Ponticelli e il terremoto: 40 anni dopo
restano il parco Evangelico e i bipiani

Ponticelli e il terremoto: 40 anni dopo restano il parco Evangelico e i bipiani
di Alessandro Bottone
Lunedì 23 Novembre 2020, 13:20
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A quarant'anni dalle scosse il quartiere Ponticelli, nella zona orientale di Napoli, sconta pesantemente le conseguenze del terribile terremoto in Irpinia del 1980. Il «parco Evangelico» e il «campo Bipiani», entrambi realizzati per rispondere all'emergenza abitativa di quegli anni, rappresentano ferite ancora non curate. Entrambi i complessi, tuttora occupati, sono l'emblema di una condizione di abbandono e degrado che perdura da diversi lustri.

Le casette del «parco Evangelico» furono donate dalla Federazione delle Chiese Evangeliche al Comune di Napoli nel 1983. Dovevano essere provvisorie ma insistono ancora in viale delle Metamorfosi, a ridosso del «lotto O» e a due passi dell'Ospedale del Mare. Nell'autunno del 2019 molte famiglie sono state trasferite nei nuovi alloggi comunali in via Odissea. Le fatiscenti abitazioni del parco Evangelico - molte hanno ancora il tetto in amianto - sono state occupate da altre famiglie.

Le condizioni di vivibilità restano altamente precarie. In quest’area è prevista la realizzazione di nuovi alloggi popolari dopo la necessaria bonifica.

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Le ferite del terremoto sono ancora più evidenti e dolorose nel «campo bipiani» di via Isidoro Fuortes, alle spalle di via De Meis. Solo una parte degli alloggi contenenti amianto fu abbattuta nei primi anni Duemila. Gli altri 104 restano ancora in piedi perché non liberati dagli occupanti. Lo scorso 5 novembre la giunta del Comune di Napoli ha approvato il progetto esecutivo che prevede la bonifica, lo smantellamento e la demolizione degli alloggi rimanenti.

Occorre un intero anno di lavoro per eseguire i complessi interventi e al momento non è stata ancora individuata una soluzione per i residenti che ancora occupano gli alloggi. É quanto emerge dalla seduta congiunta delle commissioni comunali 'Politiche urbane' e 'Patrimonio' svolta venerdì 20 novembre. Sulla ricollocazione dei residenti l’assessore all’urbanistica Carmine Piscopo ha specificato che è a lavoro «un tavolo tecnico che coinvolge gli assessorati competenti e la protezione civile». «Un lavoro complesso che si scontra in primo luogo con la difficoltà di censire questa platea» ha specificato l'assessora alle politiche per la casa Monica Buonanno. In merito, nella relazione generale del progetto approvato due settimane fa, si legge che l'area «allo stato risulta, per quanto noto, tuttora occupata da 94 nuclei familiari - per la stragrande maggioranza costituita da soggetti extracomunitari - pari a 318 persone di cui 66 minori». Numeri che potrebbero essere cambiati ma che nulla tolgono alla complessità e alla delicatezza della situazione specie per l'emergenza sanitaria coronavirus.

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Il presidente della commissione 'Politiche urbane' Mario Coppeto ha chiesto di valutare l’utilizzo di un immobile in via delle Industrie 41 a Barra. In merito «l’assessora Buonanno ha precisato che al momento non si tratta di una proposta praticabile in quanto la struttura è oggetto di un protocollo di intesa con la prefettura per la ricollocazione abitativa delle persone di etnia Rom. Buonanno si è tuttavia impegnata a portare il tema al tavolo di confronto prefettizio» si legge nella nota stampa di Palazzo San Giacomo. Diversi beni pubblici della zona orientale potrebbero essere utilizzati per tale scopo, come più volte chiesto dal comitato dei residenti dei bipiani.

Nel corso della riunione sono state evidenziate delle perplessità anche sul fronte tecnico: «Le schede allegate alla delibera raffigurano una situazione non più attuale che potrebbe richiedere ulteriori verifiche e quindi un allungamento dei tempi» ha evidenziato il consigliere Vincenzo Moretto. Nel progetto esecutivo si legge che «non si rilevano differenze nelle volumetrie e nelle consistenze planimetriche, né modifiche ai prospetti né difformità tra planimetrie e prospetti, mentre non è possibile riscontrare la presenza o meno di variazioni di distribuzione interna degli ambienti dal momento che non è possibile accedere agli stessi per motivi di ordine e sicurezza». Sul punto l'assessore Piscopo ha specificato che «le schede tecniche sono state rivalidate e, laddove necessario, sono stati inseriti riscontri all’attualità».

Nel corso degli anni molte famiglie colpite dal terremoto hanno trovato una soluzione abitativa altrove e gli alloggi del «parco Evangelico» e del «campo bipiani» sono stati occupati da altri nuclei così da rendere più difficoltoso il processo di riqualificazione e recupero atteso da anni, recentemente sbloccato con un accordo tra Comune e Regione Campania. L'intero quartiere di Napoli Est ha conosciuto le conseguenze del sisma del 1980. Negli anni successivi sono stati costruiti i diversi complessi di edilizia residenziale pubblica che sorgono in diverse zone di Ponticelli e che non sempre hanno conosciuto adeguati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

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