Fuga dai pronto soccorso a Napoli, è caccia ai camici bianchi: «Concorsi deserti»

Fuga dai pronto soccorso a Napoli, è caccia ai camici bianchi: «Concorsi deserti»
di Maria Chiara Aulisio
Lunedì 21 Marzo 2022, 23:41 - Ultimo agg. 23 Marzo, 16:43
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La risposta alla lettera indirizzata al direttore sanitario aziendale della Asl Napoli 1 Centro, a firma di Giuseppe Galano, responsabile del 118 - e presidente regionale Aaroi, associazione Anestesisti rianimatori italiani - e Patrizia Di Giorgio, medico coordinatore di turno della Centrale operativa, arriva con tempestività. Il problema è quello legato alla «grave situazione di capacità recettiva in cui versano i pronto soccorso dei maggiori presidi ospedalieri della rete sanitaria cittadina».

Galano e Di Giorgio segnalavano, in assenza di nuovi e immediati interventi, l’imminente collasso della prima linea sanitaria, quella della medicina d’urgenza.

I pronto soccorso napoletani contano ormai su forze sempre più esigue, sotto stress, e del tutto inadeguate a far fronte alla pressante richiesta di soccorso che arriva dal territorio.

Ed ecco che al primo punto il direttore Maria Corvino fa sapere che è stata attivata «ogni utile procedura tesa al reclutamento di personale medico e infermieristico. Nello specifico - spiega - si sottolinea che per l’implementazione di dirigenti medici di Medicina d’Urgenza e di Emergenza territoriale sono stati banditi quattro concorsi e un avviso pubblico» per un totale di diverse decine di posti da occupare. Il tentativo di arginare la grande fuga di camici bianchi è in atto ma non sembra stia raccogliendo i risultati sperati. Chi lavora nei dipartimenti di emergenza continua a scappare. E scappa verso impieghi meno gravosi in termini di carichi di lavoro e più economicamente remunerativi. Una fuga ancora più allarmante perché accompagnata da un calo di “vocazione” nei giovani, che dopo la laurea in medicina scelgono ogni possibile percorso di specializzazione purché li tenga lontani dai pronto soccorso. «Per l’ultimo avviso pubblico - cinquanta posti di dirigente medico - sulle istanze pervenute si sono presentati alla selezione solamente sette candidati e - scrive ancora la Corvino - solo due dirigenti hanno accettato l’incarico». Non solo: «Sono state messe in atto anche ulteriori procedure per l’incremento del personale medico. Vale a dire: il ricorso all’autoconvenzionamento interno che ugualmente non è stato possibile vista l’esiguità delle risorse disponibili già utilizzate al massimo. Nello stesso tempo si è avviata la richiesta di stipulare convenzioni per avviare prestazioni da parte del personale medico di altre aziende sanitarie». Una situazione complessa e di non facile soluzione. Se non quella di rinforzare il territorio con un filtro maggiore. Altrimenti, nei pronto soccorso continueranno ad arrivare troppi pazienti che potrebbero e dovrebbero essere curati altrove, portando la pressione sulle strutture e chi ci lavora oltre ogni soglia sopportabile.

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«L’azienda - aggiunge il direttore sanitario aziendale - ha inoltre provveduto a richiedere, nelle more dell’espletamento del concorso pubblico, l’indizione di una procedura di gara per l’arruolamento di medici da destinare, in via temporanea, per sei mesi, alle attività di pronto soccorso e 118 ma è tutto fermo in attesa di un confronto regionale chiesto dalle organizzazioni sindacali». Infine, nel tentativo di ridurre i tempi di attesa delle ambulanze all’ingresso degli ospedali prima di lasciare il paziente in attesa di ricovero, il direttore Corvino sottolinea che il suo impegno sarà sempre quello di «sollecitare le direzioni mediche dei presidi a mettere in atto, dove possibile, tutti gli interventi opportuni».

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