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Napoli, manifestazione contro la camorra a Ponticelli: duemila in piazza ma politici assenti

Ponticelli ricorda le vittime della strage nel bar Sayonara: nel quartiere è ancora allarme

Ponticelli, la manifestazione per ricordare le vittime della strage nel bar Sayonara
Ponticelli, la manifestazione per ricordare le vittime della strage nel bar Sayonara
di Valentino Di Giacomo
Articolo riservato agli abbonati
Venerdì 11 Novembre 2022, 23:57 - Ultimo agg. : 13 Novembre, 10:00
5 Minuti di Lettura

«Adesso basta, qui è come se ci trovassimo in un territorio di guerra, non è possibile che si spari in pieno giorno proprio all’ingresso di una scuola elementare». Sono esausti i cittadini di Ponticelli, negli occhi c’è ancora il terrore vissuto 24 ore prima, quando è stato gambizzato un uomo proprio all’orario di uscita dalla scuola elementare di piazza Aprea. Era già previsto che Ponticelli scendesse in piazza ieri mattina, ma i residenti e le associazioni si erano dati appuntamento solo per ricordare i 4 morti uccisi nella strage compiuta al bar Sayonara nel 1989. Quest’anno alla memoria delle vittime di 33 anni fa, si è aggiunta la rabbia perché qui sembra non cambiare nulla col passare degli anni, cambiano solo gli equilibri tra nuovi e vecchi clan.

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La rabbia monta ancor di più nel corso della mattinata quando gli organizzatori si rendono conto che non è arrivato nessun politico, nonostante invitati. Non c’era il sindaco, non un assessore, neppure un rappresentante delle forze dell’ordine. «Solo un problema organizzativo», verrà riferito dopo, ma la delusione in piazza e sul palco era palpabile. Il Comune aveva deciso di presenziare con l’assessore alla Legalità, Antonio De Iesu e il vicesindaco Laura Lieto. Sono arrivati in ritardo per un malinteso sull’orario, circostanza confermata dagli organizzatori. Stesso malinteso è avvenuto con il viceprefetto e il questore. «C’è amarezza - racconta Mariano Di Palma, referente regionale di Libera - ma abbiamo ribadito anche dal palco che cercheremo in tutti i modi di ottenere l’attenzione delle istituzioni. Con il Comune e le istituzioni locali si è trattato effettivamente di un disguido sull’orario, ma mi chiedo per quale motivo non sono venuti in piazza i tanti parlamentari eletti sul territorio, di tutti i partiti, nonostante il venerdì Camera e Senato non sono generalmente in attività. È tutta la politica che dovrebbe interrogarsi su questa assenza, al di là dei partiti». 

Il corteo a Ponticelli in memoria delle vittime dell’11 novembre 1989 era stato organizzato dal presidio di Libera Ponticelli, Fondazione Polis e dal Coordinamento Campano familiari vittime innocenti della criminalità. In piazza c’erano i parenti delle quattro vittime. Clementina De Cicco, figlia di Gaetano, ha raccontato la sua storia, aveva appena dieci anni quando le hanno strappato per sempre il papà. «Sono stati anni tremendi - racconta Clementina - ma la cosa più triste è che qui non cambia mai niente. Qui ci vuole lo Stato, invece ci sembra che i delinquenti vivano una sensazione di impunità, che possano fare tutto ciò che vogliono, altrimenti non sparerebbero all’esterno di una scuola».

Prova a trovare delle speranze Mary Colonna, sorella di Ciro, vittima innocente ad appena 19 anni, quando nel 2016 fu freddato durante un raid armato dei clan del Lotto 0. «Sono qui con la mia bimba - ha spiegato - perché la speranza è l’ultima a morire. Dobbiamo consentire a mia figlia, ai bimbi del quartiere e di tutta la città di credere nella rinascita. Lo dobbiamo a mio fratello Ciro e a tutte le vittime innocenti». In piazza tanti adulti, ma soprattutto bimbi e ragazzi con i loro cartelli colorati. «La strada giusta» è scritto su uno striscione che i bimbi stringono tra le mani. «Purtroppo - racconta una delle maestre - la strada giusta qui può diventare facilmente quella sbagliata. Persino la strada che porta alla scuola può diventare un pericolo se si può compiere in pieno giorno una sparatoria».

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C’è voglia di ricordare le vittime di 33 anni fa così come tanto è l’entusiasmo quando i giovani studenti delle 12 scuole del quartiere ricevono il premio “Cuori spenti” per i propri elaborati scritti contro la camorra. Ma c’è anche tanta frustrazione nel corteo per i continui allarmi che si susseguono nel quartiere a causa della faida tra i clan, delle bombe e delle sparatorie. Poi dal palco arrivano gli interventi critici a notare l’assenza di figure politiche, come quello di Anna Ferrara di Sos Imprese. «Un mese e mezzo fa - viene spiegato nei vari interventi - qui tutti i partiti organizzavano eventi per guadagnare consensi, ora che davvero il quartiere ha bisogno non si vede nessuno. Almeno con il sindaco e la Giunta ci siamo chiariti, ma i rappresentanti a Roma perché non sono più tornati?». Altri tempi si vivevano 40 anni fa, il 12 novembre 1982, quando ad Acerra partì la prima vera marcia anticamorra guidata dal vescovo don Antonio Riboldi. Fu il primo segnale contro i clan, poi rimasto inascoltato. Stamattina ad Acerra quegli stessi ragazzi, oggi adulti, del liceo “Alfonso Maria de Liguori”, scenderanno di nuovo in piazza per riaffermare l’impegno contro la camorra. La politica, allora, provò ad unirsi a quel grido di dolore. Oggi ci si gira tutti dall’altra parte anche se i consiglieri municipali d’opposizione vicini a Catello Maresca, avevano già annunciato la loro assenza. «Scendere in piazza - avevano detto - non serve se poi non si fa nulla di concreto».

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