Pericolo gabbiani per gli aerei in volo: «Così li scacciamo da Capodichino»

Pericolo gabbiani per gli aerei in volo: «Così li scacciamo da Capodichino»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 19 Agosto 2019, 08:30
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Volatili e velivoli, la convivenza è sempre più delicata. Solo quattro giorni fa, un Airbus della Ural Airlines, dopo aver colpito in fase di decollo uno stormo di gabbiani, è stato costretto all'atterraggio di emergenza in un campo di grano nei pressi di Mosca. Tanta paura per un fenomeno che, se sottovalutato, può portare dei rischi. Restando in Italia, a Genova, Venezia e Roma, negli ultimi anni, in alcune circostanze sono stati assoldati dei falchi per allontanare i gabbiani, spesso sempre più grossi e affamati, a caccia di cibo e rifiuti nelle città costiere.
 
E Napoli? Qui niente rapaci, falchi, o falconieri: «Siamo sempre stati attrezzati per prevenire il rischio di bird-strike - spiegano da Gesac, società di gestione dei servizi aeroportuali di Capodichino - Utilizziamo da sempre tecniche evolute per tenere distanti gli uccelli dalla pista, come ad esempio la fonoriproduzione dei lamenti animali adattata alla specie che si intende allontanare». In ogni caso, secondo Gesac, non sono i gabbiani - almeno per numeri - il grattacapo numero uno dei piloti in rotta Vesuvio. «Rondini, gheppi e piccioni sono presenti in numero più elevato e si avvistano maggiormente. Introdurre un'altra specie nella zona aeroportuale però sarebbe un rischio. Adoperiamo mezzi tecnologicamente più evoluti dei rapaci e dei cormorani. Se arrivasse qualche nuova tecnologia, di sicuro potremmo prenderla in considerazione in futuro». Lo stato delle discariche e la tipologia di alberature presenti nelle zone circostanti alle piste sono altri due punti importanti da tenere sotto controllo per abbassare il rischio di incidenti e collisioni tra Boeing e stormi.

Voli costretti a tornare in pista, atterraggi d'emergenza, necessità di dichiarare inagibili le piste di decollo, un po' di spavento a bordo. Le peripezie aereo-volatili non mancano, in giro per il mondo, e le collisioni nemmeno. Ogni aeroporto del pianeta deve interfacciarsi con gli uccelli, che possono interferire in fasi particolarmente delicate del volo, cioè decollo e atterraggio, che ovviamente avvengono a bassa quota. Per ora, e per fortuna, non si sono verificati incidenti uccelli-aerei (bird-strike) all'ombra del Vesuvio, ma il bird-scaring (cioè lo spaventare gli uccelli) a Capodichino è un fenomeno affrontato seriamente, da sempre, quotidianamente, e in tre modi. «I mezzi di prevenzione - prosegue Gesac - cioè le squadre di camioncini che controllano e monitorano costantemente le piste con a bordo personale addestrato, sono equipaggiati con attrezzi per il bird-scaring. Si tratta di macchinari in grado di eseguire tecniche di fonoriproduzione. Ogni suono è adattato alla specie che si intende allontanare». Con i gabbiani, quindi, la macchina riproduce il lamento di un gabbiano. Se si vuole allontanare un gheppio, il suono riprodotto è quello del lamento di un gheppio, e così via per rondini e piccioni. Nelle zone di Capodichino potenzialmente più critiche e affollate da volatili, invece, la prevenzione avviene con dei «cannoncini a propano telecomandati che emettono suoni molto forti, attraverso i quali si allontana una specie senza uccidere nessun uccello». Il terzo metodo consiste nell'uso di pistole lanciarazzi e laser, sempre non letali per i bersagli alati in movimento.

Se cinque anni fa a Genova la folla di gabbiani e le 70 collisioni aereo-volatile in 5 anni costrinsero l'aeroporto ligure a spendere oltre 300mila euro e dichiarare per diverse ore l'inagibilità della pista, da Napoli arriva un secco no alla possibilità di far cacciare gabbiani, rondini, piccioni e gheppi da altri uccelli rapaci: «Introdurre un'altra specie nella zona aeroportuale sarebbe un rischio - spiega ancora Gesac - Adoperiamo mezzi tecnologicamente più evoluti dei rapaci e dei cormorani. Se arrivasse qualche nuova tecnologia, di sicuro potremmo prenderla in considerazione. In ogni caso, rondini, gheppi e piccioni sono le specie che si avvistano maggiormente a Capodichino. Ci sono anche i gabbiani, ma in quantità minore». Un'altra attività importante per scongiurare il bird-strike è il monitoraggio dell'area aeroportuale e dei territori circostanti: «Ci interfacciamo costantemente con i Comuni di Napoli e Casoria per controllare lo stato dei rifiuti e le alberature». Perché i gabbiani sono attratti dalle discariche, e ogni albero attira una specie di uccelli. In ogni caso, a Capodichino, il Bird Risk Index (formula adottata dall'Enac per quantificare la possibilità di un bird-strike) è di «0,12», informano da Gesac. La «soglia di attenzione» critica del fenomeno parte da 0,5, cioè molto più alta di quella dichiarata dalla società che gestisce i servizi aeroportuali all'ombra del Vesuvio.
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