Napoli, la guerra di camorra del rione Sanità: retata e 30 arresti, sgominato il clan

Napoli, la guerra di camorra del rione Sanità: retata e 30 arresti, sgominato il clan
Lunedì 18 Febbraio 2019, 08:20 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 07:04
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Camorristi e ludopatici: può essere considerata una nuova frontiera del pizzo la modalità di estorsione «2.0» scoperta dai carabinieri durante le indagini che oggi hanno assestato un duro colpo al clan Sequino del Rione Sanità di Napoli. Gli affiliati, secondo quando emerso, scommettevano anche 700 euro sulle partite di calcio senza mai pagare la puntata nel centro scommesse. Neppure quando incassavano la vincita dopo avere azzeccato i risultati.

Mentre le forze dell'ordine riducono ai minimi termini una pericolosa organizzazione camorristica eseguendo 30 arresti, torna l'allarme per la violenza dei clan con tre omicidi in tre giorni. L'ultimo è stato scoperto, tra il Napoletano e Casertano, ad Orta d'Atella, dov'è stato scoperto il corpo senza vita di Ferdinando Fenice, 37 anni, ucciso con almeno tre colpi d'arma da fuoco. Un omicidio che potrebbe essere messo in relazione con gli altri due avvenuti sabato e domenica scorsi a Mugnano e Acerra, dove sono stati assassinati, rispettivamente, Giovanni Pianese, 63 anni, (il cui cui figlio è ritenuto legato al clan Abete-Notturno-Abbinante di Secondigliano) e il boss Vincenzo Mariniello, 46 anni, sorpreso dai killer mentre era alla guida della sua Mercedes.

Una recrudescenza criminale che ha spinto il deputato campano del M5S Andrea Caso, componente della Commissione Antimafia, ad annunciare un intervento sul territorio. «È una situazione preoccupante e bisogna intervenire subito, a tutti i livelli», ha detto il parlamentare. 
 


Intanto il blitz dei carabinieri nel Rione Sanità ha consentito di sgominare una cosca, i Sequino, una volta alleata con il clan Vastarella, quando erano entrambi in guerra con i rivali Esposito-Genidoni (decimati dagli arresti, ndr). Una faida condotta a colpi di stese, raid con colpi di arma da fuoco esplosi nei vicoli dei nemici. Durante le indagini sono stati sequestrati un kalashnikov, cinque pistole, una mitragliatrice, tre fucili e cocaina acquistata direttamente dalla 'ndrina calabrese di San Luca. Sequestrato anche un falso distintivo della Guardia di Finanza.

I capi storici del clan - Salvatore e Nicola Sequino - impartivano gli ordini direttamente dal carcere, durante i colloqui con i parenti. La Squadra Mobile di Napoli, invece, nell'ambito di un'altra operazione legata a quella dell'Arma, ha notificato l'accusa di traffico di droga ai boss detenuti Patrizio e Antonio Vastarella. A quest'ultimo è stato notificato anche il tentato omicidio di Giovanni Sequino, scattato nel Rione Sanità il 22 ottobre 2016, quando il boss entrò in azione con in testa una parrucca da donna di colore ramato. Venerdì scorso, infine, a Guidonia, i poliziotti hanno rintracciato, inseguito e arrestato un altro presunto affiliato ai Vastarella, Alessandro Pisanelli, 47 anni, ricercato con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso.

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