Napoli, ripartono i ricoveri all'ospedale Cardarelli: biancheria arrivata anche da Catanzaro

Napoli, ripartono i ricoveri all'ospedale Cardarelli: biancheria arrivata anche da Catanzaro
di Ettore Mautone
Venerdì 24 Maggio 2019, 12:00 - Ultimo agg. 13:58
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Dopo le tre consegne di mercoledì, l'andirivieni dei furgoni dei fornitori nei reparti lavanderia degli ospedali di Napoli è andato avanti a ritmo serrato anche ieri, impegnando sin dalle prime ore del mattino i corrieri della American Laundry E gli spedizionieri giunti da Catanzaro per conto di altre aziende private cui sono ricorsi i commissari, che gestiscono l'amministrazione straordinaria della Laundry, per tamponare la riduzione delle forniture dei giorni precedenti.

«Si stanno svolgendo regolarmente oggi tutte le attività dell'ospedale Cardarelli», afferma in una nota Franco Paradiso, direttore sanitario del nosocomio napoletano. «Le attività di ricovero ordinarie - aggiunge - erano ripartite a pieno regime già ieri pomeriggio (mercoledì, ndr). In pratica i rallentamenti temuti alla fine sono subito rientrati. Abbiamo ricevuto dalla ditta che se ne occupa le forniture di lenzuola per i reparti e i kit per le sale operatorie. Quindi stamattina (ieri, ndr) tutte le attività dell'ospedale si svolgono regolarmente e senza alcun intoppo». Il rientro alla normalità si è registrato non solo al Cardarelli ma anche in tutte le strutture della città. All'ospedale del Mare sono finiti in lavanderia i teli verdi da sala operatoria utilizzati per alcuni giorni al posto della biancheria pulita nei letti e così sono stati completamente ripristinati i kit sterili di camici, federe e altri beni di consumo che non sono solo lenzuola. Le consegne sono state effettuate anche al Santobono, all'azienda dei Colli, al Pascale, all'Annunziata, al Loreto e al San Paolo.
 
«Sarebbe opportuno - sottolinea a tal proposito l'avvocato Olga Porta, anche a nome degli altri commissari straordinari della Laundry - che iniziative come quelle del Viminale fossero assunte di concerto con noi che abbiamo il polso della situazione. Se si intende dare una mano, ben venga che lo si faccia utilizzando il nostro coordinamento: in caso di necessità, sappiamo quali sono le forniture che eventualmente scarseggiano. Parliamo non solo di lenzuola ma di materiale tessile e materasseria, camici, indumenti da lavoro, manufatti sterilizzati e riutilizzabili per la protezione igienica di operatori e pazienti, biancheria, traverse, teli. Il nodo del resto è quello del personale anche su questo fronte sarebbe utile un intervento del ministero». Aggiunge Porta: «È noto che le forze dell'ordine delle stazioni dei territori in cui risiede la Laundry sono impegnate da settimane per lo stato di agitazione del personale con occupazioni di sedi e manifestazioni sui tetti. Un tentativo di mediazione è stato fatto anche al tavolo del ministero del Lavoro il 17 maggio».

Un altro vertice è in programma lunedì in Regione con l'assessore Sonia Palmeri. Invitati anche i Commissari. A conti fatti dunque la crisi c'è stata solo martedì mattina, quando si era registrata la penuria di biancheria, camici, teli sterili e altri beni di consumo per sale le operatorie e degenze, non solo per il blocco delle forniture ma anche per lo stop imposto alla raccolta dello sporco che vedeva impegnate altri fornitori terzi attivati dai commissari. «I kit monouso non servono quasi a nulla, - puntualizzano altri camici bianchi addetti alla ricezione del materiale nelle lavanderie del Cardarelli - i beni di consumo devono essere consegnati in contenitori sterilizziati e non certo con scatoloni da accantonare in qualche deposito. Qui ogni giorno consumiamo 3mila pezzi che non sono sostituibili dai materiali di tessuto non tessuto che hanno un utilizzo marginale e adatto solo ad alcuni scopi dell'attività medica e chirurgica non in sale operatorie, pronti soccorso e altre zone critiche di un grande ospedale come questo». Attualmente la Laundry lavora in regime di proroga in attesa del subentro nel servizio della Hospital service di Chieti, azienda seconda classificata nell'originaria gara e individuata al tavolo tra prefettura e Soresa come legittima assegnataria. E i lavoratori ambiscono ad essere «riassorbiti». Ma tale possibilità non è scontata e anzi limitata, forse, alle sole 63 unità impiegate negli ospedali sul totale di 239 lavoratori.
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