Napoli, una notte al Vasto tra cucine da incubo e fiumi di alcol

Napoli, una notte al Vasto tra cucine da incubo e fiumi di alcol
di Nico Falco
Sabato 8 Settembre 2018, 07:30 - Ultimo agg. 14:10
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«Tu, tu! mi hai fatto quel guaio!». La donna si ferma davanti agli agenti della polizia locale che stanno controllando una sala scommesse che, si scoprirà poco dopo, non ha autorizzazioni. È la proprietaria di un ristorante etnico nei pressi di piazza Principe Umberto, licenza di ristorazione per l’asporto ma con sala attrezzata e tavolini abusivi sistemati all’interno. È anche lei finita nel calderone dei controlli della polizia Municipale che, per tutto il mese di agosto, oltre alle verifiche ordinarie, al Vasto ha affiancato gli accertamenti straordinari dell’unità Vomero del capitano Gaetano Frattini e del nucleo tutela ambientale del capitano Enrico del Gaudio.

Le operazioni partono la sera tardi, quando scatta il divieto di vendita di alcolici, che nella zona è fissato per le 21. È un pattugliamento continuo per via Milano, via Firenze, via Bologna, porta Capuana e piazza San Francesco di Paola, quei luoghi dove la sera si ritrovano parecchi immigrati dell’Est Europa e africani.
 


In una di quelle sere i controlli cominciano in piazza Principe Umberto. C’è anche la polizia in presidio, quindi il mercatino abituale della spazzatura è in pausa forzata.

Gli agenti della municipale arrivano in borghese, anche se li riconoscono da lontano. Prime verifiche sulle autorizzazioni, sui prodotti in vendita, poi si passa alla cucina.

È uno stanzone sporco con un macchinario per friggere il pollo che trasuda grasso e olio. Accanto c’è un congelatore malandato con dentro chili e chili di carne gettati alla rinfusa, senza buste né etichette, manzo e pollo accatastati e coperti da ghiaccio.

«Questa roba che cosa è, da dove viene?», chiedono i poliziotti ma il titolare fa spallucce.

La puzza esce dal congelatore e investe il piano, arriva fino in piazza e si attacca alle narici.

Nell’altro lato della stanza, la cucina: un pentolone sporco appoggiato su un fornello a gas, a terra, su un cartone, ingredienti sparsi e un pentolino di olio bruciato.

Al piano inferiore vengono trovate molte confezioni di alimenti scadute da tempo, anche da un anno; alcuni pacchi sono infestati da insetti.  

Tutto finisce sotto sequestro.

E su quel piano ci vivono anche: nelle altre stanze sono buttate alla rinfusa valigie piene e cumuli di vestiti, scarpe negli angoli e materassi sul pavimento.

Poi si passa in via Milano, col supporto dei carabinieri della stazione Borgoloreto, e la scena si ripete. Ufficialmente locale da asporto ma in realtà ristorante abusivo.

«Hamburger di carne», campeggia su uno dei volantini che fanno da menu, senza specificare altro.

Nel piano inferiore, dove secondo le autorizzazioni dovrebbero esserci soltanto i servizi igienici, c’è in realtà una cucina. Polli messi a macerare in un pentolone sul pavimento, piatti enormi ricolmi di riso, il bancone coperto da vaschette di carne, verdure e spezie.

«Abbiamo finito di lavorare, qui buttiamo tutto», cerca di giustificarsi uno dei dipendenti.

Anche qui dal frigorifero vengono fuori chili di carne macellata e irriconoscibile chiusa in bustoni.

A fianco, in una sala chiusa da un pannello di cartongesso, c’è la sala ristorante: circa 100 metri quadrati, tavolini già apparecchiati, mura decorate, l’impianto per la musica. Tutto abusivo.

E, ancora una volta, scattano i sigilli.

In piazza San Francesco di Paola, invece, la questione diventa la vendita di alcolici.

Fuori a un piccolo market ci sono alcuni extracomunitari seduti su delle sedie a bere birra.

«Si sono portati tutti loro», dice il titolare. «Anche le sedie?». »Si, anche le sedie».

Gli agenti iniziano a compilare i verbali, mentre i ragazzi gettano le bottiglie vuote in uno scatolone e se ne vanno. Un altro locale, dall’altra parte della strada, cala improvvisamente la saracinesca: era stato multato già nei giorni scorsi e ha riconosciuto i poliziotti.

Poco dopo è la volta di una sala scommesse dalle parti del corso Novara: nessuna autorizzazione, l’unica concessione che i titolari riescono a produrre riguarda una precedente attività che si trova altrove. Ma è quasi mezzanotte e le macchinette, oltre ad essere già state installate, sono ancora accese e funzionanti.

I controlli si chiudono quando sono ormai le due del mattino, mentre piazza Garibaldi riprende a brulicare di vita: clochard che cercano riparo accanto alla stazione, ragazzi africani che sonnecchiano vicino alle loro bancarelle, le prostitute che aspettano i clienti agli angoli delle strade.

Nel corso dei controlli, per tutto il mese di agosto, la municipale ha sequestrato una decina di locali etnici, gestiti da immigrati e frequentati per lo più dalle comunità africane che vivono a Napoli.
Per tutti, motivazioni simili: confezioni in pessimo stato di conservazione, locali sporchi, alimenti privi di tracciabilità e visibilmente andati a male.

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