle ferie. La Asl ha avviato le procedure per il ricorso all’istituto dell’autoconvenzionamento, mentre riparte la macchina dei concorsi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA