Napoli, raid all'ospedale Loreto Mare: rubati i registri degli incidenti fasulli

Napoli, raid all'ospedale Loreto Mare: rubati i registri degli incidenti fasulli
di Leandro Del Gaudio
Martedì 24 Settembre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 12:40
3 Minuti di Lettura
Hanno provato a cancellare le prove, ad eliminare ogni traccia dagli archivi, a proposito di interventi chirurgici realizzati in questi mesi o di operazioni semplicemente dichiarate, ma mai realmente eseguite. È questo l'obiettivo del raid vandalico consumato domenica notte all'interno del reparto di ortopedia del Loreto mare. In pochi minuti, qualcuno ha forzato la porta dell'ambulatorio, creando un po' di confusione ad arte, per poi puntare al vero target dell'impresa: hanno sottratto registri, timbri e referti.
 
Nel giro di pochi minuti alcuni documenti delle attività svolte in ortopedia dall'inizio dello scorso agosto sono stati cancellati. Possibile che ci sia una memoria storica nell'archivio informatico dell'ospedale di via Vespucci, anche se il colpo messo a segno è stato decisamente ad effetto. Non un danneggiamento fine a se stesso, ma un tentativo di far sparire prove legate a un'inchiesta che va avanti da almeno un paio di anni. Parliamo delle indagini sulla cricca dei falsi incidenti stradali, che ha trovato - stando a quanto emerso finora - una sponda utile tra qualcuno che aveva accesso nel reparto di ortopedia. Ma andiamo con ordine, a partire dall'ultimo episodio sinistro registrato al Loreto mare: sono da poco passate le 21 di domenica notte, quando la guardia giurata si accorge che la sala attrezzata per l'ortopedia era stata completamente vandalizzata. Laboratorio messo a soqquadro, una scena che sembrava costruita ad arte per distrarre l'attenzione e simulare caos fine a se stesso. E invece il «buco» è apparso subito evidente. Niente timbri, niente referti, niente registri. Qual è il punto? Inevitabile il riferimento a quanto emerse a marzo di due anni fa, nel pieno dell'inchiesta che condusse sotto i riflettori i cosiddetti furbetti del cartellino del Loreto mare. Un caso di colossale assenteismo, che ha visto decine di infermieri e di esponenti dell'organico del Loreto finire a dibattimento. Vennero filmati mentre timbravano in modo posticcio, poi vennero intercettati mentre si scambiavano consegne e indicazioni per evitare controlli. Da allora, sono decine gli imputati che attendono una sentenza di primo grado, nel corso di un processo che si sta celebrando dinanzi al Tribunale di Napoli. Un lavoro investigativo, quello contro i presunti furbetti del cartellino, dal quale è emerso anche un altro filone di indagine, poi culminato in una dozzina di decreti di perquisizione.

Stando alle indagini condotte dal Nas, per anni avrebbe agito una sorta di cricca capace di produrre rimborsi assicurativi grazie a falsi sinistri creati ad arte. In che modo? Venivano organizzati accessi al Loreto mare (quasi sempre di notte), venivano accese cartelle cliniche per traumi provocati da incidenti stradali (quasi sempre fittizi), venivano duplicate cartelle cliniche (grazie a precise responsabilità interne). E non è tutto. Nel corso della stessa indagine, si è scoperto anche il meccanismo grazie al quale venivano costruite decine di posizioni individuali: in sintesi, la stessa cartella clinica veniva clonata, o meglio, veniva attribuita a nomi differenti. Un sistema a prova di controlli e di ricorsi, dal momento che - al di là di foto e testimonianze (che sono sempre opinabili) - a rendere spedita una richiesta di indennizzo sono i documenti clinici, con tanto di timbro di un ospedale pubblico. Una cricca che ha visto all'opera soggetti di estrazione diversa, con ruoli differenti: sotto i riflettori un sedicente avvocato (che in concreto può vantare solo di una laurea in legge), qualche perito assicurativo e soggetti legati al mondo ospedaliero. Ma a chi conviene tornare sul luogo del delitto? Chi ha interesse, dopo anni di silenzio, a risollevare il caso della cricca dei falsi sinistri con un piede all'interno del Loreto mare? Possibile che, dopo le prime denunce, l'andazzo degli esami clonati abbia ripreso vigore. Possibile che qualcuno abbia ricominciato a maneggiare tac ed esami clinici realmente effettuati e ad assegnarli a nomi posticci. Possibile che qualcuno ora voglia cancellare le tracce, facendo scomparire reperti e registri degli ultimi interventi effettuati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA