La caccia al benefattore di via Petrarca è già partita, al momento con scarsissimi risultati. Non c’è traccia, infatti, dell’uomo - verosimilmente un residente - che, a sue spese, ha ingaggiato due giardinieri per rimuovere tutte le erbacce che, modello Savana, invadevano le singole aiuole, ripulendole perfino dai bisogni dei cani che, padroni incivili, non provvedono a rimuovere così come le regole - e non solo quelle della buona educazione e del rispetto degli altri - imporrebbero. Un lavoro certosino, pianta dopo pianta, eseguito, una volta tanto, alla perfezione dall’inizio alla fine della strada.
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Nessuno poteva credere che finalmente - e miracolosamente - il Comune avesse deciso di provvedere a un po’ di normale e indispensabile manutenzione. E così è venuta fuori la bella sorpresa. A raccontare la vicenda, in un “post” su Facebook, è una avvocatessa napoletana che dopo aver notato l’insolita presenza dei giardinieri lungo la strada, ha fatto la sua personale indagine scoprendo - e raccontando - quel che segue: «Esistono ancora persone generose - scrive sul social network - Sono rimasta colpita dal fatto che si stavano estirpando le erbacce dal marciapiede di via Petrarca e, incredula, penso sia opera del Comune che si è attivato in vista delle elezioni: vengo a sapere dagli operai al lavoro che invece è un benefattore che si è accollato le spese di pulizia e manutenzione della strada e vuole restare anonimo, una bella storia che fa bene al cuore». Fin qui la riflessione della professionista, il cui “post” ha scatenato, come era prevedibile, un vero e proprio dibattito social oltre a raccogliere una smisurata quantità di “like”. Da un lato c’è chi vorrebbe conoscerne il nome per “candidarlo a sindaco di Napoli”, dall’altro chi - come il presidente della Municipalità, Francesco de Giovanni - più semplicemente avrebbe piacere di saperlo solo “per ringraziarlo a nome dell’intero quartiere”. «Ci hanno informato, nei giorni scorsi, che qualcuno, verosimilmente un privato, aveva mandato una coppia di giardinieri a ripulire le aiuole di via Petrarca - aggiunge il presidente del parlamentino di Chiaia - devo ammettere che mi è subito sembrato un po’ strano, e ho ritenuto, sbagliando, che invece lo avessero fatto i lavoratori dell’Asia ai quali spetterebbe il compito del decespugliamento». Incredulo, dunque, Francesco de Giovanni, per chiarire il piccolo giallo, si mette in contatto con la dirigente dell’Asia, Grazia Tammaro: «Non solo non ne sapeva niente - spiega il presidente - ma anzi, mi ha raccontato che ad accorgersene sono stati proprio i giardinieri dell’azienda: giunti sul posto avrebbero trovato il loro lavoro già fatto». Ma guarda che combinazione. Le aiuole di via Petrarca sono quasi sempre incolte con cespugli alti quasi quanto gli alberi, e invece, neanche a farlo apposta, quando arrivano gli addetti ai lavori dell’Asia? Subito dopo i giardinieri assoldati dal misterioso benefattore.
«Un consigliere della nostra Municipalità ha anche provato a fare delle ricerche - aggiunge il presidente - ma non è riuscito a sapere nulla. Ha chiesto ai titolari dei negozi, ai portieri dei palazzi della zona, e anche ad alcuni residenti: tutti sanno che le erbacce sono state strappate da qualcuno che ha pagato di tasca propria, ma nessuno sa di chi potrebbe trattarsi». Anzi, leggendo il “post” dell’avvocatessa sembrerebbe venire fuori la precisa volontà di rimanere anonimo. La professionista - come scrive su Facebook - avrebbe infatti chiesto ai giardinieri in azione il nome di chi aveva affidato loro quell’incarico senza però ricevere risposta. O meglio: sentendosi dire che non avrebbero potuto rivelare la sua identità perché chi li aveva pagati non voleva che si conoscesse. Intanto, e stavolta non c’entra il benefattore misterioso, sono iniziati a opera del Comune i lavori di ripristino del marciapiedi in tre punti della medesima strada, mentre non se ne parla proprio di sostituire quel tratto di ringhiera che - lo scorso luglio - venne distrutta da un auto che, a gran velocità, oltrepassò il marciapiede - proprio nel punto in cui mancavano due dissuasori di acciaio - finendo direttamente nel viale sottostante tra gli sguardi attoniti dei passanti.
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