Napoli, ruba cibo ma lo restituisce: «Ne avevo bisogno per la mia famiglia»

Napoli, ruba cibo ma lo restituisce: «Ne avevo bisogno per la mia famiglia»
di Antonio Folle
Martedì 11 Maggio 2021, 17:06 - Ultimo agg. 12 Maggio, 08:33
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Quello che si stava consumando ieri mattina all'interno dei locali di Assogioca a piazza Mercato è l'ennesimo dramma causato dal Covid e dalla crisi economica che sta mettendo in ginocchio migliaia di famiglie napoletane. Vincenzo - nome di fantasia - si è introdotto all'interno dell'associazione di volontariato che da anni gestisce uno dei tanti banchi alimentari che, in moltissimi casi, rappresentano l'unico argine tra la gente del territorio e la fame. 

L'uomo, un disoccupato di origine napoletana, ha tentato di portare via due bottiglie d'olio dalle scorte accumulate dai volontari e che attendevano di essere distribuite. Scoperto da un giovane volontario, l'uomo ha tentato di giustificare il suo gesto ma poi, messo di fronte alla gravità del fatto, ha ammesso il suo errore, chiedendo scusa e restituendo il maltolto.

Il sincero pentimento di Vincenzo, che ha spiegato più volte di essere stato costretto a rubare per poter portare qualcosa da mangiare alla sua famiglia, ha commosso Dudu, il giovanissimo volontario che ha sventato il furto. La storia, per fortuna, ha un lieto fine.

«Stavamo organizzando il nostro lavoro come facciamo ogni giorno - ha raccontato Abdou Prince Barry, conosciuto da tutti i suoi amici col nomignolo di Dudu - quando ho sentito alcuni rumori sospetti nell'altra stanza.

Sono andato a controllare e ho trovato un uomo che rovistava tra le provviste e cercava di allontanarsi con alcuni generi alimentari. L'ho fermato - continua il volontario di Assogioca - e gli ho spiegato che anche in una situazione di crisi non si può e non si deve rubare. Dopo un breve battibecco l'uomo si è reso conto del suo errore e ha chiesto scusa, chiedendoci di comprendere un gesto dettato dal bisogno di portare qualcosa a casa per la sua famiglia».

Poi la bella conclusione di una storia che, tra le tante storie simili che si raccontano ogni giorno a Napoli e in Italia, non sembra essere nemmeno destinata a fare notizia: «Abbiamo parlato con Vincenzo e gli abbiamo spiegato che non è necessario rubare - continua ancora Dudu - e che nei limiti delle nostre possibilità aiutiamo chiunque abbia bisogno di una mano. Mi è sembrato veramente pentito del suo gesto e, del resto, in un momento così difficile non si può infierire su una persona che manifesta una difficoltà così evidente. Potevamo denunciarlo, abbiamo preferito donargli uno dei pacchi solidali che distribuiamo alle famiglie, invitandolo a tornare qualora dovesse avere ancora bisogno di aiuto». 

 

Un gesto, quello di Dudu, che non è passato inosservato e che ha raccolto un coro unanime di approvazione in un quartiere dove forse la crisi dovuta al Covid morde in maniera più feroce. Ormai da diversi anni l'Associazione Gioventù Cattolica guidata da Wurzburger segue e assiste circa 350 famiglie. Settecento spese - che Assogioca ha ribattezzato paniere solidale - ogni quindici giorni. Un lavoro titanico che, unito al lavoro di altre realtà territoriali cittadine, sta dando un contributo determinante per sostenere il Welfare cittadino.

«La cosa più importante di questa vicenda - ha dichiarato Gianfranco Wurzburger - è il fatto che per fortuna ci sono giovani volontari che capiscono quali sono gli ingredienti fondamentali per svolgere questo tipo di attività. Il sorriso, il cuore buono e l'amore verso il prossimo in primis. Purtroppo viviamo una realtà complicata, dove le richieste sono in costante aumento. Purtroppo non riusciamo a soddisfare tutte le famiglie che ci chiedono aiuto, perchè il bisogno delle persone è veramente grande. Abbiamo delle liste d'attesa - continua - che cerchiamo di gestire nel miglior modo possibile in base anche ai prodotti che riceviamo e distribuiamo. Nonostante le difficoltà ad accontentare tutti - prosegue ancora il numero uno di Assogioca - anche in momenti come questo non ci tiriamo indietro, e facciamo il possibile per aiutare chi è in difficoltà. Quello che ci dispiace - conclude - è di non poter fare di più con le risorse che abbiamo a disposizione». 

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