Napoli, montagne di rifiuti all'Arenaccia: insetti e topi all'assalto dei passanti

Montagne di rifiuti nel quartiere San Lorenzo
Montagne di rifiuti nel quartiere San Lorenzo
di Antonio Folle
Venerdì 25 Ottobre 2019, 11:02 - Ultimo agg. 19:47
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In queste ore sui social circolano foto e video provenienti da ogni parte di Napoli e che ritraggono cataste di rifiuti. Una emergenza generale che risparmia solo pochissimi quartieri e che stenta a risolversi anche dopo la riapertura del termovalorizzatore di Acerra. Il quartiere San Lorenzo, dove da circa venti giorni, secondo quanto denunciano i residenti, non si prelevano più i rifiuti, è una vera e propria bomba ecologica pronta a esplodere. Tonnellate di rifiuti hanno invaso il quartiere, impedendo in molti casi anche il transito sui marciapiedi. Una situazione che ricorda molto da vicino gli scenari apocalittici dell'emergenza rifiuti che l'amministrazione arancione targata de Magistris aveva promesso di risolvere definitivamente. 
 

 

Il "duo" micidiale fatto di mancati prelievi e sversatori incivili non ha riguardo nemmeno per le scuole. Grosse montagne di rifiuti troneggiano anche sotto le finestre della scuola Matteo Renato Imbriani, a piazza Poderico, o all'esterno dell'istituto Sant'Alfonso Maria de Liguori. Una situazione, quella del mancato prelievo dei rifiuti, che è notevolmente aggravata dalla presenza in strada di grosse scorie di amianto coperte alla buona con sacchi neri. 
 
 

Se il transito pedonale si è fatto via via sempre più complicato, anche solo sostare in strada risulta difficoltoso. Un enorme numero di mosche, attirate dai rifiuti organici in decomposizione che emanano un odore pestilenziale - odore che costringe i residenti a barricarsi in casa qualsiasi ora del giorno e della notte - prendono d'assalto i passanti, costringendoli ad allontanarsi. Una tragedia per quanti hanno una attività commerciale che affaccia in una delle strade che sono attualmente sommerse dalla spazzatura. 
 

In queste ore il sindaco de Magistris è stato convocato dal ministro dell'Ambiente per la risoluzione dello spinoso problema di Napoli est, alle prese con l'enorme discarica di via Brecce e le conseguenti proteste dei cittadini. Il primo cittadino ha sottolineato che a San Giovanni a Teduccio non ci sarà mai più alcun sito di conferimento della frazione tal quale. Difficile intuire, però, dove de Magistris abbia intenzione di stoccare le tonnellate di rifiuti che stanno mettendo a rischio la salute di migliaia di persone in uno dei quartieri più affollati della città, dove anche l'inciviltà e il mancato rispetto delle regole giocano un ruolo fondamentale. Impianti di compostaggio - fondamentali per il trattamento della frazione umida - non esistono. Per precisa scelta del Comune di Napoli la costruzione di nuovi impianti di termovalorizzazione è fuori discussione. L'unica soluzione, con i costi accessori che comporta, resta il trasferimento fuori regione dei rifiuti napoletani.

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«Questa situazione è inconcepibile - tuona il responsabile del Comitato Vivere il Quartiere Enrico Cella - siamo esposti al rischio di malattie ogni giorno a causa delle discariche che sono nate in moltissimi punti di questo territorio. Siamo invasi dai rifiuti nell'indifferenza del sindaco che pensa solo al quartiere dove vive. Noi - prosegue ancora Cella - siamo cittadini di serie c nonostante paghiamo come tutti la tariffa per la raccolta dei rifiuti. Siamo invasi da mosche, insetti e topi che banchettano tra i cumuli di rifiuti anche a due passi dalle scuole frequentate dai nostri bambini. Prima che i cittadini decidano di scendere in strada - l'appello di Enrico Cella - il sindaco si decida a risolvere definitivamente questo problema. Se per questa amministrazione i termovalorizzatori non servono allora ci chiediamo perchè si spendano soldi per manutenere quello di Acerra.
Se invece, come sembra, i termovalorizzatori sono indispensabili per gestire il problema dei rifiuti, la smettano con la demagogia e si pensi a costruirne uno a servizio esclusivo della città di Napoli. Non è possibile - conclude - ritrovarsi montagne di rifiuti sotto le finestre a ogni chiusura dell'impianto di Acerra».

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