Napoli, assalto al Reddito di cittadinanza con falsi dati anagrafici: 120 rom in fuga con i soldi del sussidio

Napoli, assalto al Reddito di cittadinanza con falsi dati anagrafici: 120 rom in fuga con i soldi del sussidio
di Leandro Del Gaudio
Domenica 14 Agosto 2022, 23:09 - Ultimo agg. 16 Agosto, 09:09
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Come in un film comico, all’insegna del prendi i soldi e scappa. Qui, a Poggioreale, le cose sono andate in questo modo: prendi il reddito di cittadinanza e tornatene in Romania. Non una sola volta. Ci sono oltre cento casi di sussidi posticci, di autocertificazioni fasulle, di maneggi seriali. Per dirla in modo diretto, qui a Poggioreale almeno 120 cittadini rom, non residenti a Napoli (dove probabilmente hanno vissuto solo un brevissimo periodo), hanno intascato per mesi i soldi del reddito di cittadinanza. Una media di 400 euro a persona, in favore di soggetti che non sono residenti, che non hanno le carte in regola e che non potrebbero ricevere il reddito di cittadinanza. Se ne sono accorti i carabinieri della compagnia di Poggioreale (agli ordini del luogotenente Pasquale Molitierno), che stanno conducendo un’indagine sotto traccia, forti del coordinamento della Procura di Napoli. E hanno ottenuto riscontri destinati a fare notizia. All’inizio si sono mossi su pochi casi, poi la scrivania della sezione di polizia giudiziaria della compagnia si è riempita di carte. Dieci, cento e oltre casi, tutti seriali. Sembrano fatti in fotocopia. Ci sono nomi simili e indicazioni anagrafiche completamente fasulle. 

Un esempio? Risultano residenti in via Gianturco o in via Macello, all’altezza di numeri civici dove non c’erano case. C’erano ruderi, catapecchie, immobili abbandonati e vandalizzati da tempo. Da qui è partita una verifica di sistema e sono emerse conferme poco rassicuranti: i rom che hanno ricevuto il sussidio di povertà erano spariti, volatilizzati. In alcuni casi, sono tornati in Romania, dove hanno continuato a ricevere soldi pubblici, nonostante si trovassero lontano dall’Italia. E nonostante conducano una vita scandita da reati come rapine, furti, ricettazioni varie. Ma chi sono i percettori del reddito su cui sono in corso le indagini? E quali coperture hanno ricevuto per poter incassare un sussidio che dovrebbe arrivare dopo una procedura trasparente? Riflettori sull’area dell’ex Macello e di via Gianturco 147. Erano in questi due punti che si sono appoggiati alcuni cittadini romeni giunti a Napoli proprio per definire le proprie pratiche amministrative. Hanno presentato la domanda dichiarando falsamente di risiedere a Napoli, ma l’indirizzo era fasullo; e hanno dichiarato - da cittadini italiani - di non avere pendenze giudiziarie. Poi hanno ottenuto la tessera ministeriale - una sorta di bancomat - con tanto di ricarica mensile. 

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Emorragia di soldi pubblici, su cui è stata messa una toppa grazie all’incrocio di banche dati e particolari anagrafici. Non un lavoro semplice, inevitabile una domanda: come hanno fatto oltre cento persone a dichiarare il falso e a ottenere soldi pubblici, in totale assenza di controlli? Ci sono delle responsabilità o coperture interne alla macchina amministrativa? Verifiche da parte dell’arma sul lavoro svolto all’interno della quarta municipalità, stesso faro investigativo per quanto riguarda l’attività di un patronato, che potrebbe essere stato utilizzato come laboratorio per costruire finte posizioni reddituali e pensionistiche. Caccia ai complici nelle istituzioni, esattamente come sta avvenendo in altri uffici, come raccontato due mesi fa dal Mattino: verifiche in corso nella seconda e nella terza municipalità, condotte dal comandante della polizia municipale in forza alla Procura, il comandante Gabriele Salomone, per verificare eventuali anomalie proprio in materia di sussidi. Ma torniamo a Poggioreale, anche alla luce di quanto avvenuto pochi mesi fa, quando ormai nel quartiere si era diffusa la notizia delle indagini dei carabinieri. Era il primo maggio scorso, un incendio nel campo rom di Gianturco, con la smobilitazione improvvisa di tanti nuclei familiari, esattamente dallo stesso punto in cui qualcuno ha preso la tessera e se ne e scappato in Romania.

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