Campania, ai dirigenti della sanità aumenti tra i 10mila e i 15mila euro

Campania, ai dirigenti della sanità aumenti tra i 10mila e i 15mila euro
di Francesco Pacifico
Giovedì 17 Agosto 2017, 09:54 - Ultimo agg. 13:44
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Le opposizioni parlano di blitz ferragostano, insostenibile in un momento di crisi economica come questo. Dalla Regione, che ufficialmente non replica, spiegano soltanto che si tratta soltanto di un adeguamento previsto per legge e che la delibera è stata approvata il primo agosto, quindi nota a tutti già da almeno la fine di luglio. Fatto sta che la giunta De Luca ha deciso di aumentare gli stipendi dei dirigenti apicali di Asl e aziende ospedaliere. Perché - come si legge nella stessa famigerata delibera - «la sanità campana, per le rilevanti sfide future e gli impegnativi processi riorganizzativi in corso, deve poter contare su una classe dirigenziale qualificata, motivata e adeguatamente remunerata».

Ai responsabili, di prima fascia, della Asl di Salerno (Antonio Giordano), della Napoli 1 Centro (Mario Forlenza) e dell'Ircss Pascale (Attilio A. M. Bianchi) andranno 154.937 euro lordi; ai direttori generali, di seconda fascia, di Napoli 2 Nord (Antonio D'Amore), di Napoli 3 Sud (Antonietta Costantini) e di Caserta (Mario De Biaso) saranno versati 150mila euro, mentre quelli, di terza fascia, che guidano le Asl di Avellino (Maria Morgante) e di Benevento (Franklin Picker) guadagneranno 145mila euro. Salgono anche gli stipendi dei direttori generali dell'aziende ospedaliere della regione. Quelli di prima fascia alla guida del Ruggi (Nicola Cantone), del Cardarelli (Ciro Verdoliva) e dell'Aorn del Colli (Giuseppe Longo) vedranno arrivare i loro emolumenti a 154.937 euro. In seconda fascia i numero uno di Federico II (Francesco Bello), Aorn Moscati (Angelo Percopo), Sant'Anna (Mario Nicola Vittorio Ferrante) e Santobono (Anna Maria Minicucci) toccheranno i 150mila. Salario di 145mila euro per i dirigenti di terza fascia alla testa di AOU Luigi Vanvitelli (Annamaria Gravina) e AORN Rummo (Renato Pizzuti). Tutti quanti si vedono riconoscere un aumento, chiaramente lordo, in media tra i 10 e i 15mila all'anno. Nella delibera della giunta, la 520 dello scorso primo agosto, la Regione sottolinea che «allo stato attuale risulta che in Regione Campania i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie ricevono un compenso annuo inferiore a quello delle apicalità mediche che coordinano, con particolare riferimento a quelle di dipartimento».


Infatti non mancano dirigenti che alla guida di reparti o dipartimenti medici, vista l'anzianità, si ritrovano con stipendi maggiori dei loro diretti superiore. Sempre stando a quanto si legge nel testo, «tale situazione ha generato nel corso degli anni numerosi contenziosi legali ancora in corso di definizione non solo per l'aspetto meramente economico, ma anche di immagine legata al prestigio del ruolo e, soprattutto, il riconoscimento dei diversi livelli di responsabilità». Sempre nella delibera si spiega che la riparametrazione del trattamento economico della dirigenza segue quanto prevede il Dpcm 319 del 2001 e spinge la Regione a ricalcolare gli emolumenti in base al «volume delle entrate di parte corrente della unità sanitaria locale o dell'azienda ospedaliera, al «numero di assistiti e di posti letto», al «numero di dipendenti», senza però superare il tetto dei 154,937 previsti dalla legge. Il tutto senza toccare le «misure straordinarie di razionalizzazione e riqualificazione del sistema sanitario regionale per il rientro dal disavanzo» in atto, tenendo conto che la stessa Campania come le altre Regioni «possono applicare in modo parziale le misure di riduzione della spesa indicate dalle disposizioni impugnate, oppure possono applicare alcune di esse e non altre o, ancora, possono applicare in modo parziale soltanto alcune delle misure». Intanto alza la voce il centrodestra. Il capogruppo azzurro in consiglio regionale, Armando Cesaro, non fa fatica a parlare di «vergognoso blitz di ferragosto, assolutamente inaccettabile visto che non risulta ancora effettuata nessuna verifica degli obiettivi affidati ai direttori generali».


Il collega Ermanno Russo, vicepresidente del consiglio e membro della commissione Sanità della Campania, sul suo profilo Facebook ammette che la riparametrazione è un atto non irregolare, ma diventa «un blitz in piena regola per le modalità e la tempistica con cui si sta consumando».

Se non bastasse, Russo ricorda che «già a dicembre la maggioranza di centrosinistra aveva proposto e si era poi approvata un emendamento alla Legge di Stabilità 2017 con cui teneva fuori i direttori generali, sanitari e amministrativi di Asl e aziende ospedaliere dalla riduzione del 20 per cento allo stipendio di chi ricopre in carichi apicali». L'ex generale Maurizio Scoppa, famoso per aver dimezzato nel 2012 da commissario, il deficit dell'Asl Napoli 1, dice che «siamo di fronte a un'interpretazione della legge, perché se quegli aumenti fossero automatici non ci vorrebbe una delibera. Personalmente, per quanto riguarda la dirigenza sanitaria campana, credo che si dovessero applicare i criteri della meritocrazia o più semplicemente gli obiettivi, allora gli stipendi dovrebbero essere riproporzionati verso il basso». Non manca una stoccata poi alla macchina burocratica di via San Lucia: «Se la Regione deve difendersi con l'ufficio legale che ha, allora capisco perché vuole evitare i contenziosi».

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