Napoli, la rabbia del giorno dopo a piazza Nazionale: «La polizia si vede ma i clan sono spavaldi»

Napoli, la rabbia del giorno dopo a piazza Nazionale: «La polizia si vede ma i clan sono spavaldi»
di Gennaro Di Biase
Domenica 5 Maggio 2019, 08:30 - Ultimo agg. 20:54
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È scioccata, piazza Nazionale, col fiato sospeso e gli occhi terrorizzati. Nelle menti di residenti e commercianti si ripete in loop la sequenza da incubo del far west di venerdì pomeriggio: gli spari secchi, il buco nel piccolo petto di Noemi, le grida disperate davanti al centralissimo bar Elite, il fuggi fuggi generale di prima e dopo la carneficina. Un episodio di Gomorra che stenta a finire: «Siamo passati in un secondo dal riso al pianto racconta Piero Barbato dell'omonimo chalet Due minuti prima della tragedia, Noemi era venuta qui mano nella mano con suo nonno. Piccola, bella, bionda, sorrideva e il nonno le comprato un pacchetto di patatine: queste qui con i giochi all'interno. Un attimo dopo le hanno sparato. Non riesco nemmeno a pensarci». Sospira e chiude gli occhi.
 
Rabbia e paura si accompagnano ovunque, ma specialmente in piazza Nazionale. Nei bar, nelle edicole e nei locali non si parla d'altro che della sparatoria. Commenti anche nel Caffè Elite, dove i clienti ieri non mancavano. «Ho sentito gli spari racconta il giornalaio Antonio Maione poi le urla, gente che scappava. Dispiace per la bambina e per la nonna. Qui un agguato del genere non si era mai visto». «Questo è un quartiere degradato dice Tiziana Cuomo, una volontaria in attesa dal parrucchiere di via Acquaviva, all'incrocio con la piazza Proprio per aiutare i più piccoli della zona, d'accordo con la preside della Miraglia, la settimana scorsa avevamo organizzato un flash mob al Santobono: i bambini di Vasto e piazza Nazionale avevano dedicato bigliettini di veloce guarigione ai loro coetanei malati. Ne organizzeremo un altro, a ottobre. Temo che l'episodio di venerdì possa diventare un cattivo esempio per i ragazzi di qui. Come faccio a far uscire mio figlio adesso? Qui ci sono sparatorie, si accoltellano, vendono droga». A due passi dal parrucchiere c'è un emporio cinese. I gestori non parlano, raccontano infastiditi che le loro telecamere non registrano e giurano di non aver visto nulla.

Nello sconcerto quotidiano, tutti gli altri commercianti ricordano la scena: «Quando abbiamo sentito gli spari aggiunge Barbato festeggiavamo una laurea e un addio al celibato con una comitiva di veneti in festa. Poi il terrore. Ci siamo buttati a terra. Eppure qui in piazza passano sempre molte forze dell'ordine. Com'è possibile che il killer abbia trovato l'unico momento in cui non c'era controllo? Secondo me hanno studiato gli orari. Sono sconvolto». «È cominciato tutto all'esterno del mio locale dice Luigi Pelliccia del ristorante Zio Gigi indicando il gessetto del bossolo Le telecamere già sequestrate dalla polizia hanno ripreso un ragazzo in scooter, grassottello, che si avvicina alla vittima, prova a sparargli in testa, ma gli si inceppa la pistola. Perciò è incominciato l'inseguimento verso il bar e la piazza». La Smart grigia noleggiata dalla vittima Salvatore Nurcaro è stata prelevata solo ieri pomeriggio da via Acquaviva. Su Facebook, più o meno nelle stesse ore, Giusy Staiano, zia di Noemi, ha scritto questo post: «Gesù, ti prego salva mia nipote» cui sono seguiti centinaia di commenti-preghiera e decine di condivisioni.

A poche ore dall'arrivo della marcia «disarmiamo Napoli» organizzata oggi per combattere la camorra, al centro di piazza Nazionale i piccioni beccano tra i rifiuti dei binari abbandonati. Immondizia non ritirata anche sui marciapiedi e poca gente. Nel semideserto, spicca una comitiva di ragazzi che rollano canne. Anche loro parlano con orrore della carneficina di venerdì: «Io mi sono sdraiato a terra», dice uno. «Io mi sono tappato le orecchie», dice l'altro.

E intanto fumano: la droga, il grande serbatoio da cui la camorra trae, senza competitor di mercato, la sua forza economica illegale. Eppure, nei dintorni di piazza Nazionale c'è chi ci crede da anni, al centro sportivo Albricci: «Il principio delle nostre attività è che nulla accade per caso spiega Paolo Trapanese, avvocato e presidente della Federnuoto regionale Bisogna programmare. La nostra progettazione 7 anni fa ha preso atto del degrado della zona e della necessità di fare qualcosa di nuovo. Il progetto Albricci ha messo insieme le istituzioni educative fondamentali presenti sul territorio: l'esercito, le forze armate, il Coni con tutte le sue Federazioni, la scuola e la chiesa, coordinate nell'associazione lo Sport e l'Esercito per il Futuro di Napoli che hanno realizzato lo scopo di accogliere 1500 giovani del territorio nello Stadio. Bisogna programmare e crederci: fede, cuore e anima sono indispensabili per evitare che si ripetono episodi come quello di ieri». Piazza Nazionale piange sconvolta, prega per Noemi e prova a non mollare.

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