Sono quattro gli avvisi di garanzia emessi dalla Procura nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del piccolo Davide Marciano, il bimbo morto giovedì notte dopo essere finito nella piscina del ristorante «Kora» di Lucrino. L'inchiesta, coordinata dal pm Michele Caroppoli, vede indagati i genitori del bambino, Luigi Marciano e Rosa Russo, il titolare del «Kora pool & beach events», Alessandro Laringe, e un membro dell'animazione presente quella sera alla festa di matrimonio: per tutti l'accusa formulata è di concorso in omicidio colposo.
Al centro ci sono ruoli e responsabilità dei quattro. Gli atti sono stati notificati nel pomeriggio di ieri dai poliziotti del commissariato di Pozzuoli che su delega del magistrato hanno ascoltato più volte nei giorni scorsi gli animatori, il fotografo, titolare e personale del ristorante impegnato quella sera durante la cerimonia. I genitori del bambino, difesi dall'avvocato del Foro di Santa Maria Capua Vetere Vincenzo Stravino, chiederanno di essere ascoltati in Procura per rendere testimonianze spontanee. La coppia, nel frattempo, ha nominato un proprio consulente tecnico che assisterà all'autopsia sulla salma del bambino in programma per mercoledì al Secondo Policlinico e che servirà a stabilire le esatte cause che hanno portato al decesso.
Il corpo esanime di Davide era stato notato in acqua da un animatore giunto a bordo vasca per soccorrere un altro bambino colpito da conati di vomito. La tragedia è avvenuta senza che nessuno si accorgesse di nulla, a pochi metri da genitori, sposi ed oltre cento persone sedute lungo il semiperimetro della piscina dove erano stati montati tavoli e gazebo. Davide pochi attimi prima aveva raggiunto l'altra parte della vasca, nei pressi degli scalini sommersi da cui si entra in acqua. Ma come era arrivato lì? In compagnia di un animatore oppure da solo, per seguire amici e cuginetti, dopo essere sfuggito al controllo dei genitori? Interrogativi a cui si accompagnano ricostruzioni dei fatti discordanti: secondo il personale della struttura quella sera i bambini si sarebbero più volte tuffati in acqua nonostante i richiami degli animatori e dello stesso titolare; per i genitori di Davide, invece, nessuno era in acqua e il piccolo non indossava il costume. Altro punto su cui si starebbe focalizzando l'inchiesta è sulle manovre di salvataggio adottate dopo aver recuperato il corpo del bambino dall'acqua: dopo una primo tentativo di rianimazione i genitori non avrebbero atteso l'arrivo del 118, portando in braccio il bambino per oltre cento metri prima di incrociare la prima delle due ambulanze inviate sul posto. A quel punto avrebbero messo il bambino sulla lettiga, permettendo ai sanitari di effettuare le manovre di rianimazione solo durante il viaggio verso l'ospedale di Pozzuoli e proseguite poi per circa quaranta minuti al pronto soccorso.
Bimbo morto in piscina, due verità:
indagati i genitori e un animatore
di Gennaro Del Giudice
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Martedì 30 Luglio 2019, 08:30 - Ultimo agg. :
19:30
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