Ressa e tavolini selvaggi, ai Quartieri di Napoli è subito caos

Ressa e tavolini selvaggi, ai Quartieri di Napoli è subito caos
di Gigi Di Fiore
Martedì 1 Giugno 2021, 08:37 - Ultimo agg. 18:06
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La sensazione è che qui, forse più che in altre aree cittadine, si può decidere di considerare lo spazio davanti il suo ristorante o il suo terraneo come cosa propria. Per mettervi tavolini o la propri auto con catene e lucchetti abusivi. I Quartieri spagnoli senza regole, ovvero ognuno si dà quella che più gli fa comodo con il silenzio-assenso dell'amministrazione comunale e di chiunque altro dovrebbe fare controlli. Si comincia subito, provate a salire da via Chiaia a Sant'Anna di Palazzo. Dove c'erano salumerie, ci sono da due anni sostituiti quattro tra trattorie, pizzerie e friggitorie poco più su di «Brandi». Non si passa tra le pedane, ma le deroghe sullo spazio pubblico lo consentono. Quello che non dovrebbe essere consentito è la barriera, con lucchetti, catene e due colonne di cemento con tanto di cappotto di ferro, che impedisce il passaggio verso via Nardones. Con buona pace dei disabili o dei carrozzini per bambini. Forse la lettera di Toni Nocchetti al ministro delle Disabilità andrebbe indirizzata per conoscenza anche al Comune.


LE BARRIERE AD PERSONAM
La barriera di Sant'Anna di Palazzo era stata abbattuta un mese e mezzo fa, sono bastate 24 ore perché nella notte qualcuno la riattivasse.

Ma tra via De Cesare, via Nardones e, spostandosi in vico Lungo Gelso, vico Due Porte o vico Lungo Teatro Nuovo, il caos è completo. Il tavolino selvaggio, gratis e senza regole di rapporto con lo spazio interno o i servizi del locale, qui diventa anarchia. Si sa, i Quartieri spagnoli sono zone di aree strette e i pedoni avrebbero i paletti a lato delle strade per evitare di essere travolti.

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Naturalmente, e chi li controlla, ristoratori e pub hanno occupato quello spazio con i loro tavolini. Lì prima, sempre in maniera irregolare, prendevano posto motorini parcheggiati. Ora si sono spostati sulla strada per dare spazio ai tavolini. A via De Cesare, dove in pochi metri si succedono qualcosa come sei tra ristoranti, pizzerie e pub, i pedoni devono destreggiarsi in mezzo alla strada dando spazio alle auto in discesa. Una vera città a misura d'uomo, non c'è che dire. Qualcuno si è superato, i paletti a lato della pizzeria Fracanzano fresca di inaugurazione all'angolo con via Toledo, hanno già catene nuove di zecca a delimitare lo spazio «proprietà privata» di fatto. Il nuovo volto dei Quartieri spagnoli, quello tutti bar e ristoranti ricavati da salumerie e terranei tanto decantato in vico Lungo Gelso pseudo pedonale, in realtà percorso da motorini padroni della strada, è quello che non fa i conti con il coprifuoco. Da metà maggio, urla e schiamazzi arrivano ben oltre la mezzanotte. Tanto chi si inoltra tra queste strade per fare controlli?


MARKET NOTTURNI
Assembramenti, spesso accompagnati da fuochi d'artificio partiti chissà da dove e perché come sabato notte, ma anche minimarket aperti 24 ore su 24. Sono i famosi Banglamarket, proliferati nelle metropoli dopo la liberazione del governo Monti. Solo in via De Cesare ce ne sono due. Sempre aperti, con un extracomunitario dentro. Vendono di tutto, compreso naturalmente superalcolici in barba ai divieti per i minori. Erano aperti anche nel lockdown, anche con le restrizioni. Nei Quartieri spagnoli, ce ne sono almeno cinque, dislocati in più stradine. Qui, nella suggestiva area che fu scelta per acquartierare le truppe dei viceré spagnoli, la movida sa che può beneficiare di riflettori spenti e soprattutto residenti meno battaglieri rispetto ai baretti di Chiaia. Schiamazzi ai Gradoni, a via De Cesare, a vico Lungo Gelso. Ragazzi senza mascherine, che si sono moltiplicati negli ultimi due fine settimana. Zona poco controllata, dove chi protesta è messo all'indice perdendo tranquillità. Proprio ai Quartieri, solo una telefonata anonima interruppe il mese scorso una festa con 21 persone in un sottoscala di via Nardones. È la Napoli del lascia fare, che piace all'amministrazione. Per le regole da seguire, ci penseranno altri. Forse.

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