Napoli, patto Comune-Demanio: ecco i tesori da salvare, c'è anche Castel dell'Ovo

Napoli, patto Comune-Demanio: ecco i tesori da salvare, c'è anche Castel dell'Ovo
di Valerio Esca
Giovedì 28 Luglio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 29 Luglio, 08:11
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Eventi, cerimonie istituzionali, manifestazioni pubbliche e grandi meeting. Castel dell'Ovo, oltre a mostre, iniziative museali e convegnistiche, si prepara a cambiare volto. La gestione di uno dei beni più pregiati della città passerà nelle mani del Comune di Napoli entro la fine dell'anno, grazie all'accordo sottoscritto ieri in sala giunta a Palazzo San Giacomo con il Demanio (proprietario della struttura). Il protocollo, nel quale sono compresi diversi beni come l'ex Riformatorio Filangieri, l'ex Opg (entrambi di proprietà del Comune grazie al federalismo culturale), Napoli sotterranea, il complesso Trinità delle Monache, l'ex Arsenale Militare e una serie di beni confiscati alla criminalità, è finalizzato all'avvio di iniziative di ricognizione, riordino, razionalizzazione, permuta, trasferimento, valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare statale e comunale. «Basta spazi abbandonati in città» il messaggio lanciato ieri dal sindaco Gaetano Manfredi

Alla base del patto tra Comune e Demanio c'è un doppio vantaggio per i due Enti: i progetti per la valorizzazione dei beni verranno stilati da un'apposita struttura del Demanio e saranno messi a disposizione del Municipio, dal canto suo l'Agenzia con questa operazione abbatterà i costi sui fitti passivi, che ammontano in totale a 25 milioni di euro. Come verranno trasformati questi beni, molti dei quali abbandonati o male utilizzati? Ci saranno uffici, residenze universitarie e laboratori di artigianato. Ma il progetto più stuzzicante è chiaramente quello che riguarda Castel dell'Ovo.

Si potrebbero organizzare eventi, meeting di caratura internazionale, ma anche feste e cerimonie istituzionali, mantenendo all'interno gli attuali uffici della Soprintendenza. Inoltre, si sta progettando di istallare pannelli fotovoltaici su tetti e terrazze del Castello, secondo modelli architettonici innovativi. La road map: a settembre l'Agenzia del Demanio trasferirà il bene al MiC (ministero della Cultura), che entro fine anno rilascerà il titolo per la gestione al Comune. Le diverse declinazioni che potrebbe assumere il bene vanno inquadrate all'interno di un ragionamento che tenga conto dei vincoli che ci sono. Come prima carta di scambio tra Comune, Demanio e ministero ci sono i lavori di ristrutturazione che andranno fatti sul Castello. I fondi ci sono e il progetto è già finanziato con 8 milioni di euro (Fondo sviluppo e coesione), ma sarà Palazzo San Giacomo ad occuparsi della supervisione. 

Discorso diverso per gli altri beni inseriti nell'accordo. Tra questi l'ex Opg, al cui interno coesistono collettivi e la sede di un partito politico Potere al popolo. Da quanto fa sapere il Comune la volontà «è di conservare le esperienze che ci sono, ma si dovranno inquadrare all'interno di un percorso». Il federalismo culturale grazie al quale nel 2021 è stato formalizzato il passaggio dell'ex Opg dal Demanio al Municipio «obbliga l'Ente a rispettare le condizioni previste dall'accordo, altrimenti il bene rischia di ritornare all'Agenzia». Le finalità? «Valorizzare l'area, riutilizzando parte degli spazi e dando modo di esprimere immediatamente le potenzialità intrinseche del luogo e delle comunità insediate». Che fine faranno i collettivi e Potere al popolo? «Bisognerà regolarizzare la situazione, con l'idea di conservare le esperienze che ci sono» ha spiegato Manfredi. Questo vuole dire che l'intenzione non è mettere alla porta nessuno, ma bisognerà capire se chi occupa oggi il bene digerirà un regolamento più o meno rigido. Per l'ex riformatorio Filangieri sono previste residenze universitarie e la realizzazione di un centro di alta formazione delle arti e dell'artigianato artistico con relativi servizi. Verranno valutate ipotesi di completo riuso mediante concrete destinazioni anche per finanziamenti Pnrr, per un totale di 15 milioni di euro. 

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Il complesso di Trinità delle Monache (ex ospedale militare) vedrà uno sviluppo del compendio con principale funzione di uso governativo e verde pubblico attrezzato. Nell'ex arsenale militare di via Campegna invece è prevista una destinazione polifunzionale, con la realizzazione di un campus universitario dell'Università Parthenope per la sede del Dipartimento di Scienze Motorie e per laboratori finalizzati alla ricerca energetica-ambientale. Discorso diverso per Napoli sotterranea per la quale c'è un giudizio pendente davanti al Tar. Infine ci sono i beni confiscati alla criminalità. L'iniziativa ha la possibilità di svilupparsi su due linee di azione: beni opzionati dal Comune ma non più strategici per il perseguimento dell'originario fine sociale e destinabili ad altri progetti; beni mantenuti per l'utilizzo sociale dell'amministrazione comunale per i quali l'Agenzia può svolgere il ruolo di advisor. «Superiamo oggi il blocco del non si può fare e vediamo come rigenerare la città attraverso il bene pubblico» ha fatto sapere il direttore del Demanio Alessandra Dal Verme

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