«Divertimento senza sballo, a Napoli si realizzi il polo della notte»

«Divertimento senza sballo, a Napoli si realizzi il polo della notte»
di Bruno Majorano
Lunedì 29 Marzo 2021, 08:43 - Ultimo agg. 30 Marzo, 09:11
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Il mondo della notte è fermo praticamente da un anno. Appena qualche scampolo di normalità durante l'estate, ma poi è tornato il buio. Discoteche chiuse, musica dal vivo praticamente solo in streaming, niente concerti, niente serate. Tutto fermo, ma c'è chi pensa al futuro. Giustamente. Perché quando tornerà la normalità - e tornerà preso, si spera - Napoli dove farsi trovare pronta, anzi prontissima. Questa la priorità anche di Christian Ciotola, 29 anni, e dj praticamente fin da quando è diventato maggiorenne. Piatti e vinili sono il suo pane quotidiano, ma da quando si è fermato tutto la musica non ha mai lasciato la sua vita. Perché oltre che dj è anche produttore e docente in una scuola di musica al centro di Napoli.


E allora lei cosa chiederebbe al prossimo sindaco di Napoli?
«Una cosa su tutte: la riorganizzazione turistica della notte».


Ovvero?
«Noto una totale mancanza di informazione circa le attività ludiche del by night in città. All'estero non hai nemmeno il tempo di arrivare in aeroporto o in stazione, e già sai tutto. Quindi magari anche a Napoli si potrebbe pensare a qualcosa del genere. Mi vengono in mente bugiardini creati ad hoc dove chiunque arriva possa trovare tutte le informazioni utili per sapere cosa c'è da fare la sera. Il top sarebbe organizzare dei punti informazioni in aeroporto dove poter anche acquistare le prevendite per gli eventi. Sarebbe un moto molto intelligente e pratico per far evitare anche le lunghe file all'esterno dei locali. E poi penso che anche il napoletano ne beneficerebbe. Perché abbiamo i locali trai i più belli d'Italia, sia per le location che per le strutture. Detto questo, poi, ovviamente vanno fatte delle regole rigide per i giovani».


Ci dica di più...
«Penso innanzitutto ai collegamenti. Basterebbe individuare i luoghi di intrattenimento più frequentati dai giovani e organizzare delle navette per trasportare i potenziali clienti dei locali. Porto un esempio facilissimo: a Ibiza dal porto o da ogni punto focale della città, partono i bus per arrivare alle quartieri delle discoteche. A Napoli penso alle zone di Agnano, Bagnoli o il centro città.

Si potrebbero istituzionalizzare delle corse notturne dedicate all'intrattenimento con partenza da Chiaia o dal Vomero con destinazione a via Scarfoglio d'inverno o via Coroglio d'estate quando aprono i locali all'aperto».


Ma non solo...
«Discorso a parte meriterebbero i turisti. Andrebbero coccolati di più. Collegamenti diretti dall'aeroporto dal porto, per agevolare anche i crocieristi. Se vado a Barcellona o a Londra già so dove posso andare e cosa posso fare la sera. Posso trovare tute le guide che mi possono indottrinare e rapidamente saprò anche in che modo raggiungere la destinazione che mi sono prefissato per la serata. Insomma: un modo per incentivare una rete di trasporti notturni».


Da un punto di vista logistico cosa propone?
«Il massimo sarebbe creare una sorta di quartiere della notte. Come hanno fatto a Rimini negli 90, dove hanno creato una collina con tutti i locali. Diventerebbe perfetto anche per indirizzare napoletani e turisti. Si eviterebbe la dispersione e si aumenta la libertà di scelta di ogni singolo cliente. Il locale che offre un certo tipo di musica, quello con una cucina particolare. Insomma: l'ideale per abbracciare le esigenze di un pubblico vasto e molto eterogeneo. Ci diciamo sempre che Napoli è una capitale del turismo, perché non valorizzare anche la notte? Non tutti lo sanno, ma Napoli vive più di notte che di giorno».


E dal punto di vista organizzativo?
«Mi piacerebbe un polo della notte. Una punto di riferimento istituzionale che possa regolare la notte a Napoli sotto ogni piccolo aspetto. Tutti i locali sono separati tra di loro e vivono di vita propria, non si riesce ad avere una organizzazione standard. Mentre con un ufficio comunale che impartisce delle linee guida, tutti ne trarrebbero vantaggi: sia il gestore che il cliente».


Al netto del by night e della vita del dj, da napoletano che cosa vorrebbe?
«Riuscire a trovare un punto della città dove potermi rilassare».


Cosa intente?
«Mi piacerebbe avere punti sempre aperti per i ragazzi. Il modello che mi viene in mente è quello del prato gigante sotto la torre Eiffel di Parigi. Non c'è ora del giorno o della notte nella quale non ci sia qualcuno. Ecco, a Napoli vorrei dei luoghi verdi e aperti tutto il giorno. Non c'è bisogno che siano attrezzati, mi accontenterei se fossero curati. Penso a piazza Vittoria, potrebbe essere riqualificata e utilizzata per questo scopo».

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