Al Plebiscito i lavoratori dello spettacolo: «Senza risposte sciopero a oltranza»

Al Plebiscito i lavoratori dello spettacolo: «Senza risposte sciopero a oltranza»
di Oscar De Simone
Sabato 30 Maggio 2020, 18:41 - Ultimo agg. 18:51
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Artisti, lavoratori, uomini e donne dello spettacolo, sono tutti riuniti in Piazza del Plebiscito, per ribadire che il vero rilancio dell'Italia passa proprio attraverso la cultura. Un comparto messo in ginocchio dal covid-19 e che mai come ora necessita di incentivi per tornare a dare lavoro a tutti. Ma non solo. Le richieste degli operatori del settore si articolano in diversi punti come il “reddito di continuità” che supporti il comparto culturale fino alla ripresa di ogni settore e che ne tuteli l’esistenza, salvaguardando i rapporti di lavoro in atto. Una richiesta precisa che i rappresentanti del settore, vorrebbero presentare ad un tavolo di confronto tra lavoratori, sindacati, governo ed istituzioni.

«Le nostre priorità – dichiara il direttore tecnico Matteo Garofalo – sono la salute per noi tutti e per il pubblico. Chiediamo protocolli di sicurezza, finanziamenti pubblici e strumenti di riforma. Non abbiamo altro modo per ripartire e per farlo nel totale rispetto delle norme anti covid. Questo periodo di quarantena ci ha messi in ginocchio ed ora più che mai abbiamo bisogno di ripartire. Il teatro, così come lo spettacolo in genere si è sempre reinventato e vogliamo ancora farlo, ma abbiamo bisogno del supporto del governo. Il sostegno economico promesso dall’INPS deve ancora arrivare e ci sono centinaia di famiglie che adesso non sanno più come andare avanti». 
 

Una situazione veramente difficile insomma per tutti gli operatori del settore. Migliaia di persone che oggi in quindici piazze italiane hanno fatto “ascoltare” il proprio silenzio. Non è possibile - commentano in piazza - continuare in queste condizioni. Siamo stremati e convinti che non ci sia attenzione verso di noi. Tutti gli spettacoli, i film e le commedie che hanno tento compagnia al paese, in questi ultimi due mesi, sono state prodotte da noi. Non è giusto che ora ci sia tanto menefreghismo nei nostri conforti. Se entro stasera non saremo convocati dal governo, il nostro sciopero sarà permanente. L’Italia deve sapere come stanno le cose, perché la cultura non può essere dimenticata».
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