«Non funziona Sky», la rivolta dei detenuti nel carcere di Secondigliano

«Non funziona Sky», la rivolta dei detenuti nel carcere di Secondigliano
Lunedì 30 Settembre 2019, 20:28 - Ultimo agg. 1 Ottobre, 08:33
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Non si vedono i canali Sky e la carne non è di buona qualità. Con queste motivazioni - riferite da Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe - circa quaranta detenuti reclusi nel carcere di Secondigliano, a Napoli, oggi hanno inscenato una protesta. «Verso le 13 - ricostruisce Fattorello - una quarantina di detenuti del circuito Media Sicurezza nel Centro Penitenziario hanno inscenato una azione di protesta. I detenuti invece di uscire dai cortili per rientrare nel reparto di appartenenza si sono barricati nel cortile rifiutandosi di uscire. Sono stati utilizzati i carrelli del vitto per ostruire il cancello di ingresso. I motivi della protesta, sicuramente pretestuosi, hanno riguardato la scarsa qualità della carne del vitto e la mancata trasmissione dei canali di Sky che la Curia di Napoli offre ai detenuti. Si sono vissuti momenti di tensione per alcune ore tanto che i poliziotti erano pronti ad intervenire in tenuta antisommossa. La professionalità messa in campo dal personale del Corpo intervenuti nei diversi ruoli ha consentito di riportare alla ragione i rivoltosi senza ricorrere alla forza. Alle 15,30 la protesta è rientrata».

«L'aspetto che lascia perplessi - prosegue il sindacalista - è che questi detenuti che oggi hanno protestato sono gli stessi che qualche mese addietro si sono resi responsabili della rivolta e devastazione del padiglione Salerno di Poggioreale. L' amministrazione penitenziaria ha pensato bene di cambiare solo quartiere ai rivoltosi assegnandoli a Secondigliano anziché trasferirli fuori regione come lo stesso Capo Dap indica in una specifica circolare» Donato Capece, segretario generale del Sappe, sollecita le istituzioni penitenziarie nazionali a intervenire: «Questa ennesima protesta, assurda per le futili ragioni, deve fare seriamente riflettere su quali e quanti problemi di sicurezza vi sono nelle carceri della Campania».
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