San Paolo, pugni a una dottoressa
aggredita da una paziente detenuta

San Paolo, pugni a una dottoressa aggredita da una paziente detenuta
di Ettore Mautone
Venerdì 27 Aprile 2018, 08:37 - Ultimo agg. 17:10
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Ospedale San Paolo, ore 20 del 25 aprile: reparto di pronto soccorso. Un animato diverbio di lavoro tra una dottoressa e un portantino finisce con l'ennesima aggressione che un medico subisce, in questo caso, da una paziente, ricoverata in un altro reparto dell'ospedale (Chirurgia), ma inspiegabilmente in quel momento in libera uscita al pronto soccorso. La donna intervenuta nel diverbio (poi identificata dalla direzione sanitaria e con precedenti penali da scontare) qualificandosi come lontano parente del portantino, non ha esitato a passare alle vie di fatto sferrando un pugno in pieno volto alla dottoressa, facendole volare gli occhiali dal naso e procurandole lesioni giudicate guaribili in 3 giorni.
Ma andiamo con ordine: M. R. è una dottoressa intenta ad effettuare gli ultimi adempimenti necessari per le dimissioni di un paziente prima di andare via. M. R. è passata, da alcuni mesi, dai turni in ambulanza del 118, dove prima era impiegata, a quelli in ospedale. Ad un certo punto viene richiamata dai familiari di un paziente in attesa in quanto le provette dei prelievi - dalle cui analisi dipende il tempo di stazionamento in pronto soccorso, prima di un eventuale ricovero o dimissione da circa mezz'ora stazionano nel contenitore in bella vista senza che nessuno le porti in laboratorio. Il camice bianco spiega a chi protesta che nella fase di cambio turno può capitare e abbozza una difesa dell'operatore sociosanitario deputato a questo compito. Poi chiede a quest'ultimo di provvedere al più presto. L'operatore, V. M. uno dei più anziani al San Paolo, si avvicina minaccioso alla poltrona dove il medico è seduta spingendo e protestando per essere stato ripreso, cosa che lo avrebbe esposto alle rimostranze degli astanti. Il medico si alza e prende in disparte l'uomo redarguendolo per il suo comportamento e chiedendo conto dei toni e degli atteggiamenti poco consoni al ruolo e alla funzione.
 
Poi lo avverte che se continuerà sarà costretta a un rapporto di servizio. L'invito alla calma non sortisce l'effetto sperato e l'operatore la incalza ancora. A questo punto, dalla zona dove ci sono le sedie con i pazienti e familiari in attesa, si alza una donna che si avvicina dicendo di essere parente (o conoscente) di quell'operatore che sta intanto ancora discutendo animatamente con la dottoressa. Quindi senza fiatare le sferra un pugno. La dottoressa impietrita va a farsi refertare e va via. Una sua collega che ha assistito alla scena chiama intanto le forze dell'ordine. Dopo alcuni minuti arriva la guardia giurata di turno al triage e dopo due volanti della Polizia. Gli agenti raccoglieranno le testimonianze di quanto accaduto. Il direttore sanitario di presidio Vito Rago viene informato dei fatti. «Ho appurato che la donna che ha aggredito la nostra dipendente avverte è ricoverata in Chirurgia da molte settimane. Non c'era alcun motivo perché fosse in pronto soccorso. Evidentemente è ben guarita e ho chiesto al primario della Chirurgia di dimetterla immediatamente. Ho inoltre saputo che la aspetta il rientro al carcere femminile di Pozzuoli dove deve scontare una lunga condanna per gravi reati».

La donna M. I. ha dunque precedenti penali e anche, a quanto è stato appurato, una parentela con una delle famiglie camorristiche di spicco del Rione Traiano. Se così fosse, come mai non era sorvegliata? In ospedale, inoltre, avrebbe familiarizzato con un gruppo di persone che giorno e notte staziona davanti alla Rianimazione del San Paolo (ben oltre i confini e gli orari della sala di attesa), per avere sotto controllo la situazione clinica di uno dei due giovani rapinatori, protagonista della sparatoria, una settimana fa, all'Md della Loggetta.
I medici del pronto soccorso del San Paolo sono esasperati. Quello dell'altra sera è l'ennesimo episodio di violenza. «Siamo pronti dice un dottore incrociato al triage - a presentare una denuncia penale collettiva, firmata da tutti, Non è possibile che un medico intento al proprio dovere a vantaggio della collettività, sia malmenato. È una vergogna». Intanto il direttore sanitario Rago ha disposto il reclutamento di una ulteriore unità di guardiania da utilizzare in pronto soccorso. «Provvederò con i fondi dell'ospedale, così come ho provveduto stamani a disporre la pulizia dei giardini sul retro che mesi fa avevo chiesto fossero sistemati».
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