Napoli, la denuncia dei dipendenti Anm: «Lo stazionamento bus come una discarica, basta»

Napoli, la denuncia dei dipendenti Anm: «Lo stazionamento bus come una discarica, basta»
di Oscar De Simone
Martedì 3 Dicembre 2019, 12:37 - Ultimo agg. 19:40
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E' un'aria insalubre e maleodorante quella che tutti i giorni respirano decine di dipendenti dell'Anm dell'attestamento di Pianura. Un luogo isolato ai margini del quartiere ed a pochi passi da un punto di raccolta e gestione dei rifiuti dell'Asia.

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Uno spazio, su via Pablo Picasso, in cui è diventato difficile anche sostare o scendere dagli autobus. Dove più volte in questi ultimi mesi, gli stessi dipendenti dell'azienda napoletana per la mobilità, hanno espresso il loro disappunto e le loro preoccupazioni per le condizioni igienico sanitarie. 
 



«Ne parliamo da mesi – afferma Marco Sansone del coordinamento regionale Usb – ma sino ad oggi non è cambiato niente. Anche gli esposti alla nostra azienda, così come al comune ed alla municipalità, non hanno sortito alcun effetto. Siamo costretti a scappare ogni qual volta scendiamo dalle vetture perchè è impossibile respirare. Quando c'è più vento e la puzza diventa insopportabile, ci spostiamo anche di diversi metri dallo stazionamento perchè i miasmi sono nauseabondi. Oltretutto siamo costretti anche – nel corso della stagione estiva – ad evitare ratti ed insetti che ci invadono il piazzale. Non possiamo andare avanti così, perchè siamo stretti nella morsa dei rifiuti».


Proprio a pochi passi dal punto di raccolta Asia, una nuova discarica ha quasi ricoperto le campane stradali. Un vero sversatoio a cielo aperto che costringe i dipendenti dell'Anm ed i cittadini che escono dalla stazione della Cicrumflegrea, a farsi largo tra le montagne di spazzatura.

«È indecente – conclude Sansone – lavorare in queste condizioni. Sia noi che i residenti siamo esausti. Chiediamo che venga fatto il possibile per rendere migliori le nostre condizioni di vita e di lavoro. Non siamo animali ed è assurdo che le istituzioni preposte restino sorde alle nostre richieste».

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