Napoli, vittima di revenge porn: nove amici della 15enne ascoltati dalla Procura

Napoli, vittima di revenge porn: nove amici della 15enne ascoltati dalla Procura
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 1 Febbraio 2021, 23:03
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Sono nove ragazzini, appartengono allo stesso gruppo di lui e lei. Saranno ascoltati nel tentativo di chiudere il cerchio attorno a una possibile trama ordita alle spalle - e sulla pelle - di una ragazzina di soli quindici anni. Usano il bisturi gli inquirenti napoletani e lo fanno nella consapevolezza della gravità della materia trattata. Un’ipotesi di revenge porn che vede coinvolta una studentessa (aveva appena quindici anni quando si sono consumati i fatti) e il suo ex fidanzatino (al momento unico indagato), che a questo punto dovrà difendersi dall’accusa di aver consumato una sorta di ricatto sessuale a mezzo social. 
Poi ci sono nove amici in comune, i cui nomi sono finiti agli atti e che vengono considerati come dei potenziali testimoni di quanto avvenuto negli ultimi mesi nel rapporto tra i due giovani fidanzati. Un caso destinato a diventare emblematico della nuova frontiera dei reati telematici e che spinge la Procura dei minori a puntare i riflettori su un noto sistema di messaggistica istantanea - parliamo di Telegram - sulla cui piattaforma si sarebbe consumato un reato da incubo: qualcuno ha infatti postato le foto della ragazzina (foto in cui era nuda, ma con tanto di nome e cognome), che sono state poi visionate da un numero sproporzionato di persone.



Stando alla prima ricognizione, le foto della studentessa sono state viste da quarantamila utenti degli stessi gruppi tramite Telegram. Una brutta vicenda purtroppo simile alle esperienze vissute da altre vittime - parliamo quasi sempre di ragazze giovanissime - rese possibili grazie al sistema di anonimato garantito dalla stessa piattaforma Telegram. Comunicazioni end to end (che non rendono possibile rintracciare gli esponenti dei gruppi), amministratori anonimi, tanta impunità. Una vicenda su cui sta indagando il pm Ettore La Ragione, magistrato in forza alla Procura dei minori guidata dal magistrato Maria De Luzenberger, attenta proprio alla frontiera dei reati telematici che vedono coinvolti gli under 18. 

Ma torniamo al caso della studentessa vittima di revenge porn. Sotto accusa il suo ex. È lui il destinatario di una serie di foto che la sua fiamma di un tempo gli avrebbe mandato nel corso di una relazione durata appena qualche mese. Sono le stesse immagini che sono state rinvenute in Telegram, in chat e gruppi dedicati che inneggiano alla violenza sessuale. Stando al lavoro difensivo della penalista Mariangela Covelli, che assiste la parte offesa, il caso delle foto intime rese pubbliche sembrava inizialmente circoscritto a un ristretto gruppo di amici in comune. Studenti iscritti in un istituto cittadino, che frequentano le stesse classi o che sono iscritti in sezioni differenti. Ragazzi che vantano un discreto rendimento scolastico, che sono ben seguiti a casa e che hanno una vita impegnata da diversi interessi formativi. Poi, però, lo scenario ha assunto proporzioni imprevedibili o comunque potenzialmente devastanti per la vita della parte offesa. È stato uno dei suoi amici più cari ad avvisarla e a farle prendere visione delle foto postate in Telegram. Uno choc.

Tanto che una volta ascoltata dagli inquirenti, la studentessa non ha esitato a parlare di una sorta di dramma che le sta rendendo la vita impossibile.

Un grido di dolore sostenuto dalla famiglia della ragazzina, che ora chiede giustizia. Vogliono sapere chi abbia postato quelle foto in Telegram, di chi sia la mano che ha spostato quelle immagini in gruppi di depravati anonimi. Indiziato numero uno è ovviamente il suo ex fidanzato, destinatario unico e originario delle immagini, ma non è impossibile escludere che la responsabilità della pubblicazione possa essere di qualche altro amico del gruppo, che potrebbe aver ricevuto le foto in seconda battuta dall’ex della studentessa. Ipotesi, nulla più, verifiche doverose a partire da quei nove nomi indicati come amici del gruppo, frequentazioni comuni che potrebbero essere ascoltati dagli inquirenti come potenziali testi in una inchiesta per revenge porn.

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