Napoli, bimbo ucraino operato all'esofago al Santobono-Pausilipon

Napoli, bimbo ucraino operato all'esofago al Santobono-Pausilipon
Mercoledì 6 Luglio 2022, 12:50
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Un intervento di esofago-colon plastica è stato eseguito su un piccolo paziente di 5 anni arrivato a Napoli dall'Ucraina. La delicata operazione è stata eseguita dall'equipe del dottor Giovanni Gaglione, direttore dell'Unità operativa complessa di Chirurgia pediatrica dell'Aorn Santobono-Pausilipon.

Il piccolo paziente, è arrivato presso il polo pediatrico di Napoli dall'ospedale di Mariupol grazie a un corridoio umanitario. Affetto, dalla nascita, da atresia dell'esofago, una patologia congenita rara che provoca una malformazione dell'apparato digerente superiore che impedisce il passaggio di qualsiasi sostanza dalla bocca allo stomaco e che comporta, tra l'altro, il rischio di inalazione di saliva nelle vie respiratorie.

Dalla nascita, infatti, è stato alimentato esclusivamente con un sondino che, attraverso una stomia addominale, porta direttamente nello stomaco.

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«L'intervento è stato lungo ed estremamente delicato ma, in assenza di complicazioni, consentirà al bimbo di avere una vita normale e, dopo una adeguata riabilitazione, di iniziare finalmente a man-giare cibi solidi», spiega Gaglione. «Il piccolo già in passato era stato sottoposto a un intervento chirurgico che, purtroppo, non era risultato risolutivo e sarebbe dovuto essere operato nuovamente in Ucraina, quando è esploso il conflitto.

Grazie alle associazioni attive sul territorio è stato possibile il suo trasferimento e, immediatamente, è stato preso in carico dal nostro personale. Ad accompagnarlo in questo delicato percorso c'è la mamma, ospitata presso gli alloggi della Fondazione Santobono-Pausilipon» spiega Rodolfo Conenna, direttore generale dell'Aorn Santobono-Pausilipon. «In questi mesi, su impulso della Regione Campania e del presidente De Luca, abbiamo assistito circa un centinaio di piccoli profughi arrivati da noi con mezzi di fortuna e abbiamo aderito ai corridoi umanitari per assicurare continuità assistenziale a pazienti affetti da patologie oncologiche o croniche» conclude Conenna

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