Un cielo blu di palloncini e tanti bambini pronti a stringere la mano a un nuovo amico diversamente abile. Si presentava così stamattina Piazza Nazionale a Napoli, dove per il terzo anno consecutivo l’Asl Napoli 1- che da anni porta avanti il progetto di adozione scolastica e sociale per bambini autistici e le scuole del territorio si sono ritrovate per sensibilizzare al tema gli abitanti del quartiere.
«Vogliamo mostrare come per i coetanei sia più semplice accettarli così come sono e provare ad integrarli nelle loro attività, nel loro gioco, accogliendo la loro diversità in maniera più naturale – spiegano gli organizzatori - hanno spiegato Aldo Parrella (responsabile nucleo neuropsichiatria infantile Asl Napoli 1) e Luisa Russo(responsabile centro unico aziendale della salute mentale in età evolutiva Asl Napoli 1)- Intendiamo in tal modo lanciare un messaggio anche agli adulti rispetto la possibilità di accogliere e rapportarsi a questi bambini e ragazzi come ad un individuo che comunque può far parte del contesto sociale in cui vive, pur con le sue peculiarità».
A portare il loro contributo in piazza anche molte associazioni di genitori. Sono loro ad aver dato voce alle storie di integrazione che riguardano i figli. «Mio figlio ha 28 anni e lavora con una cooperativa sociale che si occupa di banqueting – ha spiegato Giuseppe De Santis, padre di un ragazzo autistico - Gli autistici hanno delle peculiarità che se assecondate possono dare la possibilità di inserirsi in maniera brillante in un contesto sociale o professionale».
E se i progetti di inclusione sociale sostengono almeno moralmente i genitori nella battaglia quotidiana per le cure dei propri figli, lo stesso in Campania non si può dire delle istituzioni chiamate a legiferare in materia di assistenza e terapie per i bambini e ragazzi che soffrono del disturbo.
«E’ stata approvata una legge regionale ma se non vengono immessi i fondi è tutto inutile. Questi ragazzi non hanno niente, ci sono file di attesa di due anni per ottenere una semplice trattamento di logopedia o psicometria – ha precisato Gennaro, padre di una bambina autistica - Bisognerebbe dare possibilità anche alle Asl di fare terapia, noi genitori siamo costretti a rivolgerci ai privati e il costo è elevatissimo. Mia figlia necessiterebbe di almeno tre terapie a settimana. I costi variano da 35 a 70 euro a terapia. Il mio appello alle istituzioni è di guardare con grande attenzione e sensibilità a questo fenomeno».