Napoli-Salerno, la Tav sulla vecchia linea: sei città a rischio paralisi

Napoli-Salerno, la Tav sulla vecchia linea: sei città a rischio paralisi
di Fabio Jouakim
Venerdì 18 Settembre 2020, 23:30 - Ultimo agg. 19 Settembre, 13:01
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I treni dell’alta velocità, gli intercity a lungo percorso e anche i regionali. Tutto il traffico ferroviario, insomma, che passa sul tratto Napoli-Salerno dirottato da lunedì e fino all’11 ottobre sulla “rete convenzionale”, ovvero sulla linea storica via Cava, a causa di lavori di manutenzione alla linea a monte del Vesuvio. I lavori riguardano il bivio di Santa Lucia, la galleria nel Salernitano dove transita tutto il traffico ferroviario italiano lungo la dorsale tirrenica. Un intervento noto da tempo, ma del quale la reale portata sembra si sia compresa solo ieri mattina, durante la riunione interprovinciale del Cov (Comitato operativo provinciale) convocata dalle prefetture di Napoli e Salerno il pomeriggio precedente e svoltasi in videoconferenza. Già, perché il problema non riguarda solo gli utenti del trasporto ferroviario, alle prese con ritardi, cancellazioni e spostamenti, ma tutta la popolazione di un’area vastissima e densamente popolata, a cavallo tra il Vesuviano e il Salernitano. Sulla linea storica, che vedrà raddoppiato - se non triplicato - il traffico ferroviario, ci sono infatti 33 passaggi a livello in quattordici comuni, sei del Vesuviano e otto del Salernitano. Il che significa raddoppiare - se non triplicare - anche le attese in corrispondenza degli attraversamenti ferroviari, con inevitabili ripercussioni non solo sul traffico cittadino ma sulla sicurezza, come nel caso di interventi di mezzi di soccorso, vigili del fuoco, protezione civile, con effetti tutti da determinare. E senza sottovalutare l’aspetto del carico di vibrazioni che gli edifici più vicini alla linea ferroviaria dovranno sopportare.

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Quattordici, come detto, i Comuni interessati dalla questione: Ercolano, Pompei, Portici, Napoli, Torre Annunziata e Torre del Greco in provincia di Napoli; Angri, Cava de’ Tirreni, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Salerno, Scafati e Vietri sul Mare in provincia di Salerno. In assenza di piani particolareggiati sulle iniziative che i rispettivi Comuni dovranno intraprendere, compresi i provvedimenti sulla viabilità alternativa di cui informare la cittadinanza, la prefettura napoletana - rappresentata dal dirigente Stefania Rodà - prova a imbastire un “congelamento” della data di avvio dei lavori, proprio in virtù della corsa contro il tempo. Del resto, fanno sapere dal palazzo di governo, non è la prefettura che autorizza o decide la sospensione dei lavori. Da Rfi, però, la risposta è che i lavori non sono differibili (come già scritto in una nota dello scorso 3 settembre), dopo il precedente rinvio causato dall’emergenza Covid. E pur di consentire il via dei cantieri, le Ferrovie sarebbero disposte a presidiare alcune barriere. In seguito, però, lo stallo sembra sbloccarsi. Tra oggi e domani in programma altri tavoli tecnici in casa Rfi, con l’avvio del 21 settembre che diventa «non definitivo» e la ricerca di una soluzione alternativa. Cioè un rinvio, ovvero la «possibilità di definire un piano più articolato», da verificare con le imprese ferroviarie coinvolte e da comunicare alla prefettura per far avviare la macchina operativa.
 

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Sul tavolo restano le perplessità degli amministratori locali. A Pagani c’è una barriera che taglia in due la città, mentre a Torre Annunziata c’è un solo passaggio, attraversato da quattro treni al giorno. A Pompei due i passaggi a livello delle Ferrovie, in via Stabiana e via Astolelle. L’assessore alla Sicurezza a Portici, Maurizio Capozzo, sottolinea: «È paradossale che gli interessati vengano informati poche ore prima di lavori così importanti, senza la possibilità di elaborare un piano preventivo. A Portici ci sono due barriere, l’impatto sarà limitato. Ma altri comuni rischiano la paralisi».
Curioso, a ogni modo, il caso legato alla città della Reggia. Uno dei due passaggi a livello (l’altro è all’altezza di Villa d’Elboeuf, gioiello del Miglio d’Oro abbandonato da anni) è quello che regola l’accesso al museo ferroviario di Pietrarsa. Accesso reso più difficoltoso proprio dai lavori ferroviari.

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