Baby rapinatori feriti a Napoli, agente indagato: la pistola rubata a una «divisa»

Baby rapinatori feriti a Napoli, agente indagato: la pistola rubata a una «divisa»
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 16 Aprile 2018, 08:18 - Ultimo agg. 09:51
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Rapina aggravata. Con questa accusa restano piantonati in ospedale i due giovanissimi banditi che sabato sera, dopo aver tentato di razziare l'incasso di un supermercato tra Fuorigrotta e Soccavo, sono stati feriti da un poliziotto della Questura di Napoli fuori servizio.

Risulta iscritto nel registro degli indagati anche l'agente della Squadra mobile che è riuscito a sventare la rapina al supermercato «Md» di via Testi, alla Loggetta: poco prima dell'orario di chiusura si trovava all'interno del negozio, stava facendo la spesa, quando si è accorto dei due ragazzi - che hanno 17 e 18 anni - i quali, con il volto coperto, stavano puntando una pistola al volto di una cassiera facendosi consegnare l'incasso. A quel punto, con sangue freddo, il poliziotto si è qualificato, intimando l'alt ai baby-rapinatori. I due, però, non avrebbero esitato a puntare la canna di una pistola anche verso di lui: e a quel punto l'agente ha esploso quattro colpi ferendo i ragazzi.

L'arma, si è scoperto poche ore dopo, è una Beretta calibro 9x21 in dotazione alle forze dell'ordine: era stata rubata nel Napoletano dall'abitazione in cui vive una non meglio specificata «divisa». Perfettamente funzionante, aveva nel caricatore 15 colpi e il colpo in canna, pronto per essere esploso.


A coordinare l'indagine - affidata alla Squadra mobile di Napoli diretta da Luigi Rinella - è il sostituto procuratore Stefano Capuano. Il magistrato ha già ascoltato l'agente che ha sparato, assistito da un legale di fiducia. Il nome del poliziotto è stato iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di lesioni. Un atto dovuto, un passaggio indispensabile che - ovviamente - non comporta alcun giudizio preventivo di colpevolezza. Di fatto il suo intervento è servto non solo a sventare il colpo al supermercato, ma anche potenziali conseguenze ancor più drammatiche, visto che la beretta impugnata da uno dei due giovani aveva la sicura disinnescata ed era pronta a far fuoco.

Le condizioni dei due giovani (Luca Perrella, 18 anni appena compiuti, e M.O, 17enne) restano stabili. Il primo, raggiunto da un proiettile al petto, resta intubato in rianimazione all'ospedale San Paolo dopo essere stato sottoposto ad un intervento chirurgico; il minorenne - raggiunto da un colpo alla gamba che gli ha procurato la frattura scomposta del femore - è in condizioni meno gravi e potrebbe essere interrogato già nelle prossime ore. Perrella (che, contrariamente a quanto appreso in un primo momento non avrebbe legami diretti di parentela con l'ex camorrista poi diventato collaboratore di giustizia Nunzio Perrella) era - nonostante la giovanissima età - già noto alle forze dell'ordine per questioni legate allo spaccio di droga; il 17enne risulta invece incensurato.

Svelato anche un altro particolare rimasto nell'ombra, subito dopo la sparatoria del supermercato. Si era infatti saputo che a condurre Perrella al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo era stato un familiare: il patrigno (il ragazzo ha perso infatti il padre, vittima innocente di un agguato di camorra consumatosi anni fa nella zona occidentale di Napoli). La circostanza è stata confermata: ma in realtà Luca Perrella, sebbene ferito gravemente, è riuscito a tornare nella sua abitazione, dove poi è sta«to soccorso e accompagnato nel nosocomio.

Il complice 17enne, nell'immediatezza dei fatti, avrebbe dal canto suo dichiarato agli uomini della Questura di non avere sentito l'agente in borghese intimare l'alt, qualificandosi come poliziotto. Circostanza, questa, ovviamente tutta da verificare.

A fornire un importante contributo utile a ricostruire l'intera vicenda ci sono le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza interni ed esterni al supermercato assaltato sabato sera. Quei fotogrammi, ora nelle mani degli esperti del gabinetto di Polizia scientifica, vengono passati al setaccio e rappresentano un documento probatorio importantissimo.

 

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