«Ospedali assediati mentre dai Policlinici ancora nessun aiuto»

«Ospedali assediati mentre dai Policlinici ancora nessun aiuto»
di Ettore Mautone
Venerdì 8 Aprile 2022, 12:00 - Ultimo agg. 17:29
4 Minuti di Lettura

La città dopo due anni di pandemia deve fare i conti con una rete dell'urgenza alla quale è stato sottratto il Loreto (ancora Covid center e con la missione di mutare pelle per diventare Ospedale di Comunità) e il San Giovanni Bosco che non ha personale sufficiente per riaprire la prima linea. Intanto sono al palo i progetti per dotare di pronto soccorso i Policlinici. Cosa ne pensano medici e dirigenti ospedalieri di ospedali come il Cardarelli, Ospedale del mare, Pellegrini, San Paolo e Cto, tutti ormai al collasso? Giuseppe Fedele, chirurgo di urgenza dell'ospedale della Pignasecca: «Che i policlinici della città si dotino di un pronto soccorso lo crederò solo quando ne vedrò con i miei occhi la realizzazione». Più ottimistica la prospettiva di Emilio Bellinfante primario del Pronto soccorso del Pellegrini: «Ci sono stati passi avanti, i progetti mi sembrano concreti. L'apertura dei due policlinici all'emergenza sarebbe di beneficio per la rete cittadina e decongestionare il Cardarelli e Cto oltre che ridurre il peso sul Pellegrini. Il nodo più intricato sono i medici che mancano. Bisognerebbe fare qualcosa con incentivi e tutela degli operatori». Sulla stessa lunghezza d'onda Lucia Morelli, a capo del pronto soccorso del San Paolo: «Aprire i policlinici all'urgenza sarebbe fondamentale - spiega - potenziare gli accessi diretti per le patologie tempo dipendenti è il primo passo per costruire un Dipartimento di emergenza plurispecialistica. Gli specializzandi stanno acquisendo grande esperienza a causa del Covid». 

Mario Guarino primario del pronto soccorso del Cto ed ex presidente della Simeu indica la strada: «Saremmo felici che i policlinici entrassero nella rete - avverte - per ridurre gli accessi negli altri ospedali. La Simeu ha sempre collaborato con le Università. Questi progetti non possono prescindere dalla società scientifica per un affiancamento organizzativo. Aprire un dipartimento di emergenza con intensiva e sub intensiva significa costruire mura dedicate e modelli organizzativi avanzati. Solo chi fa questo lavoro sul campo può indicare i passi gusti». Vittorio Helzel, ex primario del pronto soccorso dell'Ospedale del mare oggi impegnato nella formazione aggiunge: «La collaborazione con le scuole di specializzazione c'è sempre stata, bisogna per pianificare bene i percorsi. La Vanvitelli? Un pronto soccorso ce l'ha a Marcianise, dove lavora con la Asl di Caserta. Bisognerebbe spostare quel gruppo nel centro storico dove la logistica non è l'ideale». Dal Cardarelli, che vive un momento delicato, giunge la voce di Claudio Santangelo, primario della Ginecologia: «È giusto dotare le strutture didattiche di reparti di pronto soccorso ma è ben altra cosa sostenere ospedali come Cardarelli e Ospedale del Mare che devono affrontare le urgenze senza filtri e senza limiti di complessità. Prioritario è l'allargamento di queste due strutture attraverso un aumento di posti letto, organico e fondi dopo la tempesta Covid». «Noi del Cardarelli - aggiunge Paolo Felini primario dell'Urologia - non vediamo l'ora che aprano i policlinici. In realtà - aggiunge - bisognerà sviluppare prima le competenze. Vedrei bene una fase di passaggio in cui il Cardarelli sia un polo centrale e i policlinici collegati in reti per specialità». «In attesa che i policlinici siano pronti operativamente e strutturalmente - aggiunge Angelo Sorge, chirurgo del San Giovanni Bosco, responsabile dell'Ernia center - proporrei una cessione in prestito dai policlinici ai nostri ospedali di giovani medici da formare». 

Video

Paolo Capogrosso - ex primario di Cardiologia del presidio della Doganella - auspica una «rivisitazione della formazione che riconduca al modello del tirocinio vigente in passato per l'acquisizione sul campo delle competenze per lavorare in prima linea e così ridare fiato alla Sanità pubblica laddove oggi quella privata è più attrattiva per i giovani». I policlinici nella rete dell'urgenza? «Credo che si debba lavorare tutti, sindacati, Regione e Università nella stessa direzione per attribuire alla Federico II oltre che alla Vanvitelli, il Pronto soccorso - sostiene infine Lino Peitropaolo dirigente dell'ospedale del mare e segretario regionale della Cisl medici - lo vogliono i pazienti, gli studenti e i docenti». «Sarebbe utile aprire i policlinici all'emergenza ma la priorità oggi - conclude Giampiero Nitrato Izzo, ematologo e dirigente Uil - è restituire alla città il pronto soccorso del San Giovanni Bosco». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA