Reparto chiuso per il party all'Ospedale del Mare, s'indaga per abuso d'ufficio

Reparto chiuso per il party all'Ospedale del Mare, s'indaga per abuso d'ufficio
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 23 Luglio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 16:15
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Ha confermato tutto, anche se lo ha fatto senza alcuna forma di livore o di polemica nei confronti dei medici che hanno operato il marito. Anzi. Nel ricostruire l'orario e i passaggi di cartelle cliniche da un ufficio all'altro, nel raccontare telefonate e accordi amichevoli, nel ricordare il transfert dall'ospedale del Mare al San Giovanni Bosco, la moglie del paziente non ha avuto nulla da eccepire. Ha raccontato: «Sì, va bene, siamo andati da un ospedale all'altro, ma mio marito è stato operato in giornata, ha avuto un trattamento di tutto rispetto, le cose sembrano siano andate bene. Tutto grazie a quella telefonata...». Già, la telefonata. È uno dei retroscena dell'inchiesta che punta a fare chiarezza sulla veridicità delle accuse mosse al primario Francesco Pignatelli (da dieci giorni sospeso dal servizio), a proposito della chiusura del reparto di chirurgia vascolare dell'ospedale di Ponticelli, in concomitanza della festa per la propria nomina da primario. Ricordate il caso? Il reparto sarebbe stato chiuso per consentire a medici, assistenti di prima fascia e infermieri di prendere parte alla festa ai Damiani, per salutare il suo nuovo incarico di manager in quel di Ponticelli (scoop del consigliere Verdi Borrelli). Stando a quanto trapelato dall'ospedale del Mare e dai vertici dell'Asl, il medico sostiene di non aver apportato alcun disservizio con la chiusura del reparto, per altro garantendo finanche risparmi alla stessa struttura ospedaliera. Una versione che non sembra combaciare con quanto sta venendo fuori in questo primo filone di indagine aperto dalla Procura di Napoli. Inchiesta coordinata dal pm Francesco Raffaele, magistrato in forza al pool mani pulite dell'aggiunto Alfonso D'Avino, l'ipotesi battuta dagli inquirenti è di abuso d'ufficio.
 
Un fascicolo aperto al momento contro ignoti (non risulta un'iscrizione di Pignatelli), di fronte all'esigenza degli inquirenti di capire come sono andate realmente le cose nel corso del primo fine settimana di luglio. Siamo tra venerdì sei e sabato sette luglio, quando tutto il gruppo di lavoro della chirurgia vascolare risulta non al lavoro (tranne un medico che si trovava in convalescenza già da qualche giorno), mancano poche ore alla festa in onore del neo nominato primario. Una festa di beneficenza, a scopo umanitario, secondo quanto è trapelato dallo stretto riserbo del medico, che non sarebbe neppure nuovo a questo genere di eventi. Sembra infatti che Pignatelli sia una sorta di habitué a proposito di party patinati ma dal fine benefico, rivolgendosi sempre alla stessa società di servizi per organizzare avvenimenti a sfondo sociale. Fatto sta che quel venerdì sei luglio arriva un imprevisto. Si presenta all'ospedale del Mare un paziente, un uomo colpito da un sospetto aneurisma, che viene immediatamente operato. Non all'ospedale del Mare, ma in pieno centro cittadino: nel meno avveniristico San Giovanni Bosco di via Briganti, dove riceve comunque un trattamento d'eccezione. Tanto che pochi giorni dopo l'intervento, quando ormai è scoppiato il caso della festa del primario, la moglie del paziente viene ascoltata dagli investigatori.

Al lavoro ci sono i carabinieri del Nas, sotto il coordinamento del colonnello Vincenzo Maresca e del maggiore Gennaro Tiano, c'è una prima acquisizione documentale: di fronte alla richiesta di assistenza, il reparto è rimasto chiuso, anche se non c'è stata alcuna controindicazione grazie al raccordo tra un ospedale e l'altro. Un raccordo formalizzato da un protocollo o un semplice scambio di cortesie tra manager di due ospedali di frontiera? Un raccordo ordinario, in una regione dove la sanità fa spesso notizia per le liste di attesa e per il malessere dei cittadini? Domande su cui lavorano gli inquirenti, che - dal canto loro - non si sono limitati ad ascoltare la moglie del paziente spostato da un ospedale all'altro. Agli atti finisce anche la testimonianza del direttore sanitario dell'ospedale e di altri esponenti del gruppo di lavoro di Pignatelli, tra cui la caposala: si tratta di una professionista di fiducia del primario sospeso, che agli inquirenti ha spiegato la mancanza di criticità o di anomalie nel provvedimento assunto dal primario tra il sei e il sette luglio scorsi, ribadendo la piena trasparenza delle scelte adottate dal dottor Francesco Pignatelli. Ma quello del reparto chiuso per una notte nell'ospedale del Mare non è l'unico capitolo investigativo battuto a Napoli. Ci sono altri aspetti da approfondire in queste ore, che puntano a chiarire costi e benefit di un evento - quello dei Damiani - che rappresentava un appuntamento fisso per chi - tra mondanità e beneficenza - si mette in prima linea: senza badare al costo della serata e alle esigenze del protocollo ospedaliero.
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