Poveri, tamponi al via e mense nei gazebo a Napoli: «È guerra al Covid»

Poveri, tamponi al via e mense nei gazebo a Napoli: «È guerra al Covid»
di Maria Chiara Aulisio
Lunedì 10 Agosto 2020, 09:22
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Tamponi ai senza dimora. Prosegue, anche a Ferragosto, la campagna di prevenzione anti Covid messa a segno tra i tanti ospiti dei centri di accoglienza, una misura necessaria - secondo i medici della Asl - per evitare il rischio che possano svilupparsi nuovi focolai di infezione. Tutti negativi i poveri che trovano rifugio presso il centro la Tenda gestito da don Antonio Vitiello, che ne è presidente, porto sicuro dei vagabondi di Napoli, nel cuore del rione Sanità. L'unica realtà che in città garantisce ai senza dimora un'assistenza completa: dalla lavanderia al cambio degli abiti, dall'ambulatorio alla farmacia. Qui, oltre al pernottamento, ogni giorno si serve il pasto a circa cento clochard. «Abbiamo avuto i risultati dall'ospedale Cotugno proprio nei giorni scorsi - racconta il direttore del centro, Antonio Rulli - per fortuna sono tutti negativi. È chiaro che qui gli ospiti si alternano spesso, attualmente la lista di attesa è di circa una settimana, ma noi ce la mettiamo davvero tutta per garantire il massimo dell'igiene». Ogni mattina, infatti, gli stessi operatori procedono alla sanificazione completa dei locali: «Spariamo vapore a 160 gradi ovunque: dalle camere da letto, ai bagni, a tutti gli spazi comuni: un servizio che prima veniva effettuato una volta alla settimana, adesso è diventato quotidiano». In attesa di ricevere i risultati dei prelievi effettuati sui clochard, anche tutte le altre strutture di accoglienza dove i medici sono al lavoro nel tentativo di ridurre al minimo i rischi di contagio. Prevenzione, dunque. E non solo al centro la Tenda.

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LA STRUTTURA
Sono sei i gazebo montati per accogliere un maggior numero di poveri in sicurezza, a due passi dalla stazione della metropolitana di Gianturco. Colazione, pranzo e cena. Il Binario della Solidarietà - realtà sorta nel 1995 come centro di accoglienza diurno, punto fermo di tanti senza famiglia e senza tetto - si attrezza per far fronte alle esigenze estive - quando il numero di chi ha bisogno di un pasto cresce inevitabilmente - e a quelle anti Covid. Sei grandi strutture all'aperto, allestite dai volontari e gestite da chi, purtroppo - dopo anni di impegno nel sociale - di povertà ormai bene se ne intende. C'è perfino un nutrizionista, tra gli angeli del centro di via Taddeo da Sessa, per evitare di servire pasti generici a diabetici, celiaci e obesi. «Il Binario resta una delle poche realtà dove è ancora possibile mangiare seduti a tavola nonostante il Covid - spiega Enrico Sparavigna, pensionato di Trenitalia, che ormai da anni ha messo a disposizione dei bisognosi molte ore della sua giornata - per soddisfare le tante richieste abbiamo montato queste strutture che hanno una duplice funzione: più spazio per l'ospitalità e, insieme, assoluta osservanza delle norme anti-virus: «È chiaro che ad agosto, quando alcune mense chiudono i battenti, c'è necessità di rafforzare il servizio - spiega ancora Enrico Sparavigna - purtroppo la povertà è sempre dietro l'angolo e non possiamo farci trovare impreparati».

LE CIFRE
Dai circa cinquanta pasti quotidiani, ad agosto, il numero se non raddoppia, quasi. Stesso discorso anche alla mensa del Carmine dove la macchina della solidarietà non si blocca mai, men che meno nei periodi di vacanza. Anima e motore di un gruppo di volontari che si mettono in moto all'alba e si fermano solo a sera, è padre Francesco Sorrentino che - nei giorni più caldi dell'epidemia - è riuscito a servire oltre settecento pasti tutti insieme. Anche al Carmine, non in quella misura ovviamente, il numero di richieste è aumentato come avviene regolarmente ad agosto: «Nessun problema - racconta un volontario - siamo ben attrezzati, chiunque busserà alla nostra porta sarà il benvenuto».
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