Napoli, percettori del reddito di cittadinanza ripuliscono le aiuole: «Non vogliamo soldi per stare a casa»

Napoli, percettori del reddito di cittadinanza ripuliscono le aiuole: «Non vogliamo soldi per stare a casa»
di Antonio Folle
Lunedì 22 Giugno 2020, 18:03 - Ultimo agg. 18:52
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La croniche carenze di personale comunale addetto alla cura dei giardini hanno come risultato la pressochè totale distruzione del verde cittadino. Zona come piazza Cavour, il quartiere San Lorenzo, il Vomero o la stessa area di Posillipo sono ormai desertificate da diversi mesi per l'impossibilità - unita ad una generosa dose di disorganizzazione dei servizi - di prendersi cura degli spazi verdi. Piazza Mazzini e la sua bellissima aiuola sono da anni oggetto di una vera e propria "disputa" politica a suon di segnalazioni più o meno indignate a ritmo regolare da parte degli esponenti istituzionali della zona. Gli spazi non ricevono regolare manutenzione da mesi. Gli alberi necessitano di importanti lavori di potature e tonnellate di rifiuti si accumulano sotto le aiuole che somigliano a veri e propri boschetti incolti.
 
 

Da sabato scorso un gruppo di cittadini del quartiere, tutti percettori del reddito di cittadinanza, sono scesi in campo e armati di vanghe, scope e palette stanno lavorando alacremente per ripulire gli spazi e ridare finalmente dignità alla storica piazza e ai suoi spazi verdi. 

La misura del reddito di cittadinanza prevede che i comuni possano disporre del lavoro dei percettori del reddito i quali, a loro volta, sono tenuti a fornire 8 ore di lavori socialmente utili. In alcuni comuni italiani - in Campania è capofila il Comune di Bacoli guidato dal vulcanico Jesi Gerardo Della Ragione - già si sta provvedendo a impiegare i cittadini in progetti di utilità sociale. Al Comune di Napoli, da sempre a corto di personale e nell'impossibilità di procedere a nuove assunzioni, la misura non è stata ancora recepita e migliaia di cittadini ricevono regolarmente ogni mese il reddito di cittadinanza senza essere tenuti a corrispondere alcuna prestazione lavorativa. Un controsenso che ha soffiato benzina sul fuoco dei social, creando una "etichetta" negativa per quanti oggi sopravvivono grazie al reddito di cittadinanza, additati come nullafacenti o, peggio, truffatori dello Stato. 

Una situazione inspiegabile non solo nell'ottica nelle croniche carenze di personale comunale, ma anche nell'ottica della buona volontà espressa da centinaia di cittadini che hanno più volte fatto pressione con le istituzioni per essere finalmente impiegati in progetti lavorativi. Se è innegabile che la misura andrebbe "registrata" per fare in modo da scovare eventuali truffatori, è altrettanto vero che moltissimi cittadini hanno aderito a tale misura economica non solo per il corrispettivo economico ma soprattutto per poter essere inseriti in progetti lavorativi. 

«Noi non vogliamo stare a casa a percepire un reddito senza far nulla - spiega Paolo Maisto, percettore del reddito di cittadinanza - vogliamo dare il nostro contributo lavorativo perchè crediamo che sia l'unico mezzo per fare in modo che questa misura economica diventi anche una misura di dignità. Io in passato ho avuto alcuni problemi - prosegue l'uomo - per anni ho lavorato come parcheggiatore abusivo perchè non avevo altra alternativa. Da quando mi è stato riconosciuto il reddito di cittadinanza ho smesso con quella attività e sto cercando con tutte le mie forze di trovare una nuova collocazione nel mondo lavorativo. Voglio mettermi in gioco e voglio mettere a disposizione le mie capacità e la mia buona volontà. Non tutti quelli che percepiscono il reddito sono cialtroni e nullafacenti come qualcuno vorrebbe lasciar intendere - conclude - tutto quello che chiediamo è di poter essere inseriti in un percorso lavorativo».
 

In campo anche il mondo delle associazioni: «Abbiamo deciso di scendere in strada insieme ai percettori del reddito di cittadinanza e di dare una mano per sensibilizzare le istituzioni - spiega Salvatore Paternoster dell'associazione giovanile Giovani Promesse - la nostra speranza è che quanto prima la misura del reddito di cittadinanza passi alla fase successiva e cominci a creare le condizioni per includere questi cittadini in un percorso finalizzato al lavoro. Il Comune di Napoli ne ha bisogno - prosegue - per questo non si capisce perchè non si decidano ad avvalersi della collaborazione di questi cittadini che oggi hanno voluto dimostrare di avere la voglia e la capacità di poter fare qualcosa di buono».

In poche ore di lavoro i giardini di piazza Mazzini hanno cambiato volto. Un ottimo risultato conseguito dai volontari che già negli scorsi mesi avevano dato vita ad interventi simili in altre zone della città. Adesso la battaglia per spingere il Comune di Napoli ad avvalersi di questi cittadini-lavoratori - la legge lo prevede - si trasferisce in ambito politico.

«E' assolutamente indispensabile che questi cittadini diano il loro contributo alla società che riconoscere loro un reddito di cittadinanza - spiega la consigliera regionale Maria Muscarà -  ricordiamo che si tratta di persone che in ogni caso hanno il diritto alla dignità che spetta loro e che non possono essere sviliti corrispondendo loro uno stipendio lasciandoli a casa. La legge che ha istituito il reddito di cittadinanza prevede che i percettori diano 8 ore settimanali di lavoro socialmente utile ai Comuni. Alcuni comuni, come quello di Bacoli, hanno deciso di avvalersi di questi lavoratori per migliorare i servizi offerti alla collettività. Faremo tutte le pressioni necessarie - conclude - per fare in modo che anche il Comune di Napoli possa cominciare al più presto a dare la possibilità a questi cittadini di poter dare il loro contributo». 
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