Napoli, rivolta dei nigeriani al borgo Sant'Antonio dopo lo stop alla festa: «Chi controlla?»

Napoli, rivolta dei nigeriani al borgo Sant'Antonio dopo lo stop alla festa: «Chi controlla?»
di Antonio Folle
Lunedì 2 Novembre 2020, 15:06 - Ultimo agg. 15:42
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A poche ore dalla maxi rivolta del borgo Sant'Antonio Abate, quando circa 100 nigeriani hanno aggredito le forze dell'ordine intervenute per chiudere un locale all'interno del quale si stava celebrando una festa in spregio alla normativa anti-Covid, i cittadini della zona hanno risposto con il più classico del «ve lo avevamo detto».

Le segnalazioni di extracomunitari fuori controllo nella zona della stazione centrale, del Vasto e del corso Garibaldi sono ormai all'ordine del giorno, con decine di segnalazioni e video che circolano praticamente ad ogni ora del giorno sui principali social e che ritraggono assembramenti e piccole illegalità quotidiane commesse da parte della comunità straniera. 

Le tensioni che si sono registrate ieri sera - e che hanno tenuto in scacco per quasi un'ora corso Garibaldi, via Foria e parte del borgo Sant'Antonio Abate - sono solo l'ultimo dei tanti episodi di violenza cieca scatenati da chi non vuole rispettare le stringenti norme anti contagio.

Per placare la furia cieca dei circa 100 nigeriani che si sono opposti con violenza alla chiusura del loro locale, si è reso necessario l'intervento di diverse volanti di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Un massiccio intervento che ha portato ad un bilancio di 13 fermati per violenza e oltraggio a pubblico ufficiale oltre a diversi contusi tra le forze dell'ordine. 

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«Durante l'ultimo lockdown abbiamo segnalato più volte alle forze dell'ordine che, mentre gli italiani stavano chiusi in casa, gli stranieri giravano in strada senza alcun ritegno - spiegano i cittadini della zona - e questo non ha fatto altro che alzare le tensioni sociali nel quartiere. Fino a pochi anni fa anche gli stranieri facevano il possibile per integrarsi, e le tante storie di integrazione dimostrano che a Napoli non siamo razzisti. Purtroppo con l'avvento degli sbarchi e dei barconi anche tra gli stranieri si sono infiltrati delinquenti che pretendono di vivere senza alcuni rispetto per il vivere civile. Ci sono commercianti che sono costretti a chiudere, altri che alle 18 devono andare a casa. La strada diventa così appannaggio degli extracomunitari che si trattengono in giro perchè sanno di non aver nulla da perdere e di essere praticamente intoccabili. Non è giusto - continuano residenti e commercianti - visto che sembra che esistano due pesi e due misure per il rispetto delle leggi. Gli italiani vessati dai Dpcm e gli stranieri lasciati praticamente liberi di fare ciò che vogliono. Ecco che poi, quando le forze dell'ordine intervengono, si scatenano le rivolte. Questo - hanno concluso i cittadini - succede perché tra gli stranieri è ormai diffusa la voce che nessuno può toccarli».

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Tantissime le denunce negli ultimi anni. Nella centralissima piazza Garibaldi i vigili urbani - almeno negli orari diurni - fanno il possibile per garantire la loro presenza e la legalità, ma il sottodimensionamento degli organici rende praticamente inutili anche i presidi territoriali che, in molti casi, non possono fare altro che limitarsi a far vedere la loro presenza.

«Anzitutto vogliamo esprimere la nostra vicinanza alle forze dell'ordine - ha affermato Adelaide Dario del comitato Vasto-Nolana - che sono state aggredite da chi, forse, dimentica di vivere in un paese che ha regole ben precise da rispettare. Purtroppo lo stiamo dicendo da anni e nella stragrande maggioranza dei casi non veniamo ascoltati dalla politica. Questa zona è piena di persone perbene, italiani e stranieri, che vivono civilmente e rispettano le leggi. Poi ci troviamo di fronte all'atteggiamento di parte della popolazione che pretende di vivere in strada, di fare i loro bisogni tra le piante o di vendere cibi cotti in strada senza che nessuno gli dica niente. Ci aspettano settimane dure, con un possibile nuovo lockdown - prosegue l'attivista - che rischia di colpire duramente le tante attività commerciali del quartiere. La tensione, se non si interverrà per arginare i comportamenti scorretti degli extracomunitari, è destinata a salire ancora». 

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