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Napoli: auto e scooter a fuoco, l'ombra del racket e delle baby gang

Solo nel mese di dicembre una ventina di roghi tra capoluogo e provincia

Motorini incendiati in piazza dei Martiri
Motorini incendiati in piazza dei Martiri
di Dario Sautto
Articolo riservato agli abbonati
Mercoledì 28 Dicembre 2022, 23:05 - Ultimo agg. : 29 Dicembre, 17:12
4 Minuti di Lettura

Una lunga scia di fuoco percorre le strade di Napoli e della provincia. Da mesi i roghi di auto e scooter si moltiplicano, si ripetono, seminano danni e paura tra chi vive negli edifici nelle vicinanze. Una escalation di incendi chiaramente dolosi che scoppiano quasi ogni notte costringendo i vigili del fuoco agli straordinari, insieme a carabinieri e polizia.

APPROFONDIMENTI
Portici, incendiate 8 auto in un parco: rogo colpisce anche un palazzo
Auto in fiamme a Napoli, a Gragnano sei veicoli incendiati: indagini in corso
San Gennaro Vesuviano, auto incendiate in una concessionaria

Il bilancio del solo mese di dicembre è inquietante: una ventina di incendi in tutto il Napoletano - addirittura due nella stessa notte nel quartiere Chiaiano e alla periferia di Gragnano lo scorso 20 dicembre, il più imponente a Portici tra Natale e Santo Stefano - con una quarantina tra auto e moto andati distrutti. Il fenomeno ha raggiunto anche i quartieri «bene» di Napoli, con un raid a Posillipo nel mese di novembre e uno a Chiaia, in piazza dei Martiri, poche sere fa. Dietro ogni incendio, però, si nascondono storie diverse. Avvertiment di camorra, vendette tra clan rivali, messaggi del racket, cavalli di ritorno finiti male, ma anche vicende sentimentali, liti per motivi di vicinato, parcheggi contesi o semplici dispetti. A Napoli e provincia tutto sembra risolversi col fuoco, di notte, quando le città dormono e dove gli occhi elettronici delle telecamere di videosorveglianza non arrivano.

A Ponticelli e Soccavo i piromani hanno agito due volte in poche notti, come al rione Traiano o a Chiaiano, dove il secondo raid si è verificato proprio la scorsa notte, e ancora a Bagnoli e a Chiaia. Ma incendi isolati e pericolosi si sono verificati anche in provincia: l’ultimo a Casavatore, il più distruttivo a Portici (otto veicoli coinvolti, di cui cinque ridotti in cenere nel parco Primavera), e ancora Bacoli, Gragnano (quattro auto coinvolte), San Gennaro Vesuviano, Melito, Calvizzano e Pozzuoli, dove un’auto è stata danneggiata da due petardi: la scena è stata ripresa da una telecamera e la polizia è riuscita a identificare in poche ore l’autore, denunciando un 44enne per danneggiamento in seguito ad incendio. Per il momento è l’unico giallo risolto.

Se negli anni scorsi il fenomeno era collegato principalmente agli avvertimenti di camorra per il racket di Natale, quest’anno – è l’ipotesi degli investigatori – molti incendi sono riconducibili a cavalli di ritorno non andati a buon fine, con le auto rubate e poi abbandonate in zone residenziali, dove vengono incendiate perché diventa «pericoloso» per i banditi mettere a segno l’estorsione prima della riconsegna. Diversi episodi di questo genere si sono verificati sia a Napoli che in provincia, dove i carabinieri e la polizia stanno cercando di identificare i responsabili. Difficile imbattersi nei classici guasti da surriscaldamento, come accaduto lo scorso 23 dicembre al Vomero, dove un’auto in transito ha improvvisamente preso fuoco. In calo anche gli incendi volontari per incassare il premio dell’assicurazione, che negli anni scorsi rappresentavano un numero importante: le compagnie assicurative hanno chiuso i rubinetti e la casistica dei risarcimenti si è ridotta notevolmente.

Adesso, chi incendia un’automobile lo fa per dispetto o per mandare un messaggio. Motivi sentimentali si celano dietro alcuni raid mirati che hanno riguardato incensurati e donne: spesso partner traditi o lasciati, che anche dopo mesi si armano di tanica di benzina e fiammiferi, causando danni da decine di migliaia di euro. A Gragnano, nella notte del 20 dicembre, sono andate distrutte una Fiat 500 e una Panda, e sono state danneggiate una Renault Kangoo e una Clio. Le fiamme, molto alte, hanno annerito anche le pareti del condominio, per fortuna senza causare danni strutturali. Un rogo doloso apparentemente inspiegabile, che potrebbe essere legato a una contorta vicenda familiare: le auto sono di proprietà di un pensionato incensurato, ma una veniva utilizzata dalla figlia, impegnata in una nuova relazione che potrebbe aver scatenato vendette trasversali, su cui indagano i carabinieri.

Video

Nella stessa notte, in via Vicinale Reggente nel quartiere Chiaiano di Napoli è andata distrutta una Peugeot 207. A Ponticelli, invece, nelle notti del 15 e del 18 dicembre sono state incendiate prima una Jeep Renegade parcheggiata in via Oplonti, poi una Fiat Panda nei pressi del Lotto O. Quest’ultima era la vettura di una donna legata a un esponente di spicco dei De Luca-Bossa, episodio che potrebbe essere riconducibile a fatti di camorra, secondo gli inquirenti. A San Gennaro Vesuviano, invece, due auto sono andate a fuoco nel piazzale di una concessionaria: qui i carabinieri non escludono il racket di Natale. Ma potrebbero esserci anche gang di giovanissimi dietro alcuni raid, come quello avvenuto a due passi da piazza dei Martiri: lì sono stati distrutti tre scooter, forse ad opera di piromani minorenni.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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