Covid, il mondo della scuola in piazza a Napoli: «Campania prima regione in Europa per chiusura»

Covid, il mondo della scuola in piazza a Napoli: «Campania prima regione in Europa per chiusura»
di Oscar De Simone
Martedì 23 Marzo 2021, 15:15 - Ultimo agg. 19:43
4 Minuti di Lettura

Scendono nuovamente in piazza i rappresentanti del trasporto scolastico, delle associazioni per i diritti dell'infanzia, i genitori dei piccoli alunni campani ed i volti dello spettacolo.

Una protesta pacifica, come ci tengono a sottolineare, ma che intende mettere in risalto un problema che coinvolge centinaia di famiglie su tutto il territorio regionale. La chiusura delle scuole infatti, così come la didattica a distanza, continuerebbe ad essere estremamente dura da affrontare per famiglie e ragazzi che dopo pasqua chiedono una netta inversione di tendenza. 

Video

«I ragazzi della nostra regione – afferma Palmira Patrillo presidente di “Scuole aperte Campania” – sono stati i più penalizzati del paese.

Da noi sono state disposte le chiusure delle scuole a partire dallo scorso 16 Ottobre e ad oggi, abbiamo registrato il numero di presenze complessive più basso rispetto agli altri capoluoghi italiani. La metà, ad esempio, di Milano o ad altre città del centro sud come Palermo. Le dichiarazioni della ministro Elena Bonetti ci fanno ben sperare ma chiediamo che la apertura possa essere per tutti, soprattutto in regioni complesse dal punto di vista educativo e dei servizi sociali come la nostra».

Un vero grido d'allarme che viene lanciato ancora una volta dai genitori a cui questa mattina, si sono unite le showgirl ed attrici Veronica Maya e Maria Mazza che, con la loro presenza, hanno supportato questa giornata di protesta. 

«Noi siamo qui non solo per i nostri figli – affermano – ma per tutte le famiglie che vivono a Napoli. Questa situazione purtroppo non possiamo più chiamarla emergenza dopo un anno che l'affrontiamo. La DAD purtroppo sembra essere diventata normalità e non è più possibile andare avanti così. Basti pensare a tutte quelle famiglie dove ci sono difficoltà come quelle legate alla mancanza di connessione o di strumentazioni tecnologiche adatte. Questo si unisce alla mancanza di tutte quelle attività come lo sport che sono alla base dell'educazione dei nostri figli. Ci sono bambini che in altre regioni hanno continuato ad andare a scuola mentre qui era tutto fermo. Non è stato giusto ed ora bisogna agire. Credo che dopo un anno noi genitori abbiamo il dovere di protestare, civilmente e nel rispetto delle regole, affinchè questa situazione già dopo pasqua possa essere messa alla spalle». 

Situazione che oltre ai ragazzi, vede coinvolti anche gli autisti del servizio del trasporto scolastico ormai in ginocchio. Un intero comparto formato da 148 operatori nella sola città di Napoli che adesso, dopo gli investimenti dei mesi scorsi, non riesce più a fronteggiare la crisi. «Non è stato fatto nulla da 13 mesi a questa parte – ribadisce Carlo Ridato presidente di “asso diritti” – per questa categoria. Ci sono centinaia di persone che dipendono da questo lavoro ed ora bisogna dargli risposte. Si tratta di famiglie che vivono con le rette degli scolari e che non arrivano da più di un anno. Intanto ci sono stati investimenti sulle vetture, sulla assicurazioni e sui bolli. Tutti soldi persi per sempre e che non torneranno indietro. Bisogna riaprire le scuole in sicurezza perchè in questo modo non è possibile andare avanti ed è giusto che ora ci si ponga seriamente il problema di come affrontare il futuro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA