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SCUDETTO NAPOLI

Napoli, la rivolta degli ultrà: «De Laurentiis costretto alla pace»

Si punta sul reato di estorsione, la Procura: «Pesò il ricatto Champions»

La foto di De Laurentiis con i capi ultrà
La foto di De Laurentiis con i capi ultrà
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Articolo riservato agli abbonati
Mercoledì 31 Maggio 2023, 00:01 - Ultimo agg. : 1 Giugno, 07:10
4 Minuti di Lettura

Costretto alla pace, costretto alla stretta di mano, costretto a un incontro al quale, fino a qualche mese fa, neanche ci avrebbe pensato a organizzare. E invece Aurelio De Laurentiis, nel pieno della sua marcia trionfale in campionato (poi vinto il 4 maggio) e in Champions (era ai quarti contro il Milan) si vide costretto ad abbozzare. È il 15 aprile scorso, in una hall dell’Hotel Britannique, quando si consuma la pace tra i gruppi di ultras e il patron del Napoli. Basta incomprensioni, sì al riconoscimento reciproco del ruolo svolto nelle rispettive mansioni, con tanto di fotografia con il presidente del Napoli circondato dai capiultrà storici. Sorriso rivolto ai flash. Una circostanza su cui indaga la Procura di Napoli, alla luce di quanto accaduto in questi mesi dentro e fuori il Maradona. Inchiesta condotta dai pm Francesco De Falco e Danilo De Simone, dall’aggiunto Sergio Amato, le prime conclusioni sono finite agli atti della misura cautelare che tiene agli arresti il presunto capo del gruppo Masseria Gennaro Grosso (che si era imbucato nella foto opportunity del 15 aprile) e il suo presunto complice Carmine Della Cerra, in relazione alle aggressioni a carico di tifosi dell’Ajax a Napoli.

APPROFONDIMENTI
Scontri Napoli-Ajax, arrestato il capo ultrà del gruppo Masseria: «Siamo a defcon4»
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Ed è alla luce degli atti depositati nel corso dell’inchiesta sui raid consumati lo scorso novembre, che è possibile conoscere la ricostruzione su quanto avvenuto a Napoli tra marzo e aprile. Violenza e ostilità da parte di alcuni gruppi organizzati nei confronti della società azzurra. Non vogliono “fidelizzarsi”, sono contro la tessera del tifoso, contestano la politica del club azzurro anti-hooligans. Una protesta esplosa durante il match casalingo del Napoli in campionato contro il Milan. Ricordate? Sciopero del tifo, ma non solo. Interi nuclei familiari costretti a non tifare, a dare le spalle al campo. Un incubo, scandito per altro dal disorientamento dei calciatori azzurri, che in campo perdono per quattro a zero, mentre piovono petardi introdotti in modo furtivo sugli spalti. Un piano organizzato da teppisti per colpire il Napoli, contro il presidente De Laurentiis al quale, in quei giorni, viene assegnata addirittura la scorta. Come a dire: abbiamo il controllo dello Stadio, possiamo ancora provocare danni. 

Ed è in questa ricostruzione che la Procura si sofferma sulla storia della pace a freddo o della tregua estemporanea, che segna di fatto la fine delle ostilità: viene creato «un tavolo della pace al quale (De Laurentiis) si vede costretto a partecipare», si legge nella richiesta di arresti degli ultrà. Tutto chiaro? In quel 15 aprile ballavano i milioni legati a un possibile passaggio di turno in Champions del Napoli, torta troppo importante per continuare a subire in silenzio. Dunque, meglio abbassare la tensione: strette di mano, sorrisi, un tavolo ricco di buoni propositi. Alla fine dell’incontro, c’è chi riesce a imburcarsi per la foto di gruppo. Ed ecco spuntare Gennaro Grosso (alias Micio o Cat micho Johnson), che si piazza accanto ai capiultrà censiti in Prefettura. Chi è Grosso? Leader di “Masseria” (è assistito dal penalista Emilio Coppola), il suo nome rientra nell’inchiesta sulla devastazione di via Santa Lucia contro il lockdown (ottobre del 2021), ma anche nelle indagini del pm Dna Antonello Ardituro sulla realizzazione della statua di Maradona dopo la morte dell’asso argentino. 

Video

Scrive la Digos del primo dirigente Antonio Bocelli, che a Napoli gli «incidenti hanno consentito di esercitare pressioni nei confronti del calcio Napoli». Quanto basta a spingere la Procura a battere una ipotesi di alto profilo: inchiesta per estorsione, nella quale il presidente De Laurentiis è stato ascoltato in Procura come vittima e persona informata dei fatti. Agli atti anche un altro dato di fatto: in occasione della partita casalinga di Champions contro il Milan, un gruppo di tifosi (in gran parte non tesserati) viene ospitato in Tribuna. Sono ospiti del club che avevano tanto osteggiato, esponendo uno striscione che sanciva - agli occhi di tutti - il loro potere di persuasione dopo mesi di contrapposizione. E non è finita. In queste ore la Finanza sta svolgendo verifiche sulla vendita dei biglietti per Napoli-Sampdoria, per capire se ci sono stati acquisti in blocco da parte di gruppi di bagarini. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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