Napoli, il prefetto Valentini:
«Ultima curva, uniti per una città nuova»

Napoli, il prefetto Valentini: «Ultima curva, uniti per una città nuova»
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 28 Marzo 2021, 09:40 - Ultimo agg. 30 Marzo, 09:12
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Un anno di pandemia e di emergenze. La gente è stanca e attende risposte. «Siamo all'ultimo miglio - dice il prefetto di Napoli, Marco Valentini - il tratto che può apparire come il più lungo ma che è senza dubbio il più importante, direi quello fondamentale, visti i sacrifici che le nostre comunità hanno affrontato ormai da oltre un anno. È il momento della fiducia, dell'ottimismo, ma anche quello in cui si deve pensare fin da subito al domani, programmare il futuro del nostro territorio. Abbiamo un'occasione forse irripetibile di crescita, innovazione e sviluppo. Sarebbe un vero peccato non coglierla fino in fondo».
Valentini rappresenta il Governo nella terza città d'Italia. La città che soffre di disoccupazione, che chiede sostegni e ristori per i tanti che il Covid ha messo in ginocchio, e che invoca legalità e certezze. «Proprio perché sono consapevole di questa attesa - aggiunge - sono convinto che con lo sguardo occorra andare oltre e lavoro per una città e un territorio capaci di affrancarsi dal giogo della criminalità con una visione proiettata almeno sull'orizzonte di un decennio».


A che cosa sta pensando?
«Ho dato nelle ultime ore uno sguardo all'Agenda 2030 dell'Onu in materia di coesione sociale e sviluppo sostenibile dei territori.

E' questo l'orizzonte delle grandi organizzazioni, perché sui territori tutto si tiene. Coesione sociale, sviluppo sostenibile, questione criminale, ambiente, vivibilità urbna, lavoro e reddito, esclusione e disuguaglianze, sono tutte parti di un unico orizzonte. Tra 10 anni non sarò più il prefetto di Napoli: mi auguro però di poter concorrere positivamente, sin da ora, al suo futuro».


Che cosa c'entra con l'emergenza Covid?
«C'entra. L'arrivo dei finanziamenti europei rappresenta la spinta a un processo di rinascita, un vero e proprio salto nel futuro. Penso che ci siano tutte le energie e le competenze per farlo, tenendo fuori gli interessi del crimine organizzato. Compete al Governo nazionale e agli organi di governo territoriale operare le scelte e individuare le priorità».


Quali?
«Non è mio compito misurarmi in questo campo. Mi piacerebbe tuttavia, da frequentatore di questa meravigliosa città, vedere recuperati i tanti spazi abbandonati al degrado. Una metropoli capace di funzionare ed essere funzionale ai bisogni di tutti passa anche attraverso la rifunzializzazione di aree abbandonate. Soprattutto a Napoli, città densamente popolata e proprio per questo assetata di spazi fruibili. Un esempio: mi ha colpito, tra gli altri, l'Ospedale Militare ai Quartieri Spagnoli. Restituirlo alle finalità pubbliche sarebbe un un buon segnale. E poi, ancora: non sono certo il primo a evidenziare come le difficoltà di accesso alle professioni e al lavoro rischino di implementare una sorta di fuga dei giovani. Questo rischio può essere evitato creando opportunità di valorizzazione dei ragazzi che studiano e si specializzano. C'è infine il tema degli enti locali, che soffrono da decenni difficoltà testimoniate dai molteplici scioglimenti. È determinante creare le condizioni affinché emerga una classe dirigente giovane e qualificata, in grado di ben amministrare i territori e di promuovere una cultura che tuteli i diritti fondamentali, salute, lavoro, sicurezza».


Torniamo ad oggi. Alle paure che toccano chi ha perso il lavoro, e di quanti non vedono luce in fondo al tunnel.
«È un momento obiettivamente molto delicato e caratterizzato da preoccupazioni importanti. Nella sola giornata di ieri (venerdì, ndr) ho incontrato diverse categorie che stanno subendo pesanti conseguenze dalla pandemia. I lavoratori Lsu, gli operatori dello spettacolo e quanti lavorano nel settore del wedding, e ancora artigiani, commercianti, riders e lavoratori degli spettacoli viaggianti. Mentre ancora ci tengono in ansia vertenze più risalenti, come quella della Whirlpool. Sono persone che stanno vivendo paure e privazioni cui è urgente porre rimedio. Immaginare che domani mattina la crisi sia finita sarebbe raccontare un'illusione. Serve uno sforzo collettivo, solidale, perché le situazioni più esposte siano protette. Il Governo sta lavorando in questa direzione».


Prefetto, intanto su questo debole e sofferente tessuto connettivo sociale resta in agguato la criminalità. Sempre più scatenata. Omicidi a Napoli, l'altra sera due morti a Marano.
«C'è una ricorrente recrudescenza della violenza qui a Napoli, alla quale non intendiamo minimamente fare l'abitudine. Infatti le risposte di magistratura e forze dell'ordine arrivano sempre puntuali, seppure godano di minore enfasi sui media. Stiamo lavorando con particolare attenzione su alcuni segnali di risveglio delle conflittualità criminali che generano preoccupazione, a Napoli e nell'area metropolitana. Non mancheranno gli sviluppi».

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