Napoli, bengalese picchiato dalla babygang: in ospedale gli rubano anche il cellulare

Napoli, bengalese picchiato dalla babygang: in ospedale gli rubano anche il cellulare
di Melina Chiapparino
Venerdì 23 Agosto 2019, 08:00 - Ultimo agg. 12:20
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Il telefonino era l'unica cosa che gli era rimasta per sentirsi in qualche modo a casa. Dopo avergli sottratto la salute e la serenità nonostante una vita di stenti e sacrifici, qualcuno ha rubato il cellulare a Roton Kalak. Il 39enne del Bangladesh era stato aggredito brutalmente la notte tra l'11 e il 12 agosto da un branco di ragazzi su via Orsini, a Santa Lucia e, da quel giorno, è ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Cardarelli.
 
Persino nel luogo dove l'uomo si è sentito al sicuro ed è stato accolto da un'ondata di solidarietà e affetto, al punto che molti familiari dei pazienti ricoverati gli hanno donato vestiti e beni di prima necessità, la violenza ha fatto nuovamente irruzione nella sua vita. Il cellulare di Roton è sparito e così, è sparito anche l'unico filo diretto con i parenti che attendono sue notizie dall'altra parte del mondo. Quel cellulare era tutto ciò che possedeva ora che il suo mondo è chiuso in una busta di plastica sistemata ai piedi del letto nella stanza degenti, del reparto dell'Unità operativa complessa maxillo facciale del Cardarelli.

L'allarme sul furto avvenuto tra le mura ospedaliere, è stato lanciato dalla Comunità di Sant'Egidio, che fin dal primo giorno di ricovero ospedaliero assiste con i volontari dell'ente il 39enne del Bangladesh. «Il povero immigrato, di indole assai pacifica e bonaria, versa in condizioni raccapriccianti- scrivono i volontari in una lettera - chi lo vede non può darsi una spiegazione logica del perché e del come si possa ridurre senza motivo un poveruomo il cui unico scopo era quello di aiutare la sua famiglia in Asia». Teresa Potenza ed Eleonora Ippolito, referenti della Comunità raccontano «come si dice spesso, piove sul bagnato e ieri, dopo aver parlato con i suoi tre figli e la moglie lontani, Roton si è recato in bagno ed al suo rientro a letto non ha più trovato il suo telefonino». L'indignazione delle volontarie è secondaria solo alla necessità di aiutare in qualche modo lo straniero. «Se qualcuno vuole prestare assistenza, conforto o semplicemente manifestare solidarietà può mettersi in contatto con la Comunità di Sant'Egidio che lo accudisce fin dall'inizio quotidianamente- fanno sapere le referenti- e scrivere alla mail cseaversa@gmail.com». E si spera che presto arrivi un gesto di solidarietà concreta e magari anche un telefonino nuovo per consentirgli di sentire la sua famiglia.

Il furto è accaduto il giorno 20 agosto, nel turno compreso tra le 14 e le 20 all'interno del reparto dell'Unità operativa complessa maxillo facciale, al piano terra della palazzina D. Proprio in quel reparto, Roton aveva ritrovato il sorriso grazie alla complessa operazione per ricomporre le fratture mandibolari e nasali. «Gli infermieri hanno avvertito la direzione sanitaria presidiale ed è stata allertata la polizia che ha redatto un verbale» spiega Giuseppe Longo, neodirettore del Cardarelli. «È un atto deplorevole sia nei confronti del paziente, che già proviene da una esperienza negativa, sia nei confronti dell'azienda, in quanto ne lede l'immagine - commenta Longo - da pochi giorni è iniziato il mio mandato e questo episodio mi fa capire che dobbiamo rafforzare gli aspetti legati alla sicurezza dei pazienti. L'ospedale deve essere vissuto dai nostri cittadini come una struttura pienamente accogliente e sicura, a questo mi dedicherò nei prossimi mesi».
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