Napoli, il triangolo delle rapine: la sfida del clan dei pakistani, scippata anche la nipote del boss

Napoli, il triangolo delle rapine: la sfida del clan dei pakistani, scippata anche la nipote del boss
di Luigi Sabino
Venerdì 4 Marzo 2022, 19:49 - Ultimo agg. 5 Marzo, 08:34
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Un turista austriaco di 92 anni, una studentessa universitaria e finanche la nipote di un boss. Sono solo alcune delle vittime dell’ondata di scippi e rapine che, nelle ultime settimane, si è abbattuta sull’area compresa tra il corso Umberto, la Maddalena e piazza Garibaldi. Un fenomeno che, secondo quanto riferito dalle stesse forze dell’ordine, sta assumendo le dimensioni di un vero e proprio allarme sociale.

Almeno una decina i colpi messi a segno ogni giorno da una nuova tipologia di criminali formata da giovanissimi napoletani e cittadini stranieri.

Nel mirino ci sono, soprattutto, i cellulari di ultima generazione che, poi, una volta rigenerati vengono nuovamente rimessi sul mercato attraverso i canali della ricettazione.

La tecnica utilizzata dai malviventi è quasi sempre la stessa. Una volta individuata, la vittima è seguita fino a quando non si presentano le condizioni favorevoli per mettere a segno il colpo. Quindi la fuga, a piedi o in scooter, mentre le vittime ancora sotto choc per l’accaduto faticano ad accennare una reazione. Unica cosa fare, per loro, sporgere denuncia così come ha fatto un trentenne, solo pochi giorni fa. In lacrime si è presentato al commissariato Vicaria-Mercato raccontando di essere stato bloccato da una coppia di malviventi che, dietro la minaccia di una pistola, si sono fatti consegnare telefonino e il borsello con gli effetti personali. Nessuna traccia dei responsabili. Le poche indicazioni fornite, un ragazzo napoletano e un altro apparentemente straniero, non sono servite per arrivare alla loro identificazione. Lo stesso è accaduto all’anziano turista austriaco che, insieme alla figlia, ha sporto denuncia dopo che gli era stato scippato il cellulare, verosimilmente da uno straniero.

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Un racconto del tutto simile a quello fatto da una studentessa universitaria che, nei pressi della stazione, è stata avvicinata da alcuni malviventi e costretta a consegnare lo smartphone. Una piaga che non avrebbe risparmiato nemmeno una ragazza imparentata con un ras della Maddalena. In questo caso, però, la denuncia non sarebbe stata fatta alle forze dell’ordine ma agli uomini del sistema che, immediatamente, si sono messi a caccia dei responsabili con l’intenzione di punirli. Quale sia stato l’esito della spedizione non è noto ma, dalle informazioni raccolte dagli investigatori, si è scoperto che, per alcuni giorni, uomini armati hanno battuto il territorio a caccia degli autori dello scippo.

Non si tratta di semplici casi di microcriminalità secondo gli investigatori ma di una vera e propria filiera dell’illegale al cui vertice ci sarebbero alcuni ricettatori di origine pakistana. Sono loro il terminale ultimo, il collettore che riceve i cellulari depredati. Secondo gli investigatori, dopo averli acquistati per poche decine di euro, provvedono a rigenerarli ossia a installare nuovi chip che impediscono il blocco dello smartphone da parte dei legittimi proprietari. Una volta rimessi a nuovo provvedono a rivenderli, ovviamente a un prezzo maggiorato. La centrale sarebbe nella zona delle cosiddette Mura, a ridosso di piazza Mercato.

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