Napoli, raid incendiario contro «Moto Design»: il padre del proprietario fu ucciso nel 2010

Napoli, raid incendiario contro «Moto Design»: il padre del proprietario fu ucciso nel 2010
di Luigi Sabino
Sabato 2 Aprile 2022, 17:21 - Ultimo agg. 23:51
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Un dispetto. Sarebbe questo il movente del raid vandalico avvenuto la scorsa notte nel quartiere Fuorigrotta ai danni dell’officina ‘Moto Design’ di via Rodi. E’ quanto riferito dal titolare dell’attività commerciale, Alessio Cappello, ai carabinieri della compagnia ‘Bagnoli’, titolari dell’indagine. Una versione che lo stesso Cappello ha ribadito attraverso le sue pagine social.

«Guardate un po' la gelosia cosa fa fare alla gente – esclama in un video – mi hanno dato fuoco alla serranda.

Ma cosa vi manca?». Nel filmato, della durata di pochi secondi, si vede il 29enne che riprende l’ingresso della sua attività commerciale dove sono ancora visibili i segni lasciati dal fuoco.

Fortunatamente i danni non sarebbero rilevanti. L’episodio è avvenuto poco dopo le 3 quando i residenti di via Rodi hanno lanciato l’allarme. Sul posto, all’altezza del civico 12, in pochi minuti, sono arrivate le ‘gazzelle’ dell’Arma, i cui equipaggi, dopo aver domato le fiamme, hanno proceduto ai rilievi del caso. Sequestrate anche le immagini di alcune telecamere di sicurezza presenti nella zona e da cui, si spera, possano emergere elementi utili per arrivare all’identificazione dei responsabili.

Una vicenda dai contorni poco chiari, riferiscono gli stessi investigatori che, al momento non tralasciano nessuna pista, compresa quella di una possibile azione di matrice camorristica. Il motivo è legato ai trascorsi di Cappello, persona nota alle forze dell’ordine non solo per alcuni vecchi precedenti ma soprattutto per i suoi legami di parentela con presunti ras della zona del rione Traiano. Non solo. Suo padre Luigi fu ucciso nel 2010 in un agguato. Ritenuto vicino ai vertici della cosca Grimaldi, all’epoca egemone sulla zona di Soccavo, fu affrontato dai sicari all’uscita di un circolo ricreativo e ammazzato con un unico colpo esploso a bruciapelo.

Un omicidio che, sebbene non si conoscano ancora gli autori materiali, gli investigatori considerano come l’origine della scissione orchestrata dai ras della famiglia Vigilia desiderosi di ritagliarsi uno spazio maggiore nello scenario malavitoso della periferia occidentale di Napoli. Una vecchia storia che, però, alla luce di quanto accaduto in via Rodi è tornata prepotentemente sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine. Sarà compito degli investigatori, tuttavia, appurare se il raid di via Rodi sia ‘solo’ un dispetto, come sostiene Cappello, oppure se dietro l’accaduto ci sia la regia dei boss.

Quello che è certo è che dopo settimane di calma apparente, Fuorigrotta torna sotto i riflettori. Solo pochi giorni fa, infatti, alcuni ignoti hanno esploso colpi di pistola in via Costantino. Nel mirino la palazzina dove abita il boss Vitale Troncone, rimasto gravemente ferito in un agguato alcuni mesi fa, e i suoi familiari. I proiettili hanno danneggiato non solo lo stabile ma anche l’auto che lo stesso Troncone era solito utilizzare per i suoi spostamenti. Una ‘stesa’ in piena regola che non esclude possa essere la risposta a quanto accaduto poco più di una settimana prima in via Catone dove, nel corso di un’altra incursione armata, erano stati esplosi colpi all’indirizzo del fortino del gruppo Sorianiello.

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