Napoli, la rivolta della Pignasecca: cittadini e istituzioni in piazza contro la camorra

Napoli, la rivolta della Pignasecca: cittadini e istituzioni in piazza contro la camorra
di Paola Marano
Lunedì 26 Marzo 2018, 21:22
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Un consiglio di municipalità «'mmiez a via» per dire no alla camorra e chiedere più sicurezza per la Pignasecca dopo le “stese” – esplosioni a raffica di colpi di arma da fuoco -  che nell’ultimo mese hanno fatto rimpiombare la paura tra gli abitanti del quartiere.  La seconda municipalità, presieduta da Francesco Chirico, questo pomeriggio ha deciso di scendere in piazza, quella della Pignasecca, le cui facciate dei palazzi conservano visibilmente i segni delle ultime sparatorie, per dire pubblicamente no alla violenza. Associazioni di categoria, commercianti, abitanti del quartiere e rappresentanti di altre municipalità si sono stretti simbolicamente la mano per chiedere «uniti» di «poter svolgere le proprie attività quotidiane in tranquillità».

«Questo è da sempre un quartiere vivo, le stese hanno lasciato una ferita profonda che non può essere lasciata sotto traccia. Era necessario essere qui presenti oggi pomeriggio. - ha spiegato Francesco Chirico, presidente della II municipalità - vogliamo dare un segnale chiaro. Noi non arretriamo di un passo. Nessuno deve abbassare la testa, dobbiamo sottrarre ogni spazio al malaffare alla malavita». 

Una piazza, quella della Pignasecca, che è stata derackettizzata nel 2011, come ha sottolineato Maria Belfiore, presidente dell'associazione Antiracket di Napoli Centro. «Qui nessuno paga più il pizzo - ha affermato - I commercianti da tempo si sono opposti al racket. Quello che chiediamo è il diritto per i commercianti, le loro famiglie e la gente del posto alla tranquillità».
 

Accanto alle istituzioni del territorio e alla popolazione del rione hanno manifestato anche il presidente della III Municipalità, Ivo Poggiani, rappresentanti di Federconsumatori, del ConsorzioToledo-Spaccanapoli, commercianti di piazza Garibaldi, dell'Arciconfraternita dei Pellegrini e familiari di vittime innocenti di camorra tra cui Susy Cimminiello a cui la camorra ha ucciso nel 2010 il fratello Gianluca. «“Delle oltre 900 vittime innocenti di camorra più di 300 sono campane», ha ricordato durante il suo intevento.
 
In piazza, in rappresentanza del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, c’era anche l’assessore alle politiche giovanili Alessandra Clemente, che con un accorato intervento ha annunciato di farsi promotrice di un tavolo tecnico con la prefettura per potenziare illuminazione e richiedere l’installazione di telecamere: due delle principlai richieste raccolte nel pomeriggio dagli abitanti della zona di Montesanto, insieme con l'istanza della difesa di presidi importanti del terriorio come l’ospedale pellegrini.

«Voglio inauguarare una stagione di istituzioni in mezzo alla strada: non esiste l’opzione della passività, o siamo cittadini attivi o siamo sudditi - ha detto l'assessore - questa è stata la pagina di resitenza più alta della città di Napoli, una città che riconsoce tutte le libertà, ma quella di fare violenza agli altri no, questa libertà noi non la riconsociamo. La camorra sarà pure forte, ma la sua vera forza sta fuori le organizzazioni, risiede nella malapolitica, nella corruzione e nell’indifferenza delle persone».
 
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