Prefettura in tilt, ditte escluse dai lavori al San Paolo

Prefettura in tilt, ditte escluse dai lavori al San Paolo
di Fulvio Scarlata
Venerdì 25 Maggio 2018, 08:52
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È un complicato intrigo di norme, decisioni e lavori quello che si sta intrecciando intorno alle Universiadi. Quello che è sicuro è nel gorgo burocratico-amministrativo vengono escluse dai lavori, a cominciare da quelli per cinque milioni destinati al San Paolo, una serie di aziende di costruttori che sono già sul piede di guerra. Perché gli appalti per gli impianti sportivi ormai sono licenziati quasi quotidianamente dal Comune (ieri sono stati approvati quelli da 900mila euro per il Virgiliano) e l'occasione dei restyling per le Universiadi diventa una chimera che sfugge sempre di più.
La questione è scoppiata con i lavori per il San Paolo: cinque milioni per rifare pista di atletica e impianto di illuminazione. Il Comune vara la gara d'appalto che segue un iter molto semplificato: si promuove una manifestazione d'interesse delle ditte interessate a fare i lavori rispettando una serie di condizioni, economiche, tecniche e temporali, inserite nel bando. La stazione appaltante decide poi le 15 proposte che sembrano più interessanti invitando le aziende a formalizzare la loro offerta e tra questi si sorteggia chi vince l'appalto con il sistema dei «bigliettini».

 
Il sistema è già ampiamente discrezionale, tuttavia rientra nei poteri in deroga assegnati al commissario per le Universiadi che, a sua volta, li ha concessi al Comune di Napoli in qualità di stazione appaltante. Il problema che ha scatenato la rabbia dei costruttori è che le 15 ditte che saranno invitate a formalizzare la loro offerta devono far parte della cosiddetta «white list» della Prefettura.
Questa «lista bianca» indica le aziende che sono in regola con le varie normative antimafia ed è indispensabile per chi lavora in settori particolarmente a rischio di infiltrazioni criminali, come lo smaltimento dei rifiuti, i noli di macchinari a caldo e a freddo, l'autotrasporto per conto terzi, l'estrazione di materiali inerti e la guardiania di cantieri. Insomma non era previsto un obbligo di iscrizione anche per le imprese edili. E anche chi ha provato a iscriversi è rimasto in una sorta di limbo, perché mentre sono 730 le aziende inserite nella «white list», altre 600 attendono una decisione della Prefettura che, oberata di incombenze, non riesce a dare risposte in tempo. Alcune domande per essere inseriti nella «lista bianca» risalgono al 2014 e mentre si accumula l'arretrato sono decine le aziende che hanno chiesto l'iscrizione quest'anno.
Un corto circuito burocratico-amministrativo che penalizza chi sperava negli appalti delle Universiadi dopo anni di crisi. L'Acen, l'associazione costruttori napoletani, ha provato a chiedere al commissario prefettizio per le Universiadi Luisa Latella di «mitigare» la questione della «white list» facendo partecipare agli appalti anche chi ha solo fatto richiesta di essere inserito in quell'elenco e aspetta una risposta dalla Prefettura. La risposta, tuttavia, non è stata positiva. Così si va ad appalti per le Universiadi con un alto grado di discrezionalità, assegnati con sorteggi con i «bigliettini» e da cui sono escluse molte aziende per difficoltà burocratiche legate alla Prefettura.
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