Napoli, il riscatto del rione Sanità a colpi di boxe e speranza. Giannini: «Una sfida vinta»

Due anni fa il via al settore giovanile delle Fiamme oro tra gli antichi vicoli

La palestra alla Sanità
La palestra alla Sanità
di Gennaro Di Biase
Venerdì 21 Aprile 2023, 23:55 - Ultimo agg. 22 Aprile, 12:02
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Le auto blu arrivano nella Sanità addobbata d’azzurro alle 11.30. Ad accoglierli, sulla soglia della palestra Fiamme Oro Cristallini 73, c’è un gruppo di mamme del rione, tutte «grate agli istruttori e a padre Antonio Loffredo per l’aiuto dato ai nostri figli». Judo e pugilato, stando ai loro racconti, stanno diventando un antidoto contro la violenza, un «modo per combattere il bullismo che spesso prende di mira i bimbi più buoni». E questo aspetto sociale dello sport è stato sottolineato dal capo della polizia Lamberto Giannini, durante la cerimonia nel chiostro della palestra, in presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del prefetto Claudio Palomba, dell’assessore comunale alla Sicurezza Antonio De Iesu e di padre Loffredo. «Sono felicissimo di essere qui oggi a celebrare questo straordinario successo di accoglienza, solidarietà, buona amministrazione e sicurezza – ha detto Giannini – Questa è un’altissima forma di prevenzione». 

Domenico Esposito fa un sorriso sereno e sicuro. Compirà 8 anni a maggio. «Da quando fa judo - racconta sua madre, Antonella Rigione - è migliorato tantissimo sotto tanti punti di vista. Lui è tanto buono, alcuni bimbi in classe lo spingevano. Ora è più posato e lo rispettano tutti». Assunta Mazzarella è la mamma di Sofì, che ha 7 anni. «Ha iniziato a fare judo da un anno e mezzo - racconta - questa è una grande opportunità per il quartiere. Sapersi difendere è importante, anche a livello sociale, e anche per una bambina».

Lucia Grieco è la mamma di Vincenzo e Manuel, di 16 e 10 anni: «Enzo ha iniziato quando si faceva boxe nella sagrestia, con Don Loffredo – L’altro lo ha seguito a ruota. Questa palestra è un modo per allontanarli dalla strada e impegnarli. Attraverso lo sport, hanno conosciuto una disciplina». «Questa struttura sta salvando tanti ragazzi della Sanità - dice Susy Buonocore, madre di Raffaele (8 anni) - Mio figlio ha imparato a confrontarsi con gli altri bambini. I ragazzi parlano di più tra loro grazie allo sport. Questa palestra è un presidio di legalità». Titina Migliore è mamma di una bimba di origini senegalesi, Anta Traorè (11 anni), «per tutti è Anita - sorride - la porto qui da quando è iniziato questo progetto, da circa 2 anni. Fa judo e oggi è molto più sicura di sé a livello caratteriale. Ha sconfitto il bullismo». Sono circa 200 i ragazzi del rione addestrati, tutti gratis, ai Cristallini ’73 da istruttori di spessore e da due medagliati olimpici del calibro di Pino Maddaloni e Vincenzo Picardi. Mica poco. «Ero un bambino come loro, a Scampia - dice Maddaloni, oro a Sydney 2000 - Ora sono orgoglioso di trasmettere la mia esperienza.

Nessun bambino nasce cattivo: sogno più strutture come questa in città. Ce n’è bisogno». 

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Anche il ministro Piantedosi ha rimarcato la sua «felicità di trovarsi in un quartiere che si prepara alla festa per il Napoli». Nastri biancazzurri, bandiere e striscioni di tutti i tipi, qui ai Cristallini. «È un grande risultato - ha proseguito Giannini, commentando la realizzazione della Sezione Giovanile Fiamme Oro della Polizia di Stato nel complesso Cristallini 73, frutto di un progetto nato nel 2018 - I cittadini sono al centro del nostro lavoro e tutto il nostro impegno è per cercare di garantire loro le migliori condizioni di vita, di sicurezza e dando loro prospettive. E questa prospettiva a mio avviso è importantissima dal punto di vista dell’educazione, della legalità, della vicinanza. Ogni fragilità è importante e la sfida è riuscire a offrire possibilità concrete a questi ragazzi e riuscire anche a metterli in contatto con persone che ci credono veramente, come gli atleti delle Fiamme Oro che sono riusciti ad avere straordinari successi. Questa è una delle funzioni primarie dello Stato, delle forze dell’ordine e della polizia. Questo portone deve essere forte, deve accogliere ogni bussata e deve avere cardini forti per essere sempre aperto e resistere a tutto».

«Nella Chiesa del Borgo dei Vergini da maggio ci saranno un infopoint per il quartiere e un museo per le opere dell’artista Jago - conclude padre Loffredo - A livello burocratico, la polizia di Stato ha ricevuto la struttura in comodato d’uso dal Comune. E noi la gestiamo. Aspettiamo dal Comune le concessioni per poter fare i lavori al piano superiore, dove potremmo ospitare tanti altri ragazzi».

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