Napoli, partono gli sgomberi: via gli abusivi della camorra dalle case di Ponticelli

Napoli, partono gli sgomberi: via gli abusivi della camorra dalle case di Ponticelli
di Daniela De Crescenzo
Martedì 27 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 15:30
4 Minuti di Lettura

Comincerà da Ponticelli e probabilmente dai 420 appartamenti del parco Conocal, l'operazione «Case Pulite» voluta dal ministro degli interni Matteo Salvini. Sulle occupazioni abusive guidate dai boss e sulle compravendite della Camorra Spa in quell'area indaga da tempo la Dda, e nel corso dei comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica che si son tenuti in prefettura nelle ultime settimane, il rione è stato segnalato come uno di quelli a più alto rischio. Molte delle case del Comune sono state occupate abusivamente e, lo hanno raccontato i pentiti, alcune sarebbero anche diventate la base operativa dei clan D'Amico e Di Micco che per anni si sono contesi le undici piazze di spaccio del quartiere a colpi di mitraglietta. All'amministrazione, che è proprietaria degli alloggi, è toccato il compito di preparare l'elenco degli assegnatari, di chi ha richiesto regolarizzazione, di chi, invece, vorrebbe il subentro al posto, di chi detiene il contratto di affitto.
 
420 nomi: toccherà adesso agli agenti del nucleo operativo tutela immobili dei vigili urbani, guidati dal capitano Gaetano Vassallo, verificare innanzitutto chi abita realmente negli appartamenti. Solo quando il monitoraggio sarà completato sarà possibile organizzare un intervento che si presenta, però, molto più complesso di quello messo in campo a Roma contro i Casamonica. A Napoli non si tratterà di cacciare i boss dalle proprie ville, ma, se si vorrà agire in maniera efficace, sarà necessario intervenire in un contesto di illegalità diffusa dove bisogno, camorra e business si legano in maniera talvolta apparentemente inestricabile. I numeri raccontano che la legge nel patrimonio degli enti pubblici è un optional: solo a Napoli gli occupanti senza titolo noto 8000, di cui ben 3500 difficilmente regolarizzabili. E ci sono altrettante richieste di voltura: una cifra allarmante visto che il cambio di intestatario del contratto spesso nasconde una compravendita.

Il Conocal non è certo l'unico rione dove l'assegnazione degli alloggi degli enti pubblici è stato gestito, armi in pugno, dalla camorra. E' successo a Scampia, dove subito dopo la faida del 2014 ci sono stati anche degli sgomberi. E' successo a Taverna del Ferro, il Bronx di San Giovanni dove i Formicola hanno distribuito le abitazioni del Comune ai loro gregari. E' successo a Pazzigno dove i Reale hanno fatto il bello e il cattivo tempo. E' successo, sempre a Ponticelli, al rione De Gasperi dove i Sarno hanno organizzato le compravendite. Storie di ieri, anche se gli inquilini dei boss sono ancora tutti al loro posto.La vicenda del Conocal, però, è probabilmente quella su cui si appuntano le indagini più recenti. E basta leggere l'ordinanza che ha mandato in galera novanta tra capi e gregari del clan D'Amico per capire come le lady camorra hanno gestito con pugno di ferro le vite di tutti quelli che vivevano nei dintorni del campo di battaglia. A comandare nel quartiere fino al 2015, quando è stata ammazzata, è stata Nunzia D'Amico, sorella dei capi del clan, Antonio, detto Fraulella, e Giuseppe. E' stata lei a dirigere lo spaccio mentre i fratelli erano in carcere. Ed è stata ancora lei che ha sgomberato i pentiti e le loro famiglie, ha chiesto il pizzo a chi voleva occupare un alloggio, ha cacciato famiglie alle quali precedentemente aveva concesso il tetto. Intercettata diceva a una certa Patrizia che le chiedeva il permesso di occupare una casa: Tu sei scema Patrizia! perché a fianco di mio fratello Tonino, io ora vendetti una casa. Una casa di proprietà del Comune, ovviamente.

Che il settore immobiliare fosse una passione del clan è stato confermato anche dal collaboratore di giustizia Raffaele Stefanelli che ha raccontato: «Nel Conocal chi vuole vendere una casa deve avere l'approvazione di Nunzia D'Amico, la quale prende anche una quota dei soldi.

Nunzia si libera degli indesiderati, tra i quali tale Mellone, che io stesso cacciai di casa. Il basso di Mellone è stato venduto da Nunzia D'Amico. Prima ancora era stato dato fuoco da Abbagnara Mariano e Giuseppe Cioffi alla macchina della nonna del Somaliano, che lasciò la casa che Nunziaha venduto per 16.000 euro, se non sbaglio. Fu anche incendiata la porta della casa di Giovanni Pavarolo. La nonna di Pavarolo vendette la casa e la D'Amico ci mandò a convocarla. Nunzia si mise poi d'accordo con il figlio della signora che diede 10 mila euro, in due tranche d 5 mila».. Una agenzia ben organizzata e fiorente quella che i D'Amico avevano organizzato per gestire l'affitto e la compravendita delle case del Comune. E infatti spiega il pentito: «Noi chiamavamo Nunzia D'Amico la Sensale perché lei prendeva sempre una quota sia dal venditore che dall'acquirente delle case del Conocal».

© RIPRODUZIONE RISERVATA